Morte Papa Francesco, il Benefattore Misterioso per la Sepoltura Sarebbe Berlusconi

Nel testamento di Papa Francesco emerge un benefattore anonimo che finanzierà la sua sepoltura a Santa Maria Maggiore. Tra le ipotesi, quella di un lascito di Silvio Berlusconi affidato al figlio Piersilvio appare la più accreditata.

Un mistero avvolge le ultime volontà di Papa Francesco. Nel testamento diffuso dalla sala stampa vaticana lo scorso 21 aprile, giorno della scomparsa del Pontefice, emerge un elemento inusuale: la presenza di un benefattore anonimo che si farà carico delle spese per la sepoltura nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Un’evento eccezionale, considerando che tradizionalmente è la Santa Sede a occuparsi delle esequie e della tumulazione dei Papi. Ma chi si cela dietro questo gesto di generosità? Negli ultimi giorni, le indagini giornalistiche hanno ristretto il campo a due possibilità, con una che sembra prevalere nettamente sulle altre.

Nel testamento redatto il 29 giugno 2022, Bergoglio scrive chiaramente: “Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano”. Una formula precisa che conferma la volontà del Pontefice di affidare questo aspetto a una figura esterna al Vaticano, mantenendone però l’identità strettamente riservata. Monsignor Makrickas, arciprete coadiutore della basilica, incaricato di gestire la donazione, si è trincerato dietro un rigoroso silenzio, rispettando evidentemente le indicazioni ricevute dal Papa stesso.

Secondo quanto riportato da Affaritaliani.it, la rosa degli “indiziati” si sarebbe ridotta sostanzialmente a due figure di altissimo profilo. La prima, che appare sempre più accreditata con il passare delle ore, porta a Silvio Berlusconi, attraverso un lascito testamentario che l’ex premier avrebbe affidato al secondogenito Piersilvio. La seconda pista conduce invece alla Corona di Spagna, con una donazione che sarebbe stata voluta personalmente da Re Felipe VI e dalla Regina Letizia, in segno di profonda devozione alla Chiesa cattolica e alla Madonna.

La somma in questione non sarebbe affatto simbolica: si parla di un milione di euro, già accreditati sul conto corrente bancario della Popolare di Sondrio intestato al Capitolo di Santa Maria Maggiore. La causale appare volutamente generica – “Donazione Basilica Papale di Santa Maria Maggiore” – utilizzando lo stesso IBAN normalmente dedicato alle offerte dei fedeli, ma in questo caso con un importo decisamente fuori dall’ordinario. Un versamento che permette di coprire integralmente i costi di realizzazione del sepolcro nella navata laterale tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, come indicato espressamente da Francesco nelle sue ultime volontà.

Fra le due ipotesi, quella che riconduce a Berlusconi appare la più convincente per diverse ragioni. Innanzitutto, l’impegno straordinario profuso dalle reti Mediaset nella copertura giornalistica della malattia e poi della scomparsa di Papa Francesco ha destato l’attenzione degli osservatori. Una mobilitazione senza precedenti che è stata pubblicamente riconosciuta dallo stesso Piersilvio Berlusconi, il quale ha inviato una mail a tutti i dipendenti per elogiare “professionalità e impegno ma anche tempestività, garbo e rigore, all’altezza del ruolo che siamo chiamati a svolgere”. Parole che, rilette alla luce di queste indiscrezioni, assumono un significato particolare e potrebbero nascondere un legame più profondo con la vicenda.

L’ipotesi di un lascito testamentario voluto dal Cavaliere, scomparso nel giugno 2023, non appare peregrina se si considera la sua nota religiosità e i rapporti che la famiglia Berlusconi ha storicamente intrattenuto con le gerarchie ecclesiastiche. Silvio Berlusconi era amico personale del cardinale Camillo Ruini e aveva incontrato più volte privatamente sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI. Con Papa Francesco, invece, i rapporti erano stati più distanti, non risultando incontri personali tra i due. Proprio questa distanza potrebbe aver ispirato un gesto di riconciliazione postuma, un tributo finale che trascende le divergenze terrene.

Questa donazione si inserisce in un contesto più ampio di generosità testamentarie disposte dall’ex premier. Come noto, nel suo testamento Berlusconi aveva destinato 100 milioni di euro ciascuno al fratello Paolo e alla compagna Marta Fascina, oltre a 30 milioni all’amico di lunga data Marcello Dell’Utri. Non apparirebbe dunque incongruente l’ipotesi di un lascito significativo anche per scopi religiosi, affidato alla gestione del figlio che ha raccolto l’eredità mediatica del padre.

Va ricordato che la scelta di Papa Francesco di essere sepolto a Santa Maria Maggiore rappresenta già di per sé una rottura con la tradizione. I pontefici vengono solitamente tumulati nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro. Bergoglio ha invece optato per un luogo a lui particolarmente caro, dove si recava regolarmente in preghiera prima e dopo ogni viaggio apostolico. “Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”, ha scritto nel testamento.

Il Pontefice ha inoltre disposto che il suo sepolcro debba essere “nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”. Una sobrietà che riflette lo stile del suo pontificato e che contrasta con la generosità economica del benefattore misterioso. La tomba sarà collocata in un luogo significativo: il loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (dove è custodita l’icona della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza, in quello che Francesco stesso aveva descritto come “una stanza in cui conservavano i candelabri” e dove “tutto è pronto” per la sua sepoltura.

Il testamento di Papa Francesco contiene anche un messaggio finale di speranza e riconciliazione: “Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”. Parole che assumono una risonanza particolare se messe in relazione con l’identità del possibile benefattore.

Nonostante le crescenti indiscrezioni, il segreto sull’identità del donatore rimarrà probabilmente tale. La riservatezza richiesta da Papa Francesco sembra essere stata rispettata scrupolosamente da tutti i soggetti coinvolti, a partire da monsignor Makrickas. Sia che si tratti di Silvio Berlusconi attraverso il figlio Piersilvio, sia che la generosità provenga dalla famiglia reale spagnola, questo mistero sembra destinato a rimanere uno degli ultimi enigmi legati alla figura di un Papa che ha sempre privilegiato la sostanza all’apparenza, la discrezione alla notorietà. Un’ombra di mistero che, forse, Francesco stesso avrebbe apprezzato come ultimo atto di un pontificato caratterizzato dalla continua ricerca dell’essenziale.