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Spagna, è allarme per il “drago blu”: chiuse alcune delle spiagge più popolari

L’invasione del nudibranco Glaucus atlanticus, noto come “drago blu”, ha costretto le autorità spagnole a chiudere temporaneamente le spiagge più frequentate per prevenire contatti urticanti e garantire la sicurezza dei bagnanti.
Credit © Wikipedia

Le autorità costiere spagnole hanno disposto la chiusura temporanea di diverse spiagge rinomate lungo le coste di Andalusia, Comunità Valenciana e Isole Canarie a causa della comparsa massiccia del cosiddetto “drago blu”, un piccolo mollusco marino dall’aspetto affascinante ma potenzialmente pericoloso per l’uomo. Il provvedimento, annunciato ieri dalla Direzione Generale per la Sicurezza in Mare, segue numerose segnalazioni di avvistamenti di esemplari galleggianti a pelo d’acqua, che hanno allarmato bagnanti e operatori turistici per il rischio di gravi irritazioni cutanee in caso di contatto accidentale

Conosciuto scientificamente come Glaucus atlanticus, il “drago blu” è un nudibranco pelagico di dimensioni contenute, solitamente non superiore ai tre centimetri, ma dotato di una straordinaria capacità di accumulare nelle proprie ghiandole veleno e sostanze urticanti provenienti dalle prede di cui si nutre, in particolare meduse appartenenti alla famiglia Physaliidae. Un contatto accidentale con questi tessuti tossici può provocare dolore intenso, eritemi diffusi e, in alcuni casi, sintomi sistemici come nausea, mal di testa e vertigini

L’emergenza ha preso corpo quando, al mattino di lunedì, i servizi di soccorso balneare della provincia di Málaga hanno registrato il primo episodio: una giovane turista britannica ha riportato vesciche e formicolio alla mano dopo aver raccolto un animale galleggiante per osservarlo da vicino. Contattati immediatamente i mezzi di soccorso, la donna è stata trasferita in pronto soccorso per l’applicazione di creme steroidee e trattamento antistaminico, ricevendo dimissioni dopo alcune ore senza conseguenze durature ma con notevole spavento

Analoga situazione si è ripetuta in Comunità Valenciana, dove tre bagnanti sono giunti in ospedale a Castellón e Valencia per eritemi localizzati e dolori urticariali, mentre nelle Isole Canarie alcune strutture sanitarie di Tenerife e Gran Canaria hanno segnalato casi simili. In considerazione dell’elevato numero di avvistamenti lungo i tratti costieri di Torremolinos, Benidorm e Playa del Inglés, la Direzione Generale per la Sicurezza in Mare ha diffuso un avviso ufficiale invitando al rispetto delle misure di prevenzione e alla sospensione temporanea delle attività balneari e subacquee nelle aree più colpite

L’evento è stato definito “senza precedenti” dagli esperti marini, che attribuiscono l’invasione di G. atlanticus a una combinazione di fattori: le correnti atlantiche insolite osservate negli ultimi mesi, l’aumento delle temperature superficiali del Mediterraneo, e la proliferazione di meduse causata anch’essa dal riscaldamento delle acque e dall’inquinamento. Normalmente rari nel Mediterraneo centrale, questi nudibranchi trascorrono gran parte del loro ciclo vitale in acque aperte, spostandosi decine di chilometri con i venti e le correnti superficiali. L’eccezionale concentrazione registrata nell’ultima settimana testimonia una vera e propria deriva di massa verso le coste iberiche

Le autorità locali hanno mobilitato le unità della Guardia Civil e i servizi di controllo ambientale per monitorare le aree costiere, posizionando boe segnaletiche e transenne per impedire l’accesso alle zone di avvistamento. Contestualmente, le amministrazioni comunali stanno allestendo postazioni informative nelle casette dei bagnini e nei centri di informazione turistica, distribuendo opuscoli illustrativi con le immagini del “drago blu”, le modalità di riconoscimento e le indicazioni per il primo soccorso. In caso di contatto, si raccomanda di lavare immediatamente la zona con acqua di mare per rimuovere eventuali residui dell’animale e di ricorrere a impacchi freddi anziché acqua dolce, per evitare l’attivazione ulteriore delle cellule urticanti. Successivamente, è consigliato rivolgersi a personale medico per valutare l’eventuale somministrazione di analgesici e antistaminici

L’impatto sulla stagione turistica è già tangibile: operatori balneari e stabilimenti sulla costa meridionale della Spagna lamentano disdette dell’ultimo minuto e riduzione degli ingressi in spiaggia, mentre alcune scuole di immersione hanno sospeso le uscite fino a data da destinarsi. Il Ministro del Turismo ha convocato per domani un vertice con i rappresentanti delle regioni interessate per definire un protocollo comune di gestione dell’emergenza e per valutare eventuali interventi di bonifica del litorale mediante reti di contenimento del nudibranco. Nel frattempo, le previsioni meteo indicano un graduale miglioramento delle correnti e una possibile diminuzione degli avvistamenti entro la prossima settimana, ma gli esperti avvertono che il fenomeno potrebbe ripetersi in autunno, qualora persistano le condizioni oceanografiche anomale

Lo scenario ha riacceso il dibattito sulle conseguenze del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini, con particolare riguardo alla comparsa di specie esotiche e al rischio sanitario che tali specie possono rappresentare per i fruitori del mare. Alcuni biologi marini hanno segnalato casi analoghi in Australia e Sudafrica, ma mai con una simile estensione territoriale. Le autorità spagnole hanno quindi informato l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO, proponendo l’avvio di studi congiunti per comprendere meglio i meccanismi di deriva e sopravvivenza del “drago blu” e per elaborare strategie preventive in vista di future ondate

Nonostante l’allerta, gli esperti sottolineano che G. atlanticus non è aggressivo né tende a pungere proattivamente: il rischio deriva esclusivamente dal contatto accidentale con il suo dorso, ricoperto di cellule urticanti. Si tratta pertanto di un pericolo gestibile con adeguata informazione e rispetto delle prescrizioni di sicurezza. Le zone non interessate dalle chiusure rimangono aperte al pubblico, con la raccomandazione di informarsi presso i punti di assistenza balneare prima di immergersi. L’invito principale è di trasformare l’emergenza in un’opportunità di sensibilizzazione, affinché ogni bagnante diventi un osservatore attento e responsabile della biodiversità marina

L’evolversi della situazione sarà costantemente aggiornato dai canali ufficiali del Ministero dell’Ambiente e dai servizi di protezione civile regionali, mentre la popolazione viene esortata a segnalare tempestivamente qualsiasi avvistamento tramite le apposite applicazioni mobili o telefonando al numero di emergenza ambientale 112Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!