L’esordio di Like a Star, il nuovo talent show condotto da Amadeus sul canale Nove, si è rivelato un passaggio cruciale ma allo stesso tempo problematico per la carriera televisiva del conduttore, segnando un ulteriore capitolo nella serie di difficoltà riscontrate dopo il suo addio alla Rai. La prima puntata, trasmessa mercoledì 14 maggio 2025, ha raccolto appena 473.000 spettatori, pari a uno share del 2,4% nella fascia principale di messa in onda, dalle 21:35 alle 23:26. Il dato, già di per sé modesto, si è ulteriormente ridotto nei segmenti successivi: 379.000 spettatori (3,3%) per il segmento “La Sfida” dalle 23:31 alle 23:58 e 276.000 spettatori (3,7%) per “Ultima Chance” dalle 00:02 alle 00:28, confermando una perdita progressiva di pubblico nel corso della serata.
Il risultato di “Like a Star” si inserisce in un contesto competitivo particolarmente sfavorevole, dominato dalla finale di Coppa Italia su Rai1, che ha registrato oltre 6,5 milioni di spettatori e uno share del 30,9%, lasciando agli altri programmi della serata solo le briciole in termini di pubblico. Tuttavia, anche tenendo conto della concorrenza eccezionale, il dato Auditel del nuovo format Discovery non raggiunge neppure i livelli minimi di competitività previsti per una prima serata generalista, soprattutto considerando che si trattava del debutto di un progetto fortemente promosso e affidato a uno dei volti più noti della televisione italiana.
Il format di “Like a Star” si basa su una gara tra concorrenti chiamati a imitare grandi icone della musica, giudicati da una commissione composta da Serena Brancale, Elio e Rosa Chemical. La vittoria della prima puntata è andata ad Adolfo Durante, interprete del team Mina, che ha raccolto consensi sia in studio sia tra il pubblico da casa. Nonostante ciò, la reazione sui social network è stata fortemente polarizzata: da un lato, alcuni utenti hanno apprezzato la novità e la presenza di Amadeus, dall’altro molti hanno criticato la formula, ritenuta troppo simile a quella di “Tale e Quale Show” di Rai1, e la mancanza di originalità nei meccanismi di gara. Il dibattito online ha quindi evidenziato una spaccatura tra sostenitori e detrattori, ma soprattutto ha messo in luce una generale insoddisfazione rispetto alle aspettative generate dal ritorno di Amadeus con un nuovo format.
Lo scarso risultato di “Like a Star” non rappresenta un episodio isolato ma si inserisce in una tendenza ormai consolidata per il conduttore sul Nove. Già con “Chissà chi è”, il game show che aveva segnato il suo debutto sulla rete Discovery, Amadeus aveva registrato ascolti ben al di sotto delle aspettative: share costantemente tra il 2,1% e il 2,9%, con una platea di spettatori oscillante tra i 389.000 e i 602.000, dati che hanno reso il programma uno dei flop più evidenti della stagione televisiva. Nonostante alcuni tentativi di rilancio, tra cui lo spostamento dell’orario di messa in onda e modifiche al format, la risposta del pubblico non è mai arrivata, costringendo la rete a riflettere su possibili strategie correttive senza però mettere in discussione la centralità del conduttore nel palinsesto.
L’analisi delle cause di questo insuccesso va ricercata sia nella struttura dei format proposti sia nel mutato contesto televisivo. Amadeus, reduce da un quinquennio di grandi successi in Rai, in particolare con il Festival di Sanremo e con “I Soliti Ignoti”, si è trovato a dover affrontare un pubblico profondamente diverso, meno abituato ai grandi show generalisti e più orientato verso una programmazione di nicchia, come quella tipica del Nove. Il pubblico della prima serata di Rai1, tradizionalmente fedele e abitudinario, non ha seguito il conduttore nel nuovo percorso, lasciando Amadeus privo di quella base solida che aveva garantito i suoi precedenti successi. Inoltre, la scelta di format che ricalcano modelli già noti e consolidati, senza apportare elementi realmente innovativi, ha contribuito a una percezione di già visto, penalizzando ulteriormente la capacità di attrazione sui target più giovani e dinamici.
Lo scenario competitivo attuale vede la televisione generalista sempre più polarizzata tra pochi grandi eventi capaci di raccogliere milioni di spettatori e una moltitudine di programmi che faticano a superare la soglia di visibilità. In questo contesto, il passaggio di Amadeus al Nove, sebbene motivato dalla volontà di sperimentare nuovi linguaggi e format, si sta rivelando più rischioso del previsto. La difficoltà di fidelizzare il pubblico su una rete ancora giovane e la presenza di competitor fortissimi nelle stesse fasce orarie rendono la sfida ancora più ardua, come dimostrano i dati di share e spettatori delle ultime settimane.
Le prospettive per il futuro di “Like a Star” e, più in generale, per la presenza di Amadeus sul Nove restano dunque incerte. Se da un lato la rete ha ribadito il proprio sostegno al conduttore e la volontà di lavorare su nuovi format, dall’altro i numeri impongono una riflessione profonda sulle strategie editoriali e sulla necessità di rinnovare davvero l’offerta, evitando la semplice riproposizione di schemi già visti. Amadeus stesso ha dichiarato di essere consapevole delle difficoltà e di voler continuare a sperimentare, ma la realtà dei dati Auditel suggerisce che, almeno per ora, il pubblico non ha premiato le sue ultime proposte.
In definitiva, il debutto di “Like a Star” rappresenta un segnale chiaro: la forza di un conduttore, per quanto consolidata, non basta da sola a garantire il successo di un programma, soprattutto in un panorama televisivo in rapida evoluzione e con un pubblico sempre più esigente e frammentato. Per Amadeus e per il Nove si apre ora una fase di ripensamento, nella quale sarà fondamentale individuare nuove strade per riconquistare l’attenzione e la fiducia degli spettatori.