Scarica l'App NewsRoom.
Non perderti le ULTIME notizie e le ALLERTA METEO in tempo reale.

Scarica GRATIS

Chi solo gli Schützen, i custodi della tradizione tirolese tra storia e modernità

Gli Schützen sono organizzazioni culturali e associative tirolesi che custodiscono una tradizione storica plurisecolare di milizie territoriali, dalle gloriose battaglie del 1809 sotto Andreas Hofer fino alla contemporanea pratica del tiro al bersaglio e del volontariato civico.
Credit © Wikipedia

Gli Schützen rappresentano una delle più significative espressioni culturali dell’arco alpino, incarnando una tradizione che affonda le radici nel sedicesimo secolo e che ancora oggi mantiene una rilevanza profonda nelle comunità germanofone del Tirolo, dell’Alto Adige, del Trentino e della provincia di Belluno. Il termine tedesco “Schütze” significa letteralmente “tiratore” e racchiude in sé una complessa dimensione storica, militare e identitaria che va ben oltre la semplice designazione di una pratica sportiva. Questi bersaglieri tirolesi non costituiscono semplicemente un fenomeno folklorico o una rievocazione nostalgica, bensì un’organizzazione strutturata e consapevole del proprio ruolo nel preservare valori storici, culturali e comunitari che definiscono l’identità collettiva di intere vallate alpine.

Le origini degli Schützen risalgono a un’epoca in cui le montagne tirolesi necessitavano di difesa costante contro le minacce esterne e gli assalti delle potenze confinanti. Dalla loro fondazione nel sedicesimo secolo, gli Standschützen costituirono una milizia territoriale volontaria, chiamata anche Landsturm, composta da cittadini civili che affiancavano le forze armate regolari dell’Impero asburgico. Questi uomini, reclutati in tempo di pace dalle vallate tirolesi, praticavano il tiro al bersaglio durante i giorni festivi presso i poligoni locali, mantenendo un livello costante di preparazione che potesse garantire una rapida mobilitazione nel caso di emergenze belliche. La loro prima mobilitazione operativa avvenne nel 1705, durante la guerra di successione spagnola, quando riuscirono a respingere le truppe francesi e bavaresi presso il ponte di Pontlatzer nella zona di Landeck, un successo che portò all’incremento significativo dell’organizzazione complessiva della milizia.

Tuttavia, è nel contesto delle rivoluzioni napoleoniche, in particolare durante gli eventi del 1809, che gli Schützen acquisirono una dimensione eroica e una rilevanza storica che avrebbe caratterizzato la loro memoria collettiva per secoli. Sotto il comando di Andreas Hofer, personalità emblematica della resistenza tirolese contro l’invasione franco-bavarese, le compagnie di Schützen si trasformarono da milizia locale in vero e proprio esercito popolare, capace di sfidare le truppe regolari di Napoleone. Le battaglie del Bergisel, combattute nei pressi di Innsbruck tra maggio e agosto 1809, videro l’impegno massiccio di questi tiratori scelti: nella prima battaglia, il 25 maggio, gli Schützen di Hofer, supportati da circa 1.200 uomini di fanteria austriaca armati di cinque cannoni, affrontarono quasi 5.000 soldati bavaresi, riuscendo a conseguire una vittoria sorprendente. Ancora più significativa fu la terza battaglia del Bergisel, combattuta il 13 agosto dello stesso anno, quando Hofer schierò un contingente di quasi 15.000 Schützen contro una forza nemica superiore di francesi, bavaresi e sassoni sotto il comando del maresciallo Marmont; nonostante l’inferiorità di equipaggiamento e di addestramento formale, le milizie tirolesi conseguirono un’altra straordinaria vittoria. Il celebre ordine di Hofer prima del combattimento – “Tutti quelli che vogliono essere miei compagni d’armi, devono combattere da valorosi, onesti e bravi Tirolesi per Dio, l’imperatore e la patria” – divenne il motto ideale che sintetizzava perfettamente i valori fondanti degli Schützen: la lealtà territoriale, l’onore, la fede religiosa e l’amore per la patria.

