In questa mattinata del 26 aprile 2025, Roma si appresta ad accogliere circa 200mila fedeli per i solenni funerali di Papa Francesco, deceduto lo scorso 21 aprile all’età di 88 anni. Il confronto con l’affluenza registrata per i funerali di Giovanni Paolo II nel 2005, quando si parlò di oltre 3 milioni di pellegrini, ha alimentato interpretazioni contrastanti sulla portata e sull’impatto del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Mentre alcuni analisti attribuiscono questa differenza numerica a un presunto minor gradimento del pontefice argentino, un’analisi più attenta dei dati rivela un quadro decisamente più complesso e articolato.
Secondo le stime della Protezione Civile e della Sala Stampa vaticana, per i funerali odierni di Papa Francesco sono attese tra le 200 e le 300mila persone in Piazza San Pietro e nelle aree limitrofe dotate di maxischermi. Una cifra considerevole che, sebbene inferiore rispetto alle presenze registrate per Giovanni Paolo II, merita una contestualizzazione accurata. Nel caso dei funerali di Karol Wojtyla, infatti, i “tre milioni di pellegrini” si riferiscono al totale delle persone affluite a Roma nell’arco di una settimana, dal 2 all’8 aprile 2005, per rendere omaggio alla salma. I presenti effettivi in Piazza San Pietro durante la cerimonia funebre furono circa 300mila, con altre centinaia di migliaia distribuite nelle piazze adiacenti dove erano stati installati numerosi maxischermi.
Nei giorni precedenti ai funerali di Francesco, circa 250mila persone hanno reso omaggio alla sua salma esposta nella Basilica di San Pietro, un numero significativo sebbene inferiore rispetto alle code chilometriche che caratterizzarono i giorni successivi alla morte di Giovanni Paolo II, quando l’attesa per rendere omaggio al pontefice polacco raggiunse picchi di 20 ore con file lunghe fino a 5 chilometri.
La differenza numerica tra i due eventi non può essere interpretata esclusivamente come indicatore di un minore apprezzamento verso Papa Francesco, ma deve essere collocata all’interno di un più ampio processo di secolarizzazione che sta interessando l’Italia e gran parte del mondo occidentale. I dati ISTAT mostrano un progressivo allontanamento degli italiani dalla pratica religiosa, con una tendenza che precede il pontificato di Bergoglio e che sembra destinata a proseguire negli anni a venire. Particolarmente significativo è il dato relativo ai giovani: solo il 5,8% dei diciottenni e diciannovenni frequentava regolarmente la messa nel 2023.
Questa tendenza secolare è confermata anche dalle ricerche condotte dall’Istituto Ipsos, secondo cui solo il 30% degli italiani ritiene oggi necessario seguire nella propria vita ciò che dicono il papa e la Chiesa. Il 70% della popolazione, invece, non si sente vincolato dai precetti ecclesiali, con punte del 77% nel Nord-Ovest e del 76% nel Centro Italia.
A dispetto della minore affluenza prevista ai funerali, i dati sul gradimento personale di Papa Francesco raccontano una storia diversa da quella di un pontefice non amato. Nel 2015, secondo l’istituto Demopolis, Francesco godeva della fiducia dell86% degli italiani, raggiungendo il 93% tra i cattolici e un sorprendente 67% anche tra coloro che si dichiaravano non cattolici o non credenti. Nessun Papa negli ultimi trent’anni aveva raggiunto livelli simili di apprezzamento, con un distacco di ben 35 punti percentuali rispetto alla fiducia nella Chiesa come istituzione, ferma al 51%.
Questo dato si è parzialmente eroso con il tempo, come dimostra una rilevazione del Pew Research Center che nel 2024 indicava che il 75% dei cattolici americani aveva una buona opinione di Papa Francesco, in calo di 8 punti rispetto al 2021 e di 15 rispetto al 2015. Va notato però che lo stesso sondaggio evidenziava una significativa polarizzazione: mentre l89% dei cattolici democratici esprimeva un giudizio positivo sul Papa, la percentuale scendeva al 63% tra i repubblicani.
I funerali di Papa Francesco, che per sua espressa volontà sono stati pianificati con una cerimonia semplificata, mostrano anche un diverso approccio alla morte e alle esequie pontificie. La nuova versione dell”Ordo Exsequiarum Romani Pontificis”, approvata appena un anno fa, sottolinea chiaramente che le esequie del Papa devono essere vissute come quelle di un pastore e fedele servitore di Cristo, non come i solenni onori riservati ai potenti della Terra.
Questa impostazione riflette lo stile che ha caratterizzato l’intero pontificato di Bergoglio, improntato alla semplicità e alla vicinanza ai poveri e agli emarginati. Non è un caso che, dopo i funerali in Piazza San Pietro, la salma verrà trasferita non nelle Grotte Vaticane come i suoi predecessori, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove sarà accolta proprio dai poveri in un gesto profondamente simbolico e coerente con il messaggio evangelico che ha guidato tutto il suo pontificato.
Dai dati emerge anche l’ampia partecipazione istituzionale, con circa 130 delegazioni ufficiali provenienti da ogni parte del mondo, composte da capi di Stato e di governo giunti a Roma per rendere omaggio al Pontefice. Tra questi figurano il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e molti altri leader mondiali, a testimonianza del rispetto internazionale guadagnato dal pontefice argentino.