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Mario Giordano contro Giorgia Meloni: “Ha tradito le speranze, è diventata establishment”

Il conduttore televisivo Mario Giordano critica duramente Giorgia Meloni, definendola una “speranza tradita” che si è trasformata nell’establishment che prometteva di combattere, evidenziando delusioni su politica estera, immigrazione e sicurezza.
Credit © Mediaset

Il conduttore televisivo Mario Giordano, storico volto di Mediaset e figura di spicco dell’informazione di destra italiana, ha rilasciato dichiarazioni durissime contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendola “una delusione” e “una speranza tradita” che si è trasformata nell’establishment che aveva promesso di combattere.

Nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il giornalista e conduttore di Fuori dal Coro ha analizzato senza risparmi i primi tre anni del governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia. Secondo Giordano, quella stabilità che rappresenta il maggior valore del governo Meloni è paradossalmente anche ciò che ha deluso profondamente i suoi elettori, che si aspettavano “cambiamenti più radicali” rispetto al panorama politico tradizionale.

La critica più severa riguarda la politica estera, dove Giordano definisce Meloni “irriconoscibile” rispetto alle posizioni assunte durante gli anni di opposizione. Il conduttore televisivo ha sottolineato come la premier “all’opposizione contestava le sanzioni alla Russia e accusava l’Europa di essere serva degli Stati Uniti”, mentre oggi si ritrova “a braccetto con quella stessa Europa che persino Mario Draghi è arrivato a definire fallimentare”.

La trasformazione di Meloni viene interpretata da Giordano come un tradimento delle aspettative di chi aveva creduto nella promessa di “cambiare l’Europa”, ritrovandosi invece con “Ursula von der Leyen” ancora al comando delle istituzioni comunitarie. Il giornalista ha espresso particolare disappunto per il fatto che “se governare significa non poter cambiare nulla, allora ditelo e non stupitevi se cresce l’astensionismo”.

Sul fronte della politica estera in Medio Oriente, Giordano ha accusato la presidente del Consiglio di essere “timidissima” nella gestione del conflitto israelo-palestinese. Il conduttore ha manifestato comprensione per le difficoltà “di chi viene da un certo tipo di cultura” nell’ammettere di trovarsi “di fronte a un genocidio inaccettabile”, ma ha invocato maggiore coraggio politico, evidenziando l’incoerenza di chi “fa il timido sulle sanzioni a Israele e poi ne vota 19 alla Russia”.

Nonostante le critiche feroci, Mario Giordano ha riconosciuto le qualità personali della premier, definendola “probabilmente la più brava che c’è sulla scena europea”. Tuttavia, questo riconoscimento non attenua il giudizio politico negativo: “Se io voto una brava e poi vedo che siamo costretti a tenerci von der Leyen e quell’Europa lì, allora la prossima volta alle urne ci andrà al massimo il 40%”.

Le critiche si estendono anche alla politica interna, in particolare sui temi dell’immigrazione e della sicurezza urbana. Giordano ha osservato come “gli sbarchi sono altalenanti e non c’è stato quel blocco che ci si aspettava”, ma ha individuato il vero problema nella “sicurezza nelle città”, lamentando l’esistenza di “quartieri in mano agli spacciatori, dove si commettono stupri e la polizia viene aggredita”.

Il conduttore televisivo ha definito i decreti sicurezza del governo come provvedimenti “all’acqua di rose”, citando come esempio emblematico la normativa sui “ladri di case” che “riguarda solo la prima casa e non sfiora il 95% del problema”, riferendosi agli altri immobili dati in affitto. Secondo Giordano, si tratta di decreti “buoni solo per essere annunciati sui social” e inadeguati rispetto alle aspettative verso “un governo di centrodestra”.

La diagnosi finale del giornalista è impietosa: Giorgia Meloni “si è trasformata nel suo peggior nemico, l’establishment”. Pur ammettendo che “in parte è anche fisiologico” non andare “a Palazzo Chigi per fare le barricate”, Giordano si interroga sulle “intenzioni di fondo” del governo: “Vuoi governare per cambiarlo, l’establishment, o per lasciarlo così?”.

Il conduttore di Fuori dal Coro ha avvertito che, nonostante i sondaggi attualmente favorevoli al governo, esiste un problema di “insoddisfazione di una parte del suo popolo, che cova sotto la cenere”. La sua raccomandazione alla premier è di “lavorare per recuperare” questo malcontento nei “due anni che mancano alle elezioni”, prima che si trasformi in una emorragia elettorale significativa.

Le dichiarazioni di Mario Giordano assumono particolare rilevanza considerando il suo ruolo nel panorama mediatico della destra italiana e i suoi trascorsi di sostegno alle posizioni conservative. Il giornalista, nato ad Alessandria nel 1966 e laureato in Scienze politiche, ha costruito la sua carriera alternando carta stampata e televisione, dirigendo testate come Il Giornale e Studio Aperto, prima di approdare alla conduzione del talk show Fuori dal Coro su Rete 4.

Queste critiche arrivano in un momento particolarmente delicato per il governo Meloni, che ha appena completato il terzo anno di mandato e si appresta ad affrontare le sfide della prossima legge di bilancio. Il distacco tra le aspettative dell’elettorato di destra e la realpolitik governativa emerge con chiarezza dalle parole di un commentatore che per anni ha rappresentato le “viscere della destra italiana”, come lo definisce lo stesso Fatto Quotidiano.

Il fenomeno descritto da Giordano riflette una dinamica comune nella politica contemporanea, dove i movimenti antisistema, una volta arrivati al potere, si trovano costretti a confrontarsi con i vincoli istituzionali e internazionali che avevano promesso di superare. La trasformazione da forza di opposizione a establishment governativo rappresenta una delle sfide più complesse per qualsiasi movimento politico che ambisca al cambiamento radicale del sistema.

La frattura evidenziata da Mario Giordano potrebbe prefigurare tensioni più ampie all’interno del fronte conservatore italiano, con possibili ripercussioni sulla tenuta della coalizione di centrodestra e sulla capacità del governo di mantenere la coesione del proprio elettorato di riferimento nelle prossime scadenze elettorali.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!