Nel giro di poche righe affidate ai social, Roberta Bruzzone ha acceso gli interrogativi sul proprio futuro televisivo e in particolare sul rapporto con «Ore 14», il programma di approfondimento di Rai2 condotto da Milo Infante, trasformando un messaggio di ringraziamento in quello che molti hanno letto come un manifesto di rottura e come il preludio a un addio ormai solo da formalizzare.
Il punto di svolta emerge da un lungo post pubblicato dalla criminologa all’indomani degli ottimi ascolti registrati da «Nella mente di Narciso», il format di seconda serata che porta la sua firma e che Rai ha già confermato per due nuove stagioni, consolidandolo come uno dei tasselli centrali della sua attività televisiva. In quel messaggio Bruzzone ringrazia il pubblico per il sostegno, rivendica la centralità di un approccio basato su metodo, rigore e responsabilità e annuncia che il 2026 sarà un anno densissimo di nuovi progetti a cui ha scelto di dedicarsi in maniera prioritaria, lasciando intendere una ridefinizione netta dei propri impegni sul piccolo schermo.
La frase che ha fatto scattare l’allarme tra i telespettatori più attenti arriva subito dopo ed è formulata come una dichiarazione di intenti difficilmente equivocabile: Bruzzone spiega di avere maturato la decisione di impegnarsi soltanto in spazi in cui possa avere pieno controllo sui contenuti, sulla loro affidabilità e sulla loro qualità scientifica, rivendicando un patto di lealtà con il pubblico che si traduce nella promessa di offrire esclusivamente analisi serie, strumenti utili e informazione corretta. Un perimetro che, nella lettura di molti, esclude automaticamente i talk più convulsi e generalisti, nei quali il confronto serrato tra ospiti e l’alternanza di opinioni contrastanti rendono inevitabile un margine di imprevedibilità editoriale.
In questo quadro, il riferimento a «Ore 14» appare quasi naturale: la criminologa è uno dei volti ricorrenti del programma pomeridiano di Rai2 fin dall’esordio del format, nel 2020, e dal 2025 figura anche tra i protagonisti della versione in seconda serata, «Ore 14 Sera», dove il dibattito sui grandi casi di cronaca si fa più acceso e il confronto tra accusa, difesa e commentatori assume spesso toni particolarmente tesi. Proprio in quello studio, nelle ultime settimane, la presenza di Bruzzone è stata al centro di momenti di forte frizione in diretta, a partire dallo scontro con l’avvocato Antonio De Rensis sul tema delle minacce di morte e della campagna d’odio online di cui la criminologa si dice vittima, con un botta e risposta che ha alimentato un clima già carico di tensione.
La sequenza di episodi andata in onda a «Ore 14 Sera» offre una chiave di lettura ulteriore del post. In trasmissione, Bruzzone ha raccontato di essere finita nel mirino di un gruppo organizzato che, a suo dire, la bersaglia da mesi in rete e nella vita professionale, diffondendo contenuti ostili e messaggi d’odio fino a sfociare in minacce di morte esplicite, tanto da richiedere l’intervento di un nucleo investigativo dei Carabinieri. Il confronto in studio, segnato da repliche giudicate troppo tiepide da parte di alcuni interlocutori, ha messo in evidenza quanto la criminologa viva ormai il contesto del talk come un ambiente esposto a dinamiche che esulano dal puro dato tecnico-scientifico e si intrecciano con la polemica permanente, con effetti che, almeno nella percezione dell’interessata, amplificano il bersagliamento sui social.
Sul versante opposto, il post sottolinea con toni molto diversi l’esperienza di «Nella mente di Narciso», la docuserie di cui Bruzzone rivendica la costruzione passo dopo passo come percorso rigoroso dentro i meccanismi del narcisismo patologico, applicato a casi di cronaca che hanno scosso l’opinione pubblica. La criminologa descrive questo progetto come un viaggio complesso ma necessario per comprendere dinamiche di controllo, dipendenza e manipolazione, e insiste sul fatto che si tratti di uno spazio in cui sono bandite le opinioni prive di fondamento scientifico, con una narrazione pensata per offrire chiavi di lettura e strumenti di prevenzione più che per alimentare lo scontro televisivo. È da qui che nasce la contrapposizione implicita: da un lato il format monografico in cui l’esperta governa struttura, linguaggio e contenuti, dall’altro l’arena del talk, in cui la stessa competenza viene chiamata continuamente a misurarsi con logiche di spettacolarizzazione della cronaca.
A rafforzare l’impressione che qualcosa sia destinato a cambiare nel rapporto con «Ore 14» contribuisce uno scambio avvenuto nei commenti al post, dove un follower chiede esplicitamente che cosa accadrà alle sue partecipazioni nel programma di Milo Infante. La risposta di Bruzzone è sintetica ma pesante: definisce «scelte doverose» quelle che sta compiendo e promette che spiegherà meglio quando verrà il momento, senza mai citare direttamente la trasmissione ma lasciando intendere che le decisioni siano ormai state prese. Un chiarimento che, invece di spegnere i sospetti, li ha alimentati, anche alla luce della sua recente assenza da «Ore 14 Sera», giunta proprio mentre il suo programma «Nella mente di Narciso» veniva celebrato per i risultati d’ascolto e confermato per le nuove stagioni.
Il 2026, nelle parole della stessa Bruzzone, sarà segnato da un ulteriore rafforzamento di questo percorso autonomo. Oltre alla prosecuzione della docuserie su Rai2 e RaiPlay, l’agenda della criminologa comprende nuovi progetti teatrali, come lo spettacolo «Amami da morire» atteso al Teatro Colosseo di Torino, centrato sul volto nascosto delle relazioni tossiche e costruito come una indagine dal vivo sui meccanismi della violenza psicologica e del controllo narcisistico. A ciò si aggiungono corsi di formazione, attività accademiche e una costante produzione di contenuti sui propri canali digitali, elementi che concorrono a definire un ecosistema professionale in cui la criminologa tende a privilegiare formati a forte impronta autoriale e didattica, rispetto agli spazi più fluidi e imprevedibili dei talk.
Al momento non risultano comunicazioni ufficiali da parte di Rai o della stessa redazione di «Ore 14» sul futuro del rapporto con Roberta Bruzzone, né annunci formali di addio in diretta, e il quadro resta quindi affidato alle letture che si possono ricavare dalle parole pubblicate sui social e dal progressivo riposizionamento dell’esperta verso progetti propri. Quel che appare evidente, alla luce di quanto emerso nelle ultime settimane, è la volontà della criminologa di legare in modo sempre più stretto la propria immagine pubblica a format in cui il controllo scientifico dei contenuti, la coerenza metodologica e la responsabilità verso il pubblico non siano elementi negoziabili, anche a costo di rinunciare a spazi televisivi di grande visibilità ma percepiti come meno compatibili con questa linea. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
