Fabrizio Corona rilancia sulla morte di Papa Francesco: “Siete sicuri che sia proprio lui?”

L’ex re dei paparazzi aveva promesso di ritirarsi a vita privata se Papa Francesco fosse riapparso pubblicamente dopo il ricovero. Dopo l’apparizione del Pontefice al Gemelli, anziché mantenere l’impegno, Corona rilancia insinuando che si tratti di un sosia.

L’ex re dei paparazzi aveva dichiarato pubblicamente che il Pontefice fosse morto da mesi, promettendo di ritirarsi a vita privata qualora Bergoglio fosse riapparso in video. Dopo l’uscita del Papa dal Policlinico Gemelli, Corona non solo non ha mantenuto la promessa, ma ha alimentato ulteriori teorie complottiste mettendo in dubbio l’identità del Santo Padre con una storia su Instagram che confronta immagini prima e dopo il ricovero, scrivendo provocatoriamente: «Siete sicuri che sia proprio lui?».

La vicenda ha inizio il 14 febbraio 2025, quando Papa Francesco viene ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una bronchite che successivamente evolve in una polmonite bilaterale. Durante il lungo periodo di degenza, protrattosi per ben trentotto giorni, la Sala Stampa della Santa Sede mantiene un profilo comunicativo estremamente riservato, diffondendo soltanto una fotografia che ritrae il Pontefice di spalle mentre prega nella cappella allestita al decimo piano della struttura ospedaliera. Questa scarsità di informazioni e immagini ufficiali, comprensibile considerata la gravità della situazione clinica e la riservatezza richiesta dal paziente stesso, diventa però terreno fertile per speculazioni e teorie complottiste sul reale stato di salute del Santo Padre.

In questo contesto di incertezza informativa si inserisce Fabrizio Corona che, durante un incontro pubblico per la presentazione del suo libro al MaxiMall Pompeii di Torre Annunziata, rilascia dichiarazioni clamorose destinate a diventare virali: «Il Papa è morto da due mesi. Se da qui ai prossimi cinque mesi uscirà un’immagine video dove parla dal vivo, io mi ritirerò a vita privata. Quest’immagine non uscirà mai perché il Papa è morto». Parole che vengono riprese da numerosi media e che generano un’ondata di reazioni sui social media, dove il video dell’ex paparazzo raggiunge in breve tempo milioni di visualizzazioni.

Nella stessa occasione, Corona fornisce quella che considera una prova della sua tesi: «Ora ditemi se è normale che sono usciti un audio finto e una foto finta, di profilo. Ma vi sembra normale? Siamo nel 2025. C’è una foto con la testa così di profilo, non è lui». Un’argomentazione che, nella sua semplicità, riesce ad ottenere credito presso una parte del pubblico, alimentando ulteriormente il clima di sfiducia nei confronti delle comunicazioni ufficiali del Vaticano.

Il 23 marzo 2025, dopo un ricovero di trentotto giorni, Papa Francesco viene finalmente dimesso dal Policlinico Gemelli. Prima di fare ritorno in Vaticano, il Pontefice si affaccia da un balconcino della struttura ospedaliera romana per salutare i fedeli che si sono radunati per manifestargli il loro affetto e la loro vicinanza. «Grazie a tutti!», dice visibilmente provato ma mantenendo il suo caratteristico buonumore. Questa apparizione pubblica, trasmessa dalle televisioni di tutto il mondo, rappresenta una smentita definitiva alle teorie complottiste sulla presunta morte del Santo Padre.

La reazione di Fabrizio Corona non si fa attendere e sorprende per la sua caparbietà nel non ammettere l’errore. Invece di mantenere la promessa di ritirarsi a vita privata come aveva solennemente dichiarato, l’ex re dei paparazzi pubblica una storia su Instagram in cui rilancia la sua teoria, questa volta insinuando un dubbio ancora più insidioso: non che il Papa sia morto, ma che quello visto al balcone del Gemelli sia un sosia. Corona pubblica due immagini affiancate: da un lato una sua foto accanto a quella dell’imitatore Gabriele Vagnato (che lo aveva parodiato durante il Festival di Sanremo), dall’altro due fotografie di Papa Francesco, una scattata prima del ricovero e l’altra durante l’apparizione dal balcone dell’ospedale. A corredo di queste immagini, due frasi eloquenti: «Siete sicuri che sia proprio lui?» e «Trova le differenze».

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Questa nuova provocazione di Corona scatena un’ulteriore ondata di reazioni sui social network, dove migliaia di utenti chiedono all’ex paparazzo di rispettare la promessa fatta e ritirarsi definitivamente dalle scene. La viralità del video in cui Corona dava Bergoglio per morto viene ora rinfacciata all’ex re dei paparazzi, diventato suo malgrado protagonista di quella che appare come una clamorosa gaffe mediatica. Tuttavia, anche in questa apparente sconfitta, Corona sembra trarre vantaggio in termini di visibilità e attenzione mediatica, confermando la sua abilità nel rimanere al centro del dibattito pubblico anche attraverso affermazioni controverse e palesemente infondate.

La vicenda, al di là degli aspetti aneddotici e della dimensione personale legata a Fabrizio Corona, solleva interrogativi più ampi sul sistema dell’informazione contemporaneo e sulla crescente sfiducia nei confronti dei media tradizionali. L’atteggiamento di Corona, caratterizzato dalla delegittimazione costante delle fonti ufficiali e dall’enfatizzazione di teorie alternative prive di fondamento, si inserisce infatti in un fenomeno culturale più ampio che vede figure come l’ex paparazzo cercare di ritagliarsi un ruolo come nuovi player nel mondo dell’informazione, facendo leva proprio sul sentimento di diffidenza che una parte del pubblico nutre nei confronti dei canali informativi consolidati.

In questa prospettiva, l’escamotage utilizzato da Corona per non ammettere l’errore e non rispettare la promessa fatta – insinuare che il Papa visto al Gemelli sia in realtà un sosia – appare come un ulteriore tentativo di alimentare la narrazione complottista e mantenere viva l’attenzione mediatica sulla propria figura. Una strategia che, per quanto discutibile sul piano deontologico, sembra rivelarsi efficace nel garantire all’ex paparazzo quella visibilità che rappresenta la vera valuta nel mondo dei social media e dell’informazione contemporanea.

È significativo notare come, in una giornata che avrebbe dovuto essere interamente dedicata alla notizia positiva delle dimissioni di Papa Francesco dopo un ricovero lungo e difficile, l’attenzione di molti si sia invece concentrata sulle dichiarazioni di Corona, a dimostrazione di come le dinamiche dell’informazione e dell’intrattenimento tendano sempre più a confondersi e sovrapporsi nel panorama mediatico contemporaneo. Un fenomeno che solleva interrogativi sulla qualità del dibattito pubblico e sulla capacità collettiva di distinguere tra notizie verificate e semplici provocazioni finalizzate ad attirare attenzione e generare engagement sui social media.