La stagione autunnale, sinora dominata da anomalie termiche positive e frequenti incursioni di aria subtropicale, sembra destinata a subire un’improvvisa e decisa inversione di tendenza. Secondo le più recenti elaborazioni modellistiche, supportate da segnali coerenti provenienti dalle proiezioni stagionali e dalle analisi a medio termine, una vasta irruzione di aria artica potrebbe colpire il continente europeo a partire dal 17-18 novembre, coinvolgendo anche l’Italia con effetti potenzialmente significativi.
In apertura di settimana, tra il 13 e il 16 novembre, lo scenario sarà ancora dominato da un’imponente risalita calda dal Nord Africa, innescata da un profondo affondo depressionario tra le Azzorre e la penisola Iberica. Il Mediterraneo centrale verrà investito da intensi venti di scirocco, con conseguente impennata delle temperature, in particolare al Centro-Sud dove si potranno toccare picchi di +25°C, localmente anche superiori in alcune conche interne e aree costiere sottovento. Questa fase sarà accompagnata da elevati tassi di umidità, cieli nuvolosi e instabilità diffusa, con precipitazioni a tratti intense sulle regioni tirreniche e sul Nord, e trasporto massiccio di pulviscolo sahariano in sospensione.
Tuttavia, questa parentesi calda sarà solo un’illusione transitoria. Già dal 17 novembre, infatti, le simulazioni numeriche convergono verso la possibile irruzione di una massa d’aria molto fredda di origine polare continentale in discesa dalla Scandinavia verso l’Europa centrale e i Balcani. L’ingresso di questo nucleo gelido sarà alimentato da un’improvvisa accelerazione del vortice polare, la cui destabilizzazione porterà alla discesa di isoterme marcatamente negative fino a latitudini insolite per il periodo.
In Europa centro-settentrionale, si aprirà così una fase dal chiaro sapore invernale: si attendono nevicate estese fino in pianura su Norvegia, Svezia e Finlandia, e un marcato raffreddamento su Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria. Il fronte freddo, spostandosi verso sud, andrà progressivamente ad interagire con il bacino del Mediterraneo.
L’Italia si troverà esattamente sulla linea di convergenza tra l’aria fredda in discesa e il residuo cuscinetto caldo-umido subtropicale. Questo la rende un’area particolarmente sensibile agli sviluppi successivi. Il Nord e le regioni adriatiche saranno le prime a registrare un calo termico sensibile, accompagnato da un cambio nella ventilazione, con venti orientali più secchi e tesi. Sulle Alpi e sull’Appennino centro-settentrionale potrà tornare la neve, inizialmente a quote medio-alte, ma con tendenza ad abbassarsi rapidamente in caso di penetrazione più decisa della massa artica.
Gli aggiornamenti più recenti delineano anche la possibilità di formazione di un ciclone mediterraneo tra il Mar Ligure e il Tirreno settentrionale, innescato dal contrasto termico tra l’aria fredda continentale in arrivo dalla Porta del Rodano e le acque del mare ancora relativamente calde. Questo tipo di configurazione barica è tipica delle stagioni di transizione, ma a novembre può generare fenomeni meteorologici particolarmente intensi, data la maggiore disponibilità di energia potenziale.
Se il vortice ciclonico dovesse isolarsi, come spesso avviene in questi casi, potremmo assistere a una fase di maltempo prolungato su alcune aree del Paese, con piogge persistenti e rischio di nubifragi, in particolare lungo i versanti tirrenici e nelle zone montuose. Non si escludono raffiche di vento di burrasca e locali criticità idrogeologiche, legate a precipitazioni cumulate significative.
A partire dal 20-21 novembre, il fronte freddo potrebbe completare la sua transizione verso sud, estendendo l’aria artica su gran parte del territorio italiano. Le temperature scenderanno sotto la media del periodo, con valori termici più consoni all’inizio dell’inverno meteorologico che non alla seconda decade di novembre. La neve potrebbe fare la sua comparsa anche a quote relativamente basse nelle aree interne dell’Appennino e lungo il versante adriatico, dove le correnti nord-orientali potrebbero favorire rovesci nevosi localizzati.
L’eventuale conferma di questo scenario rappresenterebbe un vero e proprio spartiacque stagionale. Dopo una prima parte di autunno insolitamente mite, l’ingresso di aria artica segnerebbe non solo il ritorno a condizioni termiche più consone al periodo, ma anche il possibile avvio anticipato della stagione invernale. Un avvio repentino e dinamico, che potrebbe aprire le porte a ulteriori irruzioni fredde nel prosieguo della stagione.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
