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Ondata di droni in Danimarca, sorvolati aeroporti e base degli F-35: spazio aereo chiuso

Cinque aeroporti e una base militare danese sorvolati da droni non identificati nella notte: spazio aereo chiuso per ore, autorità parlano di attacco sistematico e guerra ibrida.

Un’altra nottata di tensione ha investito la Danimarca, dove un’ondata coordinata di droni non identificati ha sorvolato cinque aeroporti e una strategica base militare, costringendo le autorità danesi a chiudere temporaneamente lo spazio aereo nella penisola dello Jutland nelle prime ore di giovedì 25 settembre.

La sequenza degli eventi è iniziata intorno alle 21:44 di mercoledì sera con i primi avvistamenti nei pressi dell’aeroporto di Aalborg, il secondo scalo più grande del Paese, utilizzato sia per voli commerciali che come base aerea militare. L’aeroporto è rimasto chiuso per oltre tre ore, con il traffico aereo sospeso fino alle prime ore del mattino seguente. Simultaneamente, segnalazioni analoghe sono arrivate dagli aeroporti di Esbjerg, Sønderborg e dalla base aerea di Skrydstrup, quest’ultima sede operativa dei caccia F-16 e F-35 della Royal Danish Air Force.

La situazione si è ulteriormente complicata alle 4:21 del mattino, quando la polizia ha ricevuto nuove segnalazioni di droni nei pressi dell’aeroporto di Billund, nel centro della Danimarca, provocando la chiusura dello spazio aereo per un’ora. Secondo i testimoni oculari, i droni mostravano luci verdes lampeggianti e rimanevano fermi sopra gli aeroporti, seguendo un comportamento che le autorità hanno descritto come “molto visibile” e deliberatamente provocatorio.

Il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen ha caratterizzato l’episodio come “un attacco sistematico con droni” orchestrato da “un attore che dimostra professionalità”, definendolo un’operazione di “guerra ibrida”. Durante una conferenza stampa mattutina, il ministro ha precisato che “i droni non provengono da molto lontano, ma sono stati lanciati da vicino”, suggerendo un’operazione coordinata su scala locale.

L’ispettore capo Jesper Bøjgaard Madsen della polizia dello Jutland settentrionale ha confermato che “non è stato possibile abbattere i droni” nonostante l’autorizzazione fosse stata concessa. “Il fatto che così tanti sorvoli di droni siano effettuati in così tanti luoghi è preoccupante”, ha dichiarato il ministro Poulsen, rivelando che le forze armate danesi non dispongono attualmente di “una capacità militare specifica che possa risolvere questo problema”.

L’episodio rappresenta la seconda grave violazione dello spazio aereo danese in pochi giorni. Solo tre giorni prima, l’aeroporto di Copenaghen era stato paralizzato per quattro ore da droni simili, in quello che la prima ministra Mette Frederiksen aveva definito “l’attacco più grave mai subito alle infrastrutture critiche danesi”. Le autorità hanno confermato che i droni seguivono “uno schema simile” a quelli che avevano già provocato l’interruzione dei voli nella capitale.

La base aerea di Skrydstrup, tra gli obiettivi colpiti dall’incursione, riveste particolare importanza strategica in quanto sede del Fighter Wing dove operano i nuovi caccia F-35A Lightning II della Royal Danish Air Force, arrivati nel Paese nell’ottobre 2023, insieme ai veterani F-16. La Danimarca ha in programma l’acquisizione di 27 F-35A per sostituire completamente la flotta di F-16, alcuni dei quali saranno donati all’Ucraina nell’ambito del sostegno militare a Kiev.

Il ministro della Giustizia Peter Hummelgaard ha descritto le incursioni come “attacchi ibridi” mirati a “diffondere paura tra la popolazione”, specificando tuttavia che “per il momento, non vi è alcuna prova che si tratti di Mosca”. Nonostante i sospetti su un possibile coinvolgimento russo, alimentati da episodi simili in altri Paesi europei, il Cremlino ha categoricamente negato qualsiasi responsabilità attraverso il portavoce Dmitry Peskov, che ha definito le accuse “prive di fondamento”.

L’ondata di droni si inserisce in un contesto più ampio di tensioni crescenti nello spazio aereo europeo. Negli ultimi giorni, episodi analoghi hanno interessato la Norvegia, con la chiusura temporanea dell’aeroporto di Oslo, mentre violazioni dello spazio aereo da parte di droni presumibilmente russi sono state registrate in Polonia, Estonia e Romania. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che “la Russia sta effettuando test su tutti i fronti” nell’ambito di una “guerra ibrida che stiamo vivendo da molti anni”.

Le implicazioni di sicurezza dell’episodio assumono particolare rilevanza in vista del vertice europeo della prossima settimana a Copenaghen, dove si riuniranno i massimi funzionari dell’Unione Europea. Il capo della polizia danese ha assicurato che “alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, rivedranno il piano di sicurezza già predisposto, anche con il coinvolgimento di forze esterne”.

L’intelligence danese sta conducendo indagini approfondite in collaborazione con le forze armate per “chiarire le circostanze” dell’accaduto. Secondo il capo dei servizi d’intelligence danesi Flemming Drejer, la Danimarca si trova davanti a una “significativa minaccia di sabotaggio” e la situazione “è estremamente grave”. Le autorità stanno vagliando “tutte le ipotesi”, senza escludere collegamenti con la recente escalation di attacchi ibridi registrati in tutta Europa.

Tutti gli aeroporti colpiti dall’incursione sono tornati operativi nelle prime ore di giovedì mattina, con il traffico aereo che ha ripreso regolarmente le operazioni. Tuttavia, l’episodio ha evidenziato le vulnerabilità delle infrastrutture aeroportuali europee di fronte a minacce asimmetriche e ha sollevato interrogativi sulla necessità di potenziare le capacità di difesa contro i droni ostili. Il ministro Poulsen ha annunciato che la Danimarca “riceverà aiuto dall’Ucraina per difendersi dai droni ostili” e che il governo intende investire nella tecnologia necessaria per scongiurare nuovi attacchi simili.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!