La Commissione europea si appresta a compiere una svolta significativa nella politica della mobilità sostenibile, aprendo alla possibilità di rivedere anticipatamente il regolamento che dal 2035 avrebbe dovuto vietare completamente la vendita di automobili con motore endotermico. La pressione esercitata dalle case automobilistiche europee, unite nella richiesta di maggiore flessibilità normativa, sembra aver ottenuto i primi risultati concreti, con Bruxelles che valuta ora di ammettere l’utilizzo di biocarburanti e veicoli ibridi anche oltre la fatidica scadenza.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato durante l’assemblea plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo che “il futuro è elettrico e l’Europa ne farà parte”, ma ha contemporaneamente aggiunto una precisazione fondamentale: “Nel rispetto della neutralità tecnologica, stiamo preparando la revisione del 2035”. Questa apertura rappresenta un cambiamento sostanziale rispetto alla linea rigida inizialmente adottata dall’Unione europea, che prevedeva esclusivamente veicoli a emissioni zero dal primo gennaio 2035.
La revisione del regolamento, originariamente programmata per il 2026, viene ora anticipata alla fine del 2025, evidenziando l’urgenza di rispondere alle difficoltà del settore automobilistico europeo. L’attuale normativa stabilisce una riduzione del 100% delle emissioni di anidride carbonica per auto e furgoni nuovi dal 2035, traducendosi di fatto nel divieto assoluto di commercializzare veicoli con motore a combustione interna, alimentati a benzina o diesel. Tuttavia, le recenti dichiarazioni del commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas suggeriscono un approccio più pragmatico: “Abbiamo già detto che i carburanti sintetici hanno un ruolo da giocare nel garantire la neutralità climatica. Valuteremo nel contempo se altre tecnologie potranno avere un ruolo”.
Le pressioni dell’industria automobilistica si sono intensificate negli ultimi mesi, con l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (ACEA) che ha inviato una lettera formale alla presidente von der Leyen sostenendo l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2035. Ola Kallenius, presidente dell’ACEA e amministratore delegato di Mercedes-Benz, insieme a Matthias Zink di Schaeffler, hanno scritto che “il piano trasformativo per l’industria automobilistica dell’Europa deve abbandonare l’idealismo e riconoscere le attuali realtà industriali e geopolitiche”.
Tra le tecnologie che potrebbero beneficiare di questa revisione, particolare attenzione viene rivolta alle automobili ibride plug-in e ai veicoli elettrici dotati di range extender, sistemi che utilizzano un piccolo motore a combustione esclusivamente per ricaricare la batteria di trazione. Secondo indiscrezioni riportate dal settimanale tedesco Der Spiegel, la Commissione europea starebbe valutando di consentire la commercializzazione di questi veicoli anche dopo il 2035, rappresentando un compromesso tra le esigenze ambientali e quelle industriali.
La questione dei carburanti alternativi divide profondamente i Paesi membri. La Germania ha ottenuto una deroga per gli e-fuel, carburanti sintetici prodotti utilizzando elettricità rinnovabile e anidride carbonica catturata dall’atmosfera, considerati carbon neutral dalla Commissione europea. L’Italia, invece, continua a richiedere il riconoscimento dei biocarburanti, combustibili derivati da materie prime di scarto, oli e residui vegetali, su cui punta strategicamente ENI. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di “inserire i biocarburanti tra i combustibili verdi” per evitare che la riduzione delle emissioni incida pesantemente sul fronte sociale ed economico.
La crisi del settore automobilistico europeo emerge chiaramente dai dati di mercato: le vendite di automobili sono scese da 19 a 15 milioni di unità, con una perdita di circa 4 milioni di veicoli. Il segmento dei veicoli commerciali presenta una situazione ancora più preoccupante, con una contrazione di 350.000 unità su un totale di 2 milioni nel 2025. Antonio Filosa, amministratore delegato di Stellantis, ha definito gli attuali limiti imposti dall’Unione europea “insostenibili e francamente irraggiungibili”, mentre Francois Provost, numero uno di Renault, ha sottolineato che “il problema non è solo il 2035, ma tutti gli obiettivi di taglio alle emissioni che precedono quella data”.