Nonostante questi trionfali successi, la resistenza tirolese fu definitivamente soppiantata in novembre dello stesso anno, e il Tirolo passò sotto il controllo francese, relegando le ambizioni di Hofer all’insuccesso. Lo stesso Hofer fu catturato e giustiziato nel 1810, tuttavia il mito della resistenza tirolese e il ruolo eroico degli Schützen continuarono a vivere nell’immaginario collettivo della popolazione germanofona dell’arco alpino. Con la restaurazione asburgica, la struttura organizzativa della milizia tirolese venne formalizzata ulteriormente: nel 1871 i k.k. Landesschützen vennero integrati nella struttura regolare della k.k. Landwehr dell’Impero austro-ungarico, trasformandosi gradualmente in un corpo militare professionale distinto dai Standschützen originari. Nel corso del ventesimo secolo, in particolare durante la Prima Guerra Mondiale, gli Schützen tirolesi combatterono come Kaiserschützen (dal 1917 questa fu la loro designazione ufficiale), unità montane dell’esercito imperiale che operavano principalmente su terreni difficili e alpini, comprese le trincee del fronte dolomitico ove affrontavano le truppe italiane.

La caduta della monarchia asburgica nel 1918, seguita dalla divisione del Tirolo tra il nuovo Stato austriaco e il Regno d’Italia, determinò una trasformazione radicale dell’identità e del ruolo degli Schützen. I corpi militari vennero disciolti, e durante il fascismo, così come successivamente nel periodo nazionalsocialista, le organizzazioni di Schützen subirono proibizioni e restrizioni significative. Tuttavia, a partire dagli anni Cinquanta del ventesimo secolo, emerse un movimento di ricostituzione delle associazioni di Schützen, non più come milizie territoriali bensì come organizzazioni culturali e associative dedicate alla preservazione della memoria storica, alla trasmissione dei valori tradizionali e al mantenimento dell’identità tirolese. Le prime compagnie ricostituirsi sorsero inizialmente in Tirolo austriaco, ma successivamente si diffusero anche nel Trentino, nell’Alto Adige e perfino nella provincia di Belluno, creando una rete transfrontaliera di associazioni che condividevano una medesima filosofia.

Attualmente, gli Schützen costituiscono una realtà organizzativa di dimensioni considerevoli. Nel solo Alto Adige si contano circa 5.000 attivisti suddivisi in 140 compagnie diverse, ciascuna con la propria storia, i propri costumi tradizionali e la propria struttura organizzativa interna. Nel Trentino, la Federazione Schützen del Welschtirol (Federazione Schützen del Tirolo Meridionale), costituita il 9 luglio 1988, raggruppa 26 compagnie dislocate in varie vallate e comuni della provincia. Nel settembre 1995, a Innsbruck, si è verificato un momento istituzionale cruciale: il 17 settembre di quell’anno, al termine di una grande sfilata che ha radunato rappresentanti da Trentino, Alto Adige e Tirolo austriaco, è stata ufficialmente fondata la Bundeschützenschaft, una federazione unitaria che intendeva sanare le frammentazioni create dalle divisioni geopolitiche del ventesimo secolo e riaffermare la continuità della tradizione tirolese.

Dal punto di vista operativo e organizzativo, gli Schützen moderni si occupano di molteplici attività che vanno ben oltre le manifestazioni esteriori. La pratica del tiro al bersaglio rimane centrale nella loro identità: ogni compagnia dispone di propri poligoni di tiro tradizionali, dove i membri si allenano regolarmente seguendo metodologie e discipline che richiamano le antiche procedure. Annualmente, si svolgono competizioni federali di tiro, come i “Welschtiroler Bundesschiessen” organizzati dalla Federazione Schützen del Tirolo Meridionale, dove partecipano oltre cento tiratori provenienti dalle varie compagnie, con metodologie di conteggio dei punti spesso ancora eseguite manualmente, in ossequio alle tradizioni storiche. Il Freischießen, una festa di tiro-concorso combinata a una manifestazione popolare, rimane un appuntamento cardine del calendario annuale, specialmente in occasione di ricorrenze come la festa di San Martino, rappresentando non solo una competizione sportiva bensì un’esperienza comunitaria profondamente radicata nella cultura locale.

