Tra i misteri che ancora oggi affascinano archeologi, storici e appassionati di antichità, pochi eguagliano quello legato alle modalità e ai tempi di costruzione della Grande Piramide di Giza. Eretta oltre 4.500 anni fa, attribuita al faraone Cheope, questa colossale struttura non smette di porre interrogativi, soprattutto in merito al “come” sia stato possibile realizzare un’opera tanto monumentale con i mezzi tecnici dell’epoca.
Una delle teorie più accreditate, anche se non priva di criticità, prevede l’utilizzo di una rampa lineare che veniva progressivamente alzata in parallelo con la crescita della piramide. Sebbene in apparenza semplice, questa ipotesi si infrange contro l’evidenza matematica e logistica. La piramide, originariamente alta circa 146 metri, avrebbe richiesto una rampa lunga almeno un chilometro e mezzo per mantenere una pendenza accettabile (attorno ai 6 gradi), condizione necessaria per trascinare blocchi del peso di svariate tonnellate. Oltre alla complessità nel costruire una simile infrastruttura, vi era anche la necessità di smontarla e ricostruirla a ogni avanzamento della piramide stessa. In termini di sforzo