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È Morto Flavio Terragnoli, è stato l’ortopedico di grandissimi sportivi come Nibali e Pantani

Il professor Flavio Terragnoli, 72 anni, storico ortopedico di Pantani e Nibali, si è spento dopo un malore in vacanza, lasciando un’eredità di eccellenza nella traumatologia sportiva.

Il mondo della medicina bresciana e dello sport italiano piange la scomparsa del professor Flavio Terragnoli, ortopedico di fama nazionale che ha rappresentato per decenni il riferimento assoluto dell’ortopedia e della traumatologia a livello internazionale, legando la sua brillante carriera professionale ai nomi più importanti dello sport italiano ed europeo.

Terragnoli, che avrebbe compiuto settantatré anni il prossimo settembre, si è spento nel reparto di Rianimazione degli Spedali Civili di Brescia dopo aver accusato un malore durante una vacanza in Trentino alla fine di luglio, dal quale non si è mai completamente ripreso. Il medico aveva concluso la sua prestigiosa carriera professionale soltanto a dicembre dello scorso anno, quando era andato in pensione dalla Fondazione Poliambulanza, ultima tappa di un percorso che lo aveva visto diventare uno dei chirurghi ortopedici più rispettati d’Italia.

La carriera del professor Terragnoli si è sviluppata attraverso una formazione di eccellenza che ha avuto inizio negli anni Settanta presso gli Spedali Civili di Brescia, dove nel 1977 è entrato a far parte dell’équipe del celebre professor Giorgio Brunelli, luminare della medicina e della microchirurgia che ha formato una generazione di ortopedici bresciani destinati a scrivere la storia della disciplina. Nato a Brescia il 15 settembre 1952, Terragnoli aveva sempre manifestato la vocazione per l’ortopedia fin dai tempi del liceo classico Arnaldo, laureandosi in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Milano a soli venticinque anni.

La specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, seguita da quella in Medicina Sportiva e in Chirurgia della mano e Microchirurgia ortopedica, aveva delineato un profilo professionale completo che lo avrebbe portato a diventare un punto di riferimento assoluto per gli atleti di alto livello. Dopo un periodo di perfezionamento negli Stati Uniti, Terragnoli era tornato a Brescia per entrare nell’équipe del professor Brunelli al Civile, prima di approdare nel 1996 alla Fondazione Poliambulanza, dove ha diretto per quasi trent’anni l’Unità Operativa di Ortopedia.

La fama nazionale del professor Terragnoli si è costruita principalmente attraverso i suoi interventi su atleti di livello mondiale, diventando il chirurgo di riferimento per i più grandi campioni dello sport italiano. Marco Pantani è stato probabilmente il suo paziente più celebre, operato per la prima volta nel 1995 dopo la drammatica caduta durante la Milano-Torino, quando il Pirata fu investito da un’auto sulla via Emilia. Terragnoli riuscì a rimettere in sesto il ciclista romagnolo, consentendogli di tornare alle competizioni e di realizzare successivamente la storica doppietta Giro-Tour del 1998.

Il rapporto professionale tra Terragnoli e Pantani andava oltre la semplice relazione medico-paziente, caratterizzandosi per una fiducia reciproca che portava il campione di Cesenatico a rivolgersi al medico bresciano ogni volta che aveva problemi fisici o semplicemente bisogno di un confronto. Terragnoli ha sempre ricordato Pantani come “un paziente modello, un bravo ragazzo, educato”, conservandone un ottimo ricordo nonostante la tragica fine del ciclista nel 2004.

Altrettanto significativo è stato l’intervento su Vincenzo Nibali nel 2016, durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il ciclista siciliano aveva riportato una doppia frattura alla clavicola sinistra che gli aveva impedito di competere per una probabile vittoria olimpica. Terragnoli ha spesso raccontato l’episodio con un aneddoto che testimonia l’importanza della sua figura: “Era agosto ed ero in vacanza quando ricevetti una telefonata direttamente dall’aereo di Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio. Stavano riportando in Italia Nibali. Lo operai il giorno dopo”.

L’intervento su Nibali, eseguito presso il nuovissimo blocco operatorio della Poliambulanza dotato di tecnologia 4K Ultra HD, riuscì perfettamente, consentendo al campione siciliano di tornare rapidamente alle competizioni. La frattura scomposta pluriframmentaria al terzo laterale della clavicola sinistra venne ridotta con placca e vite, utilizzando le tecniche più avanzate di chirurgia mini-invasiva.

Tra i pazienti illustri di Terragnoli figurava anche la sciatrice bresciana Daniela Merighetti, operata nel 2012 per una frattura al pollice della mano sinistra riportata durante il SuperG di Bad Kleinkirchheim. Anche in questo caso, l’approccio del chirurgo bresciano si caratterizzò per la capacità di coniugare l’eccellenza tecnica con la comprensione delle esigenze agonistiche dell’atleta, permettendo alla finanziera di gareggiare a Cortina d’Ampezzo utilizzando un tutore speciale prima di sottoporsi all’intervento chirurgico.

La filosofia professionale di Terragnoli si basava su un approccio multidisciplinare che univa competenze tecniche avanzate, esperienza clinica e comprensione profonda delle dinamiche sportive. La sua specializzazione in medicina sportiva gli consentiva di comprendere non soltanto gli aspetti puramente medici degli infortuni, ma anche le implicazioni psicologiche e competitive che questi comportavano per gli atleti di alto livello.

Negli ultimi anni della sua carriera, Terragnoli si era dedicato con particolare passione allo sviluppo della chirurgia robotica presso la Poliambulanza, contribuendo a fare della struttura bresciana uno dei pochi centri italiani dotati di tre robot chirurgici operativi quotidianamente. La chirurgia protesica, soprattutto del ginocchio, era diventata predominante nella sua attività, con centinaia di interventi annuali che utilizzavano le più avanzate tecnologie disponibili.

Il professor Terragnoli ha sempre mantenuto un profilo schivo e riservato, caratterizzandosi per una grande disponibilità verso i pazienti e una passione autentica per il proprio lavoro. Sposato e padre di due figli, aveva dedicato praticamente tutta la sua vita alla chirurgia ortopedica, come egli stesso aveva dichiarato nel momento del pensionamento: “Non ho fatto altro nella vita, se non dedicarmi alla chirurgia ortopedica”.

La sua eredità professionale si riflette non soltanto nei successi degli atleti che ha curato, ma anche nella formazione di una nuova generazione di chirurghi ortopedici che hanno appreso da lui le tecniche più avanzate e l’approccio metodologico che lo caratterizzava. Il professor Francesco Benazzo, che ha recentemente assunto la direzione dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia della Poliambulanza dopo il pensionamento di Terragnoli, ha ereditato una struttura d’eccellenza e una tradizione di innovazione che rappresentano il frutto del lavoro di decenni.

La camera ardente sarà allestita presso la Domus Salutis dal primo pomeriggio di martedì, mentre i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, secondo la volontà della famiglia. La scomparsa del professor Terragnoli rappresenta una perdita significativa per la medicina bresciana e italiana, lasciando un vuoto difficilmente colmabile in un settore in cui la sua competenza e la sua esperienza erano universalmente riconosciute.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!