Pasqua, rincari fino al 40% sul prezzo di uova e colombe

Indagini di Altroconsumo e Codacons rivelano aumenti significativi sui dolci pasquali: colombe +20% e uova di cioccolato fino a +40%. Caro-cacao e crisi del burro le principali cause.

La Pasqua 2025 porta con sé una sorpresa poco gradita per milioni di famiglie italiane: un deciso aumento dei prezzi dei dolci tradizionali che caratterizzano la festività. Le indagini condotte dalle principali associazioni dei consumatori rivelano rincari significativi che colpiscono sia le colombe pasquali sia le uova di cioccolato, con aumenti che in alcuni casi toccano picchi del 30-40% rispetto allo scorso anno, aggravando ulteriormente il peso economico delle celebrazioni pasquali in un periodo già caratterizzato da diffuse difficoltà economiche per molte famiglie.

Una recente indagine realizzata da Altroconsumo, che ha monitorato attentamente i prezzi in 30 punti vendita – 20 negozi fisici e 10 shop online – distribuiti tra Milano e Roma, conferma il quadro preoccupante: i costi delle colombe sono aumentati mediamente del 20% rispetto alla Pasqua 2024, mentre quelli delle uova di cioccolato hanno subito un incremento medio del 5,4%, con punte che in alcuni casi raggiungono il 30%.

Particolarmente colpita dai rincari risulta essere la colomba pasquale classica, che ha registrato l’aumento più consistente tra le tipologie analizzate, con un incremento del 20% che ha portato il prezzo medio da 9,98 euro al chilo del 2024 agli attuali 11,96 euro al chilo, un balzo decisamente superiore rispetto all’andamento dell’inflazione generale. La forbice di prezzo per questo prodotto appare estremamente ampia: si passa dai 3,99 euro al chilo per le referenze più economiche fino ai 31,90 euro al chilo per le varianti premium, evidenziando strategie commerciali fortemente differenziate tra i diversi produttori e canali distributivi.

Le colombe speciali, arricchite con farciture al cioccolato o creme varie, hanno registrato un aumento più contenuto ma comunque significativo, attestandosi attorno al 10% con un prezzo medio che ha raggiunto i 14,06 euro al chilo. In controtendenza appaiono invece le colombe artigianali, che rappresentano un segmento di nicchia con prezzi già naturalmente più elevati (la media è di 38,40 euro al chilo), ma che hanno subito aumenti decisamente più contenuti, limitati a un modesto 1% rispetto all’anno precedente, dimostrando una maggiore stabilità in questa fascia premium del mercato.

Significativo anche il caso di alcuni produttori storici che hanno completamente rivisto il proprio posizionamento sul mercato, come Motta, che ha scelto di abbandonare la fascia economica sostituendola con varianti firmate dallo chef Bruno Barbieri, vendute tra 13,90 e 16,99 euro, puntando chiaramente su un riposizionamento verso l’alto della propria offerta. Un’attenzione particolare viene richiesta ai consumatori riguardo alle confezioni: molte colombe speciali si presentano in formati più piccoli pur mantenendo prezzi simili a quelli delle versioni classiche, con conseguente aumento del costo al chilo, rendendo necessaria una lettura attenta delle etichette per valutazioni comparative efficaci.

Anche il mondo delle uova di cioccolato presenta un quadro complesso e caratterizzato da aumenti diffusi, con un incremento medio del 5,4% che, seppur inferiore a quello registrato nel 2024 (+7,4%), porta il rincaro complessivo nell’ultimo biennio al 13,1%, come evidenziato dai dati raccolti da Altroconsumo. Il prezzo medio al chilogrammo per le uova pasquali ha raggiunto la considerevole cifra di 56,10 euro, ma la ricerca ha individuato prodotti che arrivano a costare fino a 131 euro al chilogrammo, cifre che appaiono decisamente elevate per prodotti dolciari di largo consumo.

