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Salute, sempre più vicino il vaccino universale contro il cancro: ecco di cosa si tratta

La ricerca internazionale avanza verso vaccini universali anti-cancro basati su mRNA, con risultati promettenti dall’Università della Florida e trials clinici di Moderna, BioNTech per diverse neoplasie, puntando alla commercializzazione entro il 2030.

La ricerca scientifica internazionale sta compiendo passi significativi verso la realizzazione di un vaccino universale contro il cancro, una sfida che fino a pochi anni fa sembrava appartenere al mondo della fantascienza. Grazie all’avanzamento della tecnologia dell’RNA messaggero, la stessa utilizzata per i vaccini anti-COVID-19, i ricercatori stanno sviluppando terapie immunoterapiche in grado di combattere diversi tipi di tumore attraverso un approccio standardizzato e potenzialmente applicabile su larga scala.

L’Università della Florida ha pubblicato uno studio rivoluzionario su Nature Biomedical Engineering che descrive un vaccino sperimentale a mRNA in grado di potenziare significativamente gli effetti dell’immunoterapia contro diversi tipi di tumore nei modelli animali. Il team guidato dall’oncologo pediatrico Elias Sayour ha dimostrato che questo vaccino non necessita di mirare a specifici antigeni tumorali, ma funziona stimolando il sistema immunitario a reagire come se stesse combattendo un’infezione virale generica. Il meccanismo si basa sull’induzione dell’espressione della proteina PD-L1 all’interno dei tumori, rendendoli più vulnerabili all’attacco delle cellule immunitarie .

Negli esperimenti condotti su modelli murini di melanoma, tumori cerebrali, ossei e cutanei, la combinazione del vaccino universale con i farmaci inibitori del checkpoint immunitario ha prodotto risultati che i ricercatori definiscono sorprendenti. In alcuni casi, il vaccino ha funzionato anche da solo, senza bisogno di terapie aggiuntive, portando alla completa eliminazione delle masse tumorali . Questa scoperta rappresenta un potenziale cambio di paradigma nell’approccio terapeutico oncologico, suggerendo che è possibile sviluppare un vaccino che funzioni contro qualsiasi tipo di cancro attraverso la stimolazione di una risposta immunitaria ad ampio spettro.

Parallelamente agli sviluppi di un approccio universale, il campo dei vaccini personalizzati a mRNA sta registrando progressi altrettanto significativi. Il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York ha pubblicato risultati promettenti di uno studio di fase I su un vaccino a RNA neoantigenici per l’adenocarcinoma duttale del pancreas, uno dei tumori più letali. Il vaccino cevumeran autogeno è progettato per codificare fino a 20 neoantigeni specifici del tumore del paziente, inducendo lo sviluppo di linfociti T CD8+ funzionali e di lunga durata. Otto dei sedici pazienti vaccinati hanno sviluppato forti risposte immunitarie, registrando un minor numero di recidive durante il periodo di studio .

Moderna, in collaborazione con Merck, ha ottenuto risultati incoraggianti nella lotta contro il melanoma con il suo vaccino sperimentale mRNA-4157-V940. Lo studio di fase 2b, condotto su 157 pazienti con melanoma di stadio III/IV, ha dimostrato che la combinazione del vaccino con il farmaco immunoterapico pembrolizumab riduce del 44% il rischio di ricaduta o morte rispetto alla sola immunoterapia. Questi risultati hanno spinto la Food and Drug Administration statunitense a concedere la procedura di revisione accelerata, aprendo la strada a una possibile approvazione entro la fine del decennio .

BioNTech, l’azienda tedesca che ha sviluppato il vaccino anti-COVID-19 insieme a Pfizer, sta concentrando i suoi sforzi su diversi fronti oncologici. Il vaccino BNT116 contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule è attualmente in fase di sperimentazione clinica di fase I in sette paesi, coinvolgendo 34 centri di ricerca. Questo vaccino utilizza la tecnologia dell’mRNA per presentare al sistema immunitario specifici marcatori tumorali, preparando l’organismo a riconoscere e attaccare le cellule cancerose. La co-fondatrice dell’azienda, Özlem Türeci, ha dichiarato che i primi candidati della pipeline di vaccini anticancro personalizzati potrebbero ricevere l’autorizzazione prima del 2030 .

