Ospite della trasmissione Realpolitik condotta da Tommaso Labate su Rete 4, Flavio Briatore interviene energicamente nella controversia che circonda Jannik Sinner, il numero uno del tennis mondiale, difendendo il tennista azzurro dalle critiche che si sono accumulate in questi giorni. L’argomento del contendere ruota attorno alla rinuncia del campione altoatesino di partecipare alle finali di Coppa Davis, una decisione che ha scatenato un’ondata di polemiche negli ambienti dello sport italiano. Briatore tira in ballo una questione ricorrente, quella dell’appartenenza nazionale di Sinner e della sua capacità comunicativa in italiano, confrontandola paradossalmente con il dialetto di altre regioni italiane.
Net corso dell’intervento, l’imprenditore affronta il tema centrale della nazionalità del giocatore, sottolineando come la questione venga affrontata in modo strumentale. “Sai qual è il problema? Sinner è un ragazzo normale. Parla tedesco bene, parla italiano bene, parla inglese bene. Parla tre lingue. Sinner è italiano, è nato in Italia”, afferma Briatore, tracciando una linea di demarcazione netta tra le qualità del campione e le critiche che gli vengono mosse. Proseguendo nella sua difesa, l’imprenditore formula un’affermazione che cattura l’essenza del suo pensiero: “Io capisco più Sinner che certa gente del meridione che io non capisco“, una dichiarazione che Tommaso Labate, meridionale egli stesso e calabrese, accoglie con una battuta ironica, commentando il rischio di finire “in quel calderone” per la sua provenienza geografica.
Briatore non si limita a commentare la questione linguistica, ma allarga lo sguardo al contesto culturale e mediatico più ampio che circonda il tennista. “A me la cosa che ha spaventato è questa: finché sono quattro amici al bar che dicono ‘È italiano, è tedesco’, ma nel momento in cui un giornalista come Bruno Vespa fa dichiarazioni del genere…”, sottolinea, riferendosi alle polemiche sollevate dal noto conduttore televisivo che in passato ha sollevato dubbi sulla nazionalità di Sinner e sulla sua residenza a Montecarlo. L’imprenditore prosegue articolando ulteriormente il suo pensiero: “Dovremmo essere orgogliosi di avere un ragazzo normale, che proviene da una famiglia normale. Lui non va a Sanremo, non va da Vespa, non ha le veline come i calciatori”. In questa affermazione emerge una critica implicita all’atteggiamento di settori della società italiana nei confronti dei successi sportivi, contrapponendo la sobrietà di Sinner al clamore mediatico che circonda altre personalità dello sport italiano.
Net corso del dialogo con Labate, Briatore ritorna sulla questione della Coppa Davis, stabilendo un parallelo storico che evidenzia l’incoerenza delle critiche. “Sinner non fa la Davis? Anche Federer e Nadal, ma nessuno in Svizzera e Spagna si è sognato di criticarli”, argomenta, suggerendo che il trattamento ricevuto dal tennista italiano differisce da quello riservato ai campioni di altre nazioni. Questa osservazione tocca un punto cruciale nel dibattito sulla gestione dell’opinione pubblica nei confronti degli atleti di eccellenza, evidenziando come standard diversi vengano applicati a seconda del contesto nazionale.
"Capisco più #Sinner che i meridionali"
— Realpolitiktv (@RealPolitikR4) November 5, 2025
Flavio Briatore a #Realpolitik pic.twitter.com/sIs13qW8nV
L’imprenditore, proseguendo nella sua esposizione, torna sul tema della lingua e della comprensibilità, formulando un giudizio che sorprende per la sua candidatura: “Ho degli amici napoletani che quando parlano dovrei avere i sottotitoli. Capisco più Sinner che un italiano che parla”. Questa affermazione, seppur provocatoria nell’effetto, serve a Briatore per sottolineare come il criterio dell’intelligibilità linguistica, se applicato equamente, non dovrebbe rappresentare un elemento di discriminazione nell’ambito dell’identità nazionale. Immediatamente dopo, la sua argomentazione si ricolloca su un piano più sereno: “Per cui, i napoletani sono italiani, i calabresi sono italiani. Noi abbiamo una persona che è un esempio”, ristabilendo un equilibrio dopo il tono leggermente provocatorio precedente.
La difesa di Briatore si fonda su un ragionamento che valorizza la normalità e l’umiltà del tennista, tratti che secondo l’imprenditore non dovrebbero essere oggetto di critica bensì di riconoscimento. “Sai qual è il problema? Sinner è una persona normale, è un ragazzo molto educato”, sottolinea, suggerendo che proprio questa ordinarietà, contrapposta ai successi straordinari nel campo della competizione tennistica, rappresenta un modello virtuoso. L’elemento finale della sua argomentazione tocca direttamente la questione geografica che caratterizza l’origine di Sinner: l’imprenditore fa riferimento ai cinque chilometri che separano Sesto Pusteria dal confine austriaco, suggerendo come questa vicinanza geografica rappresenti un aspetto da esaltare piuttosto che da criticare. “Sinner è orgoglioso di essere nato in quei 5 chilometri di differenza tra l’Italia e l’Austria, dobbiamo ringraziare quei 5 km”, conclude, trasformando un potenziale elemento di contesa in un motivo di valore aggiunto per l’Italia stessa.
Il contesto nel quale Briatore formula le sue considerazioni rimanda direttamente alle polemiche che avevano interessato Sinner in seguito al suo annuncio di indisponibilità per le finali di Coppa Davis 2025, una decisione che aveva alimentato dibattiti sulla sua dedizione alla nazionale, sulla sua residenza fiscale e, appunto, sulla sua identità nazionale. Lo stesso Sinner, tuttavia, aveva replicato alle critiche affermando con orgoglio la propria italianità, spiegando che la scelta di non partecipare al torneo era stata già stabilita da tempo. Briatore, nel suo intervento televisivo, si pone dunque come sostenitore del diritto di Sinner a operare scelte consapevoli senza che queste vengano automaticamente interpretate come mancanza di patriottismo.
La discussione che Briatore porta avanti rappresenta, in sostanza, una riflessione più ampia sulla capacità della società italiana di accogliere il successo e di valorizzare i propri campioni senza sottoporli a scrutini eccessivi relativi a fattori che esulano dalla loro performance agonistica. Il richiamo alla condotta disciplinata di Sinner, alla sua dedizione sportiva e al suo ruolo di ambasciatore di prestigio internazionale per l’Italia costituisce il cuore della sua argomentazione, suggerendo un approccio alternativo a quello che caratterizza il trattamento ricevuto da altre figure dello sport italiano. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