Oltre al tiro al bersaglio, gli Schützen svolgono importanti funzioni di volontariato e protezione civile nelle loro comunità. Storicamente, in tempo di pace, le compagnie di Schützen erano responsabili di attività che oggi verrebbero associate ai vigili del fuoco e ai servizi di protezione civile, intervenendo in emergenze locali e garantendo una prontezza costante al servizio della comunità. Questa tradizione di solidarietà e dedizione al bene collettivo continua a caratterizzare le compagnie contemporanee, che spesso partecipano a iniziative di volontariato locale, alla protezione dei beni culturali e al supporto in situazioni di emergenza.

Un aspetto distintivo della realtà degli Schützen è la centralità dei loro costumi tradizionali e delle cerimonie ufficiali. Ogni compagnia indossa un uniforme storica ricostruita sulla base di fonti documentali e archivistiche, che richiama i vestimenti militari dei secoli passati: tipicamente, gli Schützen indossano un gilè ricamato, calzoni lunghi, una giacca decorata e un caratteristico cappello ornato di penne d’aquila, di avvoltoio o di gallo forcello, quest’ultimo considerato un simbolo di coraggio. Queste divise non sono mere rappresentazioni folcloristiche bensì ricostruzioni storicamente documentate, spesso differenziate per valle o compagnia, che riflettono le specificità locali e le variazioni regionali del costume tirolese. Le sfilate e le manifestazioni pubbliche degli Schützen, che si verificano in occasione di cerimonie religiose, festività civili e anniversari storici, costituiscono momenti di straordinaria rilevanza culturale e comunitaria e attirano frequentemente migliaia di visitatori, conservando un valore turistico significativo per il territorio.

Quanto ai valori ispiratori, gli Schützen si propongono esplicitamente la tutela di un patrimonio identitario complesso che può essere sintetizzato nel motto tradizionale “Dio, patria e famiglia”. Sebbene nominalmente apolitiche, queste organizzazioni promuovono attivamente la preservazione della fede cattolica, delle tradizioni storiche, dei costumi locali e dell’eredità culturale del territorio una volta unificato dal Conte del Tirolo. Questo impegno valoriale si manifesta in iniziative educative, nella promozione della lingua e della cultura germanofona, nella celebrazione di momenti di memoria storica e nella difesa di un sentimento di appartenenza territoriale che trascende le divisioni amministrative contemporanee. Nel contesto dell’attuale frammentazione europea, caratterizzata da frontiere ancora rigide e tensioni identitarie latenti, gli Schützen si presentano come custodi di un’identità collettiva che precede lo Stato-nazione moderno e che rivendica la continuità di una memoria storica plurisecolare radicata nella geografia e nella cultura alpina.

In conclusione, gli Schützen rappresentano una realtà affascinante e complessa che coniuga la preservazione della memoria storica con l’impegno civico contemporaneo. Dal sedicesimo secolo ai giorni nostri, queste organizzazioni hanno attraversato trasformazioni radicali – dalla milizia territoriale medievale all’unità montagna dell’esercito imperiale, dalla dissoluzione post-bellica alla ricostituzione associativa contemporanea – mantenendo tuttavia una continuità sostanziale di valori, di pratiche identitarie e di radicamento territoriale. Oggi, gli Schützen rimangono testimoni viventi di una tradizione che continua a plasmare l’identità culturale delle comunità germanofone dell’arco alpino, confermando che le radici storiche e le specificità territoriali conservano una rilevanza profonda anche nell’era della globalizzazione e dell’integrazione europea. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!