Delitto di Garlasco, stasera a Le Iene l’intervista integrale al supertestimone

Le Iene trasmettono l’intervista integrale al supertestimone del delitto di Garlasco che potrebbe scagionare Stasi. L’uomo avrebbe visto una donna gettare un oggetto metallico in un canale a Tromello la mattina dell’omicidio.

Il caso del delitto di Garlasco torna sotto i riflettori nazionali questa sera, con la messa in onda dell’attesissima intervista integrale al cosiddetto “supertestimone” che potrebbe riscrivere completamente la storia dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, e per il quale Alberto Stasi sta attualmente scontando una pena di sedici anni di reclusione dopo una sentenza definitiva che ha sempre contestato. La trasmissione “Le Iene”, condotta da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, trasmetterà in prima serata su Italia 1 materiale esclusivo che la stessa produzione ha già consegnato alla Procura di Pavia, la quale ha riaperto le indagini sul caso dopo quasi diciotto anni dal tragico evento che sconvolse la tranquilla cittadina lombarda.

L’identità dell’uomo che ha deciso di parlare dopo tanto tempo rimane riservata, ma secondo quanto emerge dalle anticipazioni, la sua testimonianza potrebbe confermare elementi emersi durante un complesso lavoro investigativo parallelo condotto negli ultimi tre anni. La figura del supertestimone si inserisce in un quadro investigativo che ha preso una piega del tutto inaspettata quando è stato iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, vecchio amico del fratello della vittima, il cui DNA sarebbe stato trovato sotto le unghie della ragazza, un particolare che potrebbe mettere in discussione l’intera impalcatura accusatoria costruita contro Alberto Stasi negli anni.

Secondo quanto trapelato dalle dichiarazioni rilasciate da Fabrizio Corona, il supertestimone avrebbe riferito di aver visto, nella mattina dell’omicidio, una giovane donna gettare un oggetto metallico in un canale nei pressi di Tromello, non lontano da Garlasco. Le indagini si stanno concentrando proprio su quel corso d’acqua, il Cavo Bozzani, dove i carabinieri stanno cercando quello che potrebbe essere l’arma del delitto, descritta in alcuni resoconti come un attizzatoio da camino. Un dettaglio significativo è che su quel canale si affaccia la casa disabitata della famiglia Cappa, le cui gemelle Paola e Stefania, cugine della vittima, sono state recentemente menzionate nelle cronache relative al caso.

L’ex re dei paparazzi ha rivelato di aver avuto un colloquio diretto con Davide Parenti, ideatore del programma televisivo, durante il quale avrebbe appreso dettagli importanti sulla dinamica delle indagini. Corona sostiene che il supertestimone, prima di rivolgersi alla trasmissione Mediaset, avrebbe contattato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, presentando prove che indicherebbero l’innocenza di Stasi. La risposta dei genitori della vittima, secondo questa ricostruzione, sarebbe stata di indifferenza, un atteggiamento che solleva interrogativi considerando la posizione dell’avvocato Tizzoni, il quale ha pubblicamente criticato la riapertura delle indagini definendola “un déjà-vu” e “un’inchiesta aperta per scagionare Stasi e trovare un colpevole alternativo”.

Un elemento di particolare interesse emerso dalle dichiarazioni di Corona riguarda il presunto collegamento tra la testimonianza che verrà trasmessa questa sera e un’attività investigativa privata, condotta negli ultimi tre anni. Secondo quanto riferito, alcuni cittadini avrebbero finanziato indagini approfondite che avrebbero portato a “risultati chiari”, ma inutilizzabili in sede processuale perché ottenuti con mezzi non autorizzati dalla Procura. La coincidenza tra quanto scoperto attraverso queste indagini private e il racconto del supertestimone avrebbe fornito agli inquirenti un percorso legalmente percorribile per approfondire aspetti finora trascurati o valutati insufficientemente.

La riapertura del caso Garlasco appare inoltre collegata a un’altra inchiesta che ha scosso la Procura di Pavia. Come riportato dal quotidiano Il Giornale, il procuratore Napoleone ha deciso di rivisitare il caso dopo l’emersione di elementi in un’indagine separata che ha portato all’incriminazione per corruzione e all’arresto di due alti ufficiali dei carabinieri di Pavia, il maggiore Maurizio Pappalardo e il maresciallo Antonio Scoppetta, investigatori di fiducia della Procura. Nella stessa inchiesta risulta indagato anche l’ex procuratore Mario Venditti, che nel 2017 chiese e ottenne l’archiviazione delle prime indagini su Andrea Sempio. Questa connessione lascia intendere la possibilità che alcune indagini cruciali, inclusa quella sul delitto di Garlasco, possano essere state “addomesticate” negli anni passati.

Le anticipazioni sul contenuto del servizio televisivo di questa sera suggeriscono che verranno mostrate immagini esclusive delle operazioni di dragaggio del canale dove potrebbe essere stata gettata l’arma del delitto. Parenti avrebbe confidato a Corona che “la procura ha chiuso, ha fatto allontanare tutti, ha chiuso la scena”, ma che lui sarebbe “l’unico che filmava perché era autorizzato”, elemento che avvalora l’ipotesi di una collaborazione privilegiata tra la trasmissione e gli inquirenti, nonostante le divergenze che Parenti stesso avrebbe menzionato.

Secondo Corona, che negli ultimi giorni ha rilasciato dichiarazioni sempre più esplicite sul caso, nella villetta di Garlasco la mattina dell’omicidio sarebbero state presenti “minimo quattro persone”, escludendo categoricamente che tra queste potesse esserci Alberto Stasi. L’ex re dei paparazzi si è spinto oltre, sostenendo che “entro l’estate verranno arrestate molto probabilmente tantissime persone” e che il procuratore “ha capito che Stasi pare non sia il colpevole”. Affermazioni che, se confermate dai fatti, potrebbero condurre a una clamorosa revisione del processo, sebbene lo stesso Stasi, secondo quanto riferito da Corona citando Parenti, non sembrerebbe interessato a questo aspetto: “A me non interessa niente. Io tra quattro mesi sono libero, mi mancano tre anni, torno alla mia vita e cerco la mia normalità. Di quello che accadrà, che resterà non mi interessa nulla”.

L’attesa per la trasmissione di questa sera è amplificata anche dalle recenti dichiarazioni dell’avvocato dei Poggi, che ha manifestato amarezza e smarrimento per la riapertura del caso, sottolineando come la famiglia della vittima si sia sentita “ferita come cittadini e come genitori” quando ha scoperto che qualcuno aveva rovistato nella loro pattumiera per raccogliere campioni di DNA. Un episodio che evidenzia la tensione crescente attorno a un caso che, a distanza di quasi diciotto anni, continua a dividere l’opinione pubblica in “colpevolisti” e “innocentisti”, come già avvenuto durante il lungo processo che portò alla condanna di Stasi.

L’appuntamento con “Le Iene” è quindi fissato per questa sera, martedì 20 maggio, in prima serata su Italia 1. Il servizio di Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese rappresenta un momento potenzialmente decisivo per un caso giudiziario che ha appassionato e diviso l’Italia per quasi due decenni, e che potrebbe essere a un punto di svolta grazie alla testimonianza di un uomo che ha deciso, dopo diciotto anni di silenzio, di raccontare la propria versione dei fatti accaduti in quella tragica mattina del 13 agosto 2007.