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Usare lo smartphone in bagno fa male (più di quanto pensi): ecco i i rischi che non immagini

L’uso prolungato dello smartphone sul water mette a rischio la salute fisica, la postura e le relazioni sociali, causando aumento delle emorroidi, problemi posturali e indebolimento delle relazioni interpersonali.

Nell’era digitale la presenza costante dello smartphone accompagna ogni istante della quotidianità, incluso il tempo dedicato alla toilette, un comportamento ormai diffusissimo tra persone di ogni età e fascia sociale. Recenti studi e approfondimenti scientifici hanno dedicato particolare attenzione alle ricadute di questa abitudine, evidenziando implicazioni concrete non solo per l’igiene personale, ma anche per la salute fisica, la postura e la qualità delle relazioni sociali.

La tendenza a consultare contenuti digitali, tra social network, messaggi istantanei, video e news, mentre si è seduti sul water, è stata analizzata da diverse ricerche condotte tra Stati Uniti ed Europa. Uno studio pubblicato su PLOS One dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston ha osservato che coloro che utilizzano abitualmente il cellulare in bagno presentano un rischio superiore del 46% di sviluppare emorroidi rispetto a chi mantiene un approccio più tradizionale e veloce alla pausa fisiologica. La spiegazione risiede nell’aumento del tempo trascorso in posizione seduta: più la sosta si prolunga, maggiore è la pressione esercitata sulle vene della zona ano-rettale, con conseguente ristagno ematico che predispone a gonfiore, infiammazione e sanguinamento. Non sarebbe dunque tanto lo sforzo fisico della defecazione a comportare rischi, quanto piuttosto la distrazione digitale che allunga inutilmente la permanenza su una superficie tutt’altro che ergonomica per il corpo umano.

Non di rado la sessione “digitale” in bagno supera i dieci minuti, come rilevato da un’indagine condotta presso l’Acıbadem University di Istanbul, durante la quale il 70% degli studenti coinvolti ha riferito di utilizzare regolarmente il telefono nei servizi igienici. Più di uno su quattro resta sul water oltre i limiti fisiologici, spesso attratto da contenuti comunicativi o di intrattenimento che costringono a mantenere una postura prolungata e innaturale.

Sul fronte posturale, l’uso del telefono in bagno amplifica i problemi legati a quello che viene definito “Text Neck”, ovvero la flessione anomala e continua di collo e schiena. La posizione chinata in avanti, così frequente durante l’uso dei dispositivi mobili, espone la colonna cervicale a uno sforzo esagerato, con il rischio di dolori diffusi, rigidità muscolare, calo delle performance respiratorie a causa della compressione degli organi e in casi estremi ad alterazioni strutturali croniche, come la perdita della fisiologica curvatura cervicale. Si tratta di una condizione che colpisce trasversalmente sia adulti che bambini, aggravata dalla scarsa attenzione a pause e movimenti correttivi, e facilmente trascurata quando lo smartphone funge da principale fonte di distrazione durante la permanenza in bagno.

Ma i rischi non finiscono qui: il bagno rappresenta uno degli ambienti con la più alta concentrazione di germi e batteri, tra cui E. coli e salmonelle, che possono facilmente depositarsi sulle superfici dei dispositivi elettronici. L’uso del cellulare nei servizi igienici, seguito da gesti automatici come toccarsi il viso o portare il telefono alla bocca senza averlo igienizzato, trasforma il dispositivo in un pericoloso veicolo di infezioni, potenzialmente in grado di diffondere microrganismi anche in altri ambiti della vita quotidiana, come la cucina o il luogo di lavoro. Numerosi sondaggi confermano che un’ampia percentuale di utenti trascura le più elementari regole di igiene, non igienizzando regolarmente il telefono, pur essendo generalmente consapevoli dei rischi correlati.

Meglio dunque non sottovalutare l’impatto psicologico e sociale di questa abitudine. Psicologi e terapeuti riferiscono sempre più frequentemente una correlazione tra l’utilizzo spasmodico dello smartphone in ogni contesto e un progressivo indebolimento delle relazioni interpersonali. Tra le mura domestiche ma anche in contesti di amicizia, il rischio di sostituire il confronto reale con l’informazione digitale, anche nei brevi momenti di solitudine come la permanenza in bagno, riduce la qualità del dialogo, dell’intimità e delle dinamiche relazionali. Si assiste così alla diffusione di condizioni note come “tecnoferenza”, in cui lo smartphone funge da riempitivo dei momenti di apparente noia, sottraendo invece opportunità preziose per la riflessione personale, la costruzione del legame e la capacità di vivere il qui e ora. Il fenomeno della FOMO (Fear Of Missing Out) e il rischio di dipendenza digitale, con manifestazioni ansiogene e ridotte capacità di attenzione e concentrazione, trovano ulteriore terreno fertile in queste abitudini di consumo.

La prevenzione, come evidenziato dagli stessi autori degli studi scientifici citati, passa da una presa di coscienza dei pericoli oggettivi e dalla limitazione consapevole dell’uso del dispositivo nei contesti più a rischio. Rientra tra le buone pratiche ridurre la durata delle permanenze in bagno, evitare di portare con sé il cellulare durante queste pause, igienizzare regolarmente il dispositivo e riscoprire l’opportunità di momenti di pausa dal bombardamento digitale anche in contesti tanto banali quanto sottovalutati. In ultima analisi, mantenere una routine igienica efficace e sviluppare una nuova cultura digitale possono contribuire non solo a migliorare la salute fisica, ma anche a proteggere la tenuta emotiva e sociale di ciascuno.

Le prove scientifiche, dunque, convergono nel delineare un quadro nitido: l’uso dello smartphone sul water rappresenta un comportamento da ridimensionare, per prevenire problemi di salute, evitare sgradevoli sintomi posturali e curare le relazioni sociali ed emozionali, riservando così alla pausa bagno la funzione di breve stacco rigenerante per corpo e mente. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!