Le sanzioni economiche rappresentano un elemento cruciale nella pressione esercitata dall’industria. Dal primo gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo limite di 93,6 grammi per chilometro di anidride carbonica per le autovetture, una riduzione di oltre 20 grammi rispetto ai 115,1 grammi imposti per il periodo 2020-2024. Le case automobilistiche che superano questa soglia devono pagare un’indennità di 95 euro per ogni grammo eccedente per chilometro e per ogni veicolo venduto non conforme. Secondo le stime dell’ACEA, le sanzioni totali potrebbero raggiungere i 15 miliardi di euro, una cifra che minaccia la sostenibilità economica del settore.
In risposta a questa situazione, la Commissione europea ha già introdotto una prima misura di flessibilità, permettendo di calcolare le penalità su un periodo triennale dal 2025 al 2027, anziché su base annuale. Questa modifica consente alle case automobilistiche di bilanciare eventuali emissioni eccedenti in un anno riducendole maggiormente negli anni successivi, offrendo un margine di manovra per adeguarsi gradualmente ai nuovi standard.
L’opinione pubblica europea mostra segnali di resistenza verso la transizione elettrica forzata. Un sondaggio realizzato da Polling Europe per il gruppo dei Conservatori Riformisti Europei rivela che il 58% dei cittadini europei si oppone al divieto di vendita di nuove auto diesel e benzina dal 2035. I francesi risultano essere i più contrari con il 67%, seguiti da italiani e tedeschi entrambi al 59%. Le motivazioni principali includono i costi elevati delle auto elettriche, la scarsa autonomia e le difficoltà nella ricarica.
L’intervento dell’ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha aggiunto autorevolezza al dibattito. Durante un intervento a Bruxelles, Draghi ha affermato che “attenersi rigidamente all’obiettivo del 2035 potrebbe rivelarsi irrealizzabile”, sottolineando come “il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto più lentamente del previsto” e “l’innovazione europea è rimasta indietro”. La sua proposta di adottare “un approccio tecnologicamente neutrale” nella prossima revisione del regolamento sulle emissioni di anidride carbonica riflette le crescenti preoccupazioni per la competitività dell’industria europea.
La Germania mantiene una posizione influente nel dibattito, con il cancelliere Friedrich Merz che ha dichiarato al Salone di Monaco che “l’impegno politico unilaterale a favore di determinate tecnologie non solo è fondamentalmente la strada sbagliata da seguire in termini di politica economica, ma non è nemmeno la strada che ci consentirà di raggiungere in modo affidabile i nostri obiettivi comuni”. Questa posizione riflette le preoccupazioni dell’industria tedesca, che chiede maggiore flessibilità normativa per mantenere la competitività nel mercato globale.
Tra le proposte concrete emerse dal dialogo strategico tra la Commissione europea e l’industria automobilistica, particolare attenzione viene dedicata alle e-car, una nuova categoria di veicoli elettrici piccoli e economici dal costo non superiore a 15.000 euro. Questi veicoli, caratterizzati da meccanica semplificata, sono destinati a facilitare il rinnovo del parco circolante europeo che conta 260 milioni di vetture con un’età media di 10 anni, fino a 14 in Paesi come l’Italia.
La revisione anticipata del regolamento rappresenta quindi un tentativo di conciliare gli obiettivi ambientali con le esigenze industriali ed economiche. Il principio di neutralità tecnologica, invocato da numerosi costruttori e governi, potrebbe aprire la strada a un approccio più flessibile che riconosca il ruolo di diverse tecnologie nel raggiungimento della neutralità climatica. Questo cambio di prospettiva, se confermato, segnerebbe una svolta significativa nella strategia europea per la mobilità sostenibile, abbandonando l’approccio rigidamente pro-elettrico in favore di una visione più pragmatica e inclusiva delle diverse soluzioni tecnologiche disponibili.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!