Paolo Bonolis ha recentemente svelato un retroscena inedito sulla sua storica trasmissione Ciao Darwin, programma che ha segnato profondamente la storia della televisione italiana per oltre 25 anni, concludendosi definitivamente nel febbraio 2024. Durante l’ultima puntata del PoretCast, il podcast condotto da Giacomo Poretti pubblicato lo scorso 17 maggio, il conduttore ha condiviso la storia di una puntata che non è mai stata realizzata a causa di un intervento diretto dell’ex premier Silvio Berlusconi.
L’idea, che risale al periodo in cui Berlusconi ricopriva la carica di Presidente del Consiglio, prevedeva uno scontro tra due categorie particolarmente provocatorie: i Papa Boys contro le Papi Girls. Una sfida che, nelle intenzioni di Bonolis, avrebbe mantenuto lo spirito irriverente e provocatorio che ha sempre caratterizzato il programma, ma che fu bloccata sul nascere.
«Ho bellissimi ricordi di Ciao Darwin, abbiamo fatto cose che adesso sarebbero impensabili, come bianchi contro neri o omo contro etero», ha ricordato Bonolis durante l’intervista. «Poi c’è una puntata invece che non sono mai riuscito a fare, era una puntata che volevo realizzare negli anni della presidenza di Silvio Berlusconi. Avevo questa idea, lui mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Guardi, forse sarebbe il caso di evitare’. Io ho risposto: ‘La capisco, presidente, lasciamola stare’. Era una cosa carina, era Papa Boys contro Papi Girls. Non l’ho fatta, però mi faceva ridere».
Un programma nato da una bottiglia di vino
Ciao Darwin ha rappresentato un unicum nel panorama televisivo italiano, mescolando varietà e game show in un formato che giocava ironicamente con la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. Nato nel 1998 da un’idea di Paolo Bonolis e Stefano Magnaghi, il programma è andato in onda per nove edizioni non consecutive, concludendosi definitivamente il 23 febbraio 2024.
Come ha raccontato lo stesso Bonolis in Ciao Darwin Rewind: «Un’avventura durata 25 anni. Eravamo io e Stefano Magnaghi e bevevamo molto vino e questo ha dato vita a questo universo parallelo che è stato Ciao Darwin». Il format prevedeva la sfida tra due squadre rappresentanti categorie umane antitetiche, con l’obiettivo dichiarato, seppur in chiave ironica, di scoprire quale delle due fosse evolutivamente più forte.
Il conduttore ha più volte sottolineato la dimensione politica e sociale del programma: «Ciao Darwin nasce sotto degli spunti molto interessanti, nasce sotto uno spirito politico, per sottolineare l’assurdità dell’antinomia. Crearsi un avversario per poter gestire meglio il potere, infatti la trasmissione vede sempre due categorie opposte l’una all’altra».
La puntata più difficile: attrici drammatiche contro star del cinema per adulti
Durante l’intervista con Poretti, Bonolis ha anche rivelato quale sia stata la puntata più complessa da gestire in tutti questi anni di trasmissione. Si trattò del confronto tra le attrici di arte drammatica e le star del cinema per adulti, un’edizione che richiese misure di sicurezza eccezionali per contenere la situazione in studio.
«La puntata più temibile che abbiamo fatto di Ciao Darwin fu quella dove c’erano da una parte le ‘attrici d’arte drammatica’ contro le ‘attrici del cinema per adulti’. Fu bellissima», ha raccontato il conduttore. «Quella è stata difficile, ma non posso spiegarti il perché, è davvero indescrivibile. Abbiamo dovuto triplicare il servizio d’ordine. Non puoi capire cosa c’era nello studio. Queste non erano attrici per adulti, queste erano demoni. Dei demoni perversi disposti a qualunque cosa».
La rivelazione offre uno spaccato interessante sul dietro le quinte di un programma che ha sempre giocato con i limiti della provocazione televisiva, mantenendo però un approccio che Bonolis definisce essenzialmente ludico: «È un programma fatto con una gioia ludica. Giochiamo con le cose serie e non prendendo seriamente quelle giocose».
L’addio commosso a un’era televisiva
Il 23 febbraio 2024 si è conclusa definitivamente l’avventura di Ciao Darwin, con un Paolo Bonolis visibilmente commosso che ha voluto salutare il pubblico con parole cariche di emozione: «Se non sbaglio tutto è cominciato nel lontano 1998, termina nel 2024 e tante persone dovrei ringraziare di questo lungo percorso. Le ringrazio con delle immagini e vi ringrazio per essere stati così tanti e così sempre con noi».
Durante quella puntata finale, il conduttore ha avuto anche un dolce momento personale, salutando la figlia Silvia, 21 anni, presente in studio: «Ciao Silvia, ciao amore mio», un gesto che ha mostrato il lato più umano e intimo di un professionista sempre attento ai rapporti personali.
Nella sua riflessione finale sul significato della provocazione e della trasgressione, Bonolis ha offerto una chiave di lettura del suo approccio professionale: «Non è che è divertente la trasgressione. È ridicola l’affettazione del comportamento. È quello che è grottesco. Quella è una maschera ipocrita, quegli atteggiamenti sempre ponderati, come se si camminasse sulle uova, anche nei rapporti interpersonali».
«Mi piace regalare un sorriso», ha concluso il conduttore. «Credo che sia una delle cose più belle che si possa fare. Regalare un sorriso e riceverlo. E credo che questo passi anche attraverso la gentilezza, che è una cosa che manca molto in questi tempi. E la gentilezza è anche la capacità di saper sorridere di sé, senza prendersi troppo sul serio. È tutto qua».
Le rivelazioni di Bonolis al PoretCast offrono uno sguardo privilegiato su un programma che, al di là delle critiche e delle controversie, ha saputo raccontare l’Italia attraverso le sue contraddizioni, utilizzando l’ironia e la provocazione come strumenti di lettura della società. Un programma che, come ha sottolineato lo stesso conduttore, non aveva paura di «giocare con le cose serie», mantenendo sempre quella leggerezza che, in fondo, è ciò che il pubblico cercava.
Con la chiusura di Ciao Darwin si conclude un capitolo importante della televisione italiana, un format che ha saputo evolversi negli anni pur mantenendo la sua identità di base e che ha accompagnato diverse generazioni di spettatori attraverso i cambiamenti della società e del costume.