Papa Leone XIV ha ribadito oggi la posizione tradizionale della Chiesa cattolica sulla famiglia, definendola come un’istituzione “fondata sull’unione stabile tra uomo e donna”, durante la sua prima udienza ufficiale con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il Pontefice americano, a soli otto giorni dalla sua elezione al soglio pontificio, ha voluto sottolineare l’importanza del nucleo familiare tradizionale, definendolo una “società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”, marcando così una distanza dalle aperture che il suo predecessore aveva mostrato nei confronti delle coppie omosessuali.
La dichiarazione è giunta nel contesto di un ampio discorso incentrato sulla pace e sulla necessità di costruire “società civili armoniche e pacificate”, obiettivo che secondo il Santo Padre può essere raggiunto “anzitutto investendo sulla famiglia”. Questo passaggio ha immediatamente attirato l’attenzione degli osservatori vaticani, poiché sembra segnare un cambio di rotta rispetto alle posizioni di Papa Francesco, che aveva spiazzato il mondo con il suo celebre “Chi sono io per giudicare?” pronunciato durante una conferenza stampa nel luglio 2013 e, più recentemente, con l’autorizzazione alla benedizione delle coppie omosessuali, pur mantenendo ferma la dottrina tradizionale sul matrimonio.
Robert Francis Prevost, divenuto Papa Leone XIV lo scorso 8 maggio, è il primo pontefice nella storia proveniente dagli Stati Uniti d’America e il secondo originario del continente americano dopo Francesco. La sua elezione, avvenuta al quarto scrutinio del conclave iniziato il 7 maggio, è stata considerata inaspettata da molti commentatori: per decenni si era ritenuto che, finché gli Stati Uniti fossero rimasti la principale potenza mondiale, l’elezione di un papa americano avrebbe potuto suggerire un eccessivo allineamento di potere. Tuttavia, il suo passato missionario e la sua profonda conoscenza delle realtà extra-occidentali sono stati valutati come elementi complementari che hanno favorito la sua scelta come figura di mediazione.
Fin dal suo primo discorso pubblico come Papa, Leone XIV ha posto l’accento sulla pace, definendola “disarmata e disarmante, umile e perseverante”, e sull’importanza del dialogo e dell’incontro per costruire ponti tra le diverse realtà sociali e culturali. Nel suo messaggio dalla loggia di San Pietro ha invitato i fedeli a “essere un solo popolo, sempre in pace”, riprendendo le tradizionali vesti papali che il suo predecessore non aveva utilizzato, come l’abito corale, la mozzetta rossa e la stola papale.
Nella giornata di oggi, incontrando gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, Papa Leone XIV ha voluto approfondire la sua visione della pace, descrivendola non come “mera assenza di guerra e di conflitto” né come “una semplice tregua”, ma come “un dono attivo, coinvolgente, che interessa e impegna ciascuno di noi” e che “esige anzitutto un lavoro su se stessi”. In questo contesto, ha fatto riferimento ai conflitti che affliggono il mondo contemporaneo, in particolare quelli in Ucraina e in Terra Santa, ribadendo la necessità di “sradicare le premesse di ogni conflitto e di ogni distruttiva volontà di conquista”.
Il Pontefice ha inoltre sottolineato l’importanza della diplomazia multilaterale e delle istituzioni internazionali, create proprio per “porre rimedio alle contese che potessero insorgere in seno alla comunità internazionale”. In questo quadro, ha ribadito la necessità di “smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte”, riecheggiando l’ultimo messaggio Urbi et Orbi di Papa Francesco, secondo cui “nessuna pace è possibile senza un vero disarmo e l’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”.
Sul tema dei diritti civili, le posizioni di Papa Leone XIV sembrano differenziarsi da quelle del suo predecessore. Prima della sua elevazione al pontificato, quando era vescovo in Perù, Prevost aveva criticato la crescente simpatia per le famiglie omosessuali e si era opposto all’introduzione della teoria del gender nelle scuole peruviane, definendola “confusa” e promotrice di “generi che non esistono”. Queste posizioni passate e la sua dichiarazione odierna suggeriscono un orientamento più conservatore rispetto alle questioni di genere e alle unioni tra persone dello stesso sesso.
Tuttavia, il nuovo Papa sembra voler mantenere la linea tracciata da Francesco su altri temi fondamentali, come l’attenzione ai poveri, ai bisognosi e agli emarginati, la salvaguardia del creato e la riflessione etica sull’intelligenza artificiale. Nel suo discorso agli ambasciatori ha infatti ribadito la necessità di “combattere ogni indifferenza e richiamare continuamente le coscienze, come ha fatto instancabilmente il mio venerato predecessore”.
In questo senso, Papa Leone XIV sembra voler caratterizzare il suo pontificato come una sintesi tra elementi di continuità con il magistero di Francesco, soprattutto sui temi della pace, dell’ecologia e della lotta alle disuguaglianze, e un ritorno a posizioni più tradizionali su questioni inerenti alla morale sessuale e familiare. La sua formazione come agostiniano emerge chiaramente nel suo approccio pastorale, come ha ricordato egli stesso citando Sant’Agostino: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”.
La comunità LGBTQ+ cattolica osserva con attenzione l’evoluzione del nuovo pontificato. Organizzazioni come New Ways Ministry e DignityUSA, che avevano accolto con favore le aperture di Papa Francesco, speravano in una continuazione di quel percorso di inclusione. La dichiarazione di oggi potrebbe rappresentare una battuta d’arresto per queste aspettative, sebbene sia ancora presto per delineare con precisione quale sarà l’approccio complessivo del Pontefice su questi temi delicati.
È significativo che questa presa di posizione sulla famiglia tradizionale sia avvenuta proprio nel contesto di un incontro diplomatico, a sottolineare la volontà della Santa Sede di mantenere fermi alcuni principi dottrinali anche nel dialogo con le istituzioni internazionali e i rappresentanti degli Stati. La diplomazia vaticana, come ha ricordato lo stesso Papa Leone XIV, “è animata da una urgenza pastorale che la spinge non a cercare privilegi ma ad intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità”.
Nei prossimi giorni, l’attenzione sarà rivolta all’insediamento ufficiale del nuovo Pontefice, previsto per il 18 maggio, quando Papa Leone XIV riceverà il pallio, simbolo del suo ministero di pastore universale. Sarà interessante osservare se in quell’occasione il Papa tornerà sui temi della famiglia e della morale sessuale o se preferirà concentrarsi su altri aspetti del suo programma pontificio.