L’approccio dei vaccini terapeutici a mRNA si distingue dalle tradizionali terapie oncologiche per diversi aspetti fondamentali. A differenza della chemioterapia, che non distingue tra cellule sane e malate causando significativi effetti collaterali, questi vaccini sono progettati per rafforzare la risposta immunitaria del paziente in modo mirato. Il principio di funzionamento si basa sull’introduzione di molecole di mRNA che portano al sistema immunitario le istruzioni per riconoscere specifiche proteine tipiche delle cellule tumorali, attivando una risposta immunitaria duratura e specifica .

La personalizzazione rappresenta uno degli aspetti più innovativi di questa tecnologia. Il processo inizia con l’analisi genomica del tessuto tumorale del paziente per identificare i neoantigeni specifici, ovvero le nuove proteine che emergono sulle cellule tumorali a seguito delle mutazioni del DNA. Questi dati vengono quindi utilizzati per progettare un vaccino su misura che insegna al sistema immunitario del paziente a riconoscere e distruggere le cellule tumorali caratterizzate da quelle specifiche mutazioni. Attualmente, il tempo necessario per produrre un vaccino personalizzato è di circa sei settimane, con un costo stimato di 100.000 dollari, ma l’obiettivo delle aziende del settore è quello di ridurre significativamente entrambi i parametri .

Le prospettive regolatorie per questi vaccini appaiono incoraggianti, nonostante le sfide ancora da superare. L’Agenzia europea dei medicinali ha registrato un anno record nel 2024 con 114 nuovi medicinali raccomandati, di cui 25 sono farmaci antineoplastici, dimostrando l’intenso investimento dell’industria farmaceutica nel settore oncologico. Tuttavia, persistono differenze significative tra le approvazioni dell’FDA americana e dell’EMA europea, con discrepanze clinicamente rilevanti nel 52% delle indicazioni terapeutiche, spesso con l’agenzia statunitense che concede indicazioni più ampie .

L’integrazione dei vaccini a mRNA con altre terapie avanzate promette di amplificare ulteriormente l’efficacia terapeutica. BioNTech sta sviluppando BNT211, il primo trattamento che combina terapia CAR-T e vaccini a mRNA, attualmente in studio clinico di fase I/II per tumori solidi avanzati. In questo approccio innovativo, il vaccino a mRNA agisce come un sistema di puntamento per le cellule CAR-T, favorendo il riconoscimento e l’uccisione delle cellule tumorali che esprimono l’antigene CLDN-6 .

Nonostante i progressi promettenti, rimangono diverse sfide da superare. I risultati più significativi sono stati finora ottenuti solo su modelli animali per quanto riguarda l’approccio universale, mentre i vaccini personalizzati sono ancora in fase di sperimentazione clinica iniziale. La comunità scientifica sottolinea la necessità di cautela, considerando che un attivatore immunitario così potente potrebbe scatenare reazioni eccessive, come fenomeni autoimmuni o infiammazioni sistemiche. Inoltre, la produzione su larga scala di vaccini personalizzati richiede infrastrutture avanzate, tempi rapidi di sequenziamento genetico e piattaforme automatizzate di sintesi, elementi che comportano costi elevati e potrebbero limitarne l’accessibilità .

Le previsioni per il futuro dei vaccini anticancro a mRNA sono ottimistiche ma realistiche. Le principali aziende del settore, supportate da ingenti investimenti pubblici e privati, puntano a commercializzare i primi vaccini terapeutici entro il 2030. Paul Burton, capo dello staff medico di Moderna, ha dichiarato che questi vaccini "salveranno molte centinaia di migliaia, se non milioni, di vite". Parallelamente, la tecnologia dell’mRNA sta dimostrando potenzialità anche nel trattamento di malattie cardiovascolari, autoimmuni e neurodegenerative, aprendo scenari terapeutici ancora più ampi .

L’evoluzione dei vaccini anticancro a mRNA rappresenta una delle frontiere più promettenti della medicina contemporanea, combinando l’esperienza acquisita durante la pandemia di COVID-19 con decenni di ricerca immunologica. Sebbene la strada verso un vaccino universale contro il cancro rimanga complessa e richieda ulteriori validazioni cliniche, i risultati preliminari suggeriscono che questa tecnologia potrebbe trasformare radicalmente l’approccio alla cura oncologica, offrendo ai pazienti terapie più mirate, efficaci e con minori effetti collaterali rispetto ai trattamenti tradizionali. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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