La varietà di prezzo nel settore delle uova di Pasqua non dipende tanto dal tipo di cioccolato utilizzato – sia esso fondente o al latte – quanto piuttosto da fattori come il formato, la sorpresa contenuta all’interno e, soprattutto, le licenze legate all’utilizzo di personaggi di cartoni animati, serie televisive o società sportive, elementi che incidono significativamente sul costo finale del prodotto. Un esempio emblematico è rappresentato dalla differenza tra l’uovo Bauli Latte Bimbo, che costa 52,67 euro al chilo, e quello Latte Animaccord Masha e Orso, che raggiunge i 73,16 euro al chilo, con una differenza di oltre 20 euro attribuibile essenzialmente alla licenza del personaggio.

Particolarmente colpite dagli aumenti risultano le uova di cioccolato destinate ai più piccoli, con rincari che partono dal +8,3% per il classico Kinder Gran Sorpresa da 150 grammi (il cui prezzo è passato dagli 11,99 euro del 2024 agli attuali 12,99 euro) e possono arrivare fino al +33% per le marche che utilizzano in licenza loghi e personaggi particolarmente amati dai bambini, come società sportive, cartoni animati o serie televisive di successo. Il Codacons, in una propria indagine parallela, ha rilevato casi ancora più estremi, con aumenti che possono superare il 40% per alcuni marchi premium, con prezzi a confezione che possono toccare i 22 euro, equivalenti a oltre 70 euro al chilogrammo.

Alla base di questi consistenti rincari si trova principalmente la crisi delle materie prime che ha investito due ingredienti fondamentali per la produzione dolciaria pasquale: il cacao e il burro. Le quotazioni del cacao hanno raggiunto livelli record a fine 2024, toccando i 12.000 dollari alla tonnellata, e sebbene attualmente si siano attestate intorno agli 8.000 dollari, rappresentano comunque un aumento del 175% rispetto ai 2.900 dollari del marzo 2023, con inevitabili ricadute sui prezzi finali di tutti i prodotti a base di questo ingrediente.

La crisi del cacao è attribuibile principalmente a fattori climatici che hanno colpito duramente i principali paesi produttori, in particolare Costa d’Avorio e Ghana, dove siccità prolungate alternate a piogge torrenziali hanno decimato i raccolti, riducendo drasticamente l’offerta globale di questa materia prima essenziale. Parallelamente, anche il burro, componente fondamentale per la produzione delle colombe pasquali, ha subito incrementi vertiginosi, con quotazioni che hanno superato gli 8.300 dollari a tonnellata e un aumento dell’83% su base annua secondo i dati della Commissione europea.

A complicare ulteriormente il quadro contribuiscono le persistenti tensioni sul fronte energetico che continuano ad appesantire i costi di produzione delle industrie dolciarie, incidendo in maniera significativa sui prezzi finali praticati ai consumatori. Alcune associazioni dei consumatori, tuttavia, non escludono che dietro questi aumenti possa celarsi anche una componente speculativa, considerando che prodotti come uova di cioccolato e colombe rappresentano acquisti quasi irrinunciabili per la tradizione pasquale italiana, consentendo potenzialmente ai produttori di applicare margini più elevati.

L’impatto di questi rincari si fa sentire anche nel settore della ristorazione, dove il tradizionale pranzo di Pasqua fuori casa subirà incrementi stimati tra il 10% e il 15%, con una spesa media per persona che si aggira attorno ai 50 euro, secondo quanto riportato dal presidente regionale di Federconsumatori dell’Umbria, Paolo Del Caro. In risposta a questi aumenti generalizzati, le associazioni dei consumatori consigliano di prestare particolare attenzione alle offerte promozionali, confrontare i prezzi al chilogrammo tra diverse referenze e verificare attentamente il peso effettivo dei prodotti, in quanto alcune aziende potrebbero mantenere invariato il prezzo finale riducendo però le dimensioni o il peso del prodotto, pratica nota come “shrinkflation”.

La Pasqua 2025 si prospetta quindi all’insegna di una maggiore attenzione alla spesa, con i consumatori chiamati a valutazioni più attente e consapevoli prima di procedere all’acquisto dei tradizionali dolci festivi, in un contesto generale che vede l’esborso complessivo per gli acquisti alimentari legati alle festività pasquali superare i due miliardi di euro, con un incremento stimato di circa 100 milioni rispetto al 2024, confermando l’impatto significativo che questi rincari avranno sul bilancio familiare di milioni di italiani durante il periodo festivo.