Si accende senza preavviso l’ennesimo focolaio mediatico attorno a Giuseppe Cruciani, voce di punta de La Zanzara, dopo che il magazine MowMag ha rivelato l’esistenza di una proposta economica a sei zeri avanzata da Rai 1 per portarlo sulla pista di Ballando con le Stelle come concorrente designato allo scontro con la giurata Selvaggia Lucarelli. La notizia, ripresa in poche ore da una serie di testate online, fra cui Biccy e Rumors.it, si è diffusa mentre Milly Carlucci continua a rivelare porzioni del cast della ventesima edizione dello show, alimentando un flusso di indiscrezioni che tradizionalmente accompagna la fase di pre-produzione del programma.
Secondo la ricostruzione originaria, la produzione avrebbe individuato nello speaker romano un volto in grado di garantire polemica a getto continuo, puntando sul rapporto irrisolto con Lucarelli, divenuto nel tempo un «non-detto» sovraesposto dalle cronache rosa. L’offerta, descritta come «stratosferica» e superiore ai recenti cachet corrisposti a figure di primo piano della giuria, sarebbe stata declinata da Cruciani senza esitazioni, nonostante l’entità economica fuori-scala. Nel retroscena pubblicato da MowMag si legge che i vertici Rai speravano di replicare in prima serata la dialettica al vetriolo cui i due protagonisti hanno abituato il pubblico dei social, trasformandola in dinamica televisiva capace di spingere lo share.
Una prima smentita è arrivata quasi in contemporanea dalla newsletter di Gabriele Parpiglia, che attribuisce alla narrazione circolata sul web carattere «destituito di fondamento»: nessuna offerta milionaria, bensì un tentativo dello stesso Cruciani di proporsi come giurato tecnico, ipotesi scartata dalla rete in favore di un altro nome che verrà annunciato più avanti. La versione alternativa ha trovato eco su DonnaGlamour e Novella 2000, dove il giornalista, intervistato da Roberto Alessi, ha negato di aver mai ricevuto proposte ufficiali o sollecitato il proprio ingresso nel talent.
Al di là della diatriba sulle cifre reali, il corteggiamento di Rai 1 rientra nella strategia, già collaudata, di abbinare nomi divisivi a contesti popolari per generare storyline di forte risonanza. L’ultimo esempio è la scelta di arruolare Rosa Chemical, Mar’Maurizio Ferrini nei panni della Signora Coriandoli, Andrea Delogu e, più di recente, Marcella Bella, tutti concorrenti ufficializzati tramite i canali social del programma. Una rosa eterogenea che conferma l’intenzione di coniugare profili trasgressivi, volti storici dello spettacolo e personalità capaci di polarizzare il pubblico, mantenendo alta l’attenzione verso uno show che quest’anno festeggia vent’anni di messa in onda.
Sul fronte personale, la presunta rivalità con Lucarelli trova origine in una breve frequentazione risalente al 2012, circostanza che la giornalista ha recentemente rievocato nella sua newsletter «Vale Tutto»: un bug di Twitter le avrebbe permesso di intercettare messaggi privati compromettenti inviati da Cruciani ad altre donne, episodio concluso con un addio privo di scenate ma rimasto nella memoria pop nazional-popolare. Da allora, lo speaker evita di nominarla in pubblico, alimentando un non-detto che produce puntualmente nuovi titoli, specie quando la linea editoriale di Ballando necessita di conflitti narrativi.
Il conduttore de La Zanzara, descritto da più parti come «un intellettuale della nuova destra» per la sua capacità di sintetizzare pulsioni populiste in un linguaggio radiofonico diretto, avrebbe valutato la partecipazione televisiva come potenziale rischio di normalizzazione, preferendo salvaguardare l’immagine di outsider corrosivo costruita in oltre vent’anni di dirette serali. In quest’ottica, rifiutare il compatto carrozzone del sabato sera Rai significherebbe ribadire una linea editoriale personale impermeabile a compromessi da talent, anche a costo di rinunciare a un cachet a sei cifre.
Resta il fatto che la posizione ufficiale del servizio pubblico non è stata mai formalizzata con comunicati: fonti interne allo show fanno sapere che il cast è ancora in divenire e che «ogni anno circolano ipotesi su ingaggi milionari poi smentite dalla pratica», lasciando intendere che il gioco delle parti sia funzionale tanto al gossip quanto alla campagna promozionale. Nel frattempo Lucarelli, confermata in giuria insieme a Carolyn Smith, Fabio Canino, Ivan Zazzaroni e Guillermo Mariotto, preferisce appuntare l’attenzione sul proprio ruolo di pungolo critico all’interno del format, evitando commenti espliciti sulle ricostruzioni di stampa.
Gli addetti ai lavori, tuttavia, sottolineano che l’ipotesi di un confronto diretto Cruciani-Lucarelli avrebbe garantito un ritorno immediato in termini di visibilità social, un asset oggi decisivo per la longevità dei programmi generalisti. L’assenza del conduttore radiofonico non compromette la tenuta del progetto, ma priva la regia di un detonatore drammaturgico facilmente spendibile nei promo e nei talk del daytime.
In attesa di certezze sulla composizione definitiva del cast, la narrazione oppone due verità inconciliabili: da un lato l’idea di un finanziamento monstre rifiutato per coerenza, dall’altro la tesi di una candidatura respinta perché non ritenuta funzionale all’equilibrio interno dello show. Prospettive divergenti che trovano alimento proprio nel carattere di Ballando con le Stelle: un programma in cui il confine fra competizione sportiva, feuilleton sentimentale e battaglia di opinioni viene spinto oltre il mero intrattenimento.
Per Cruciani la rinuncia, reale o presunta che sia, si inserisce in una traiettoria professionale orientata a difendere un’identità dialogica fatta di provocazioni sistematiche e di spazi editoriali autogestiti, mentre per Milly Carlucci resta sul tavolo la necessità di individuare nuovi innesti in grado di garantire lo stesso livello di tensione narrativa. Tutto lascia presagire che l’edizione del ventennale, in partenza il 27 settembre in prima serata, continuerà a far leva su equilibri di casting calibrati fra popolarità mainstream e micce polemiche pronte a esplodere sui social in tempo reale.
A prescindere da come andrà a finire, il caso offre una riflessione sul ruolo che i talk del prime time assegnano al conflitto come strumento di fidelizzazione dell’audience: la televisione generalista, spinta dalla concorrenza delle piattaforme digitali, pare destinata a inseguire dinamiche sempre più simili a quelle dei social network, dove la polarizzazione funziona da acceleratore di attenzione. Che Cruciani resti alla radio o approdi in pista, la sua figura di «outsider di sistema» resta, per Rai 1, un asset da monitorare. Per ora, però, lo speaker preferisce restare al microfono, lasciando a Lucarelli il parterre danzante e agli spettatori il compito di decidere se la mancata resa dei conti sia un’occasione persa o soltanto l’ennesimo sipario calato su un duello mai davvero cominciato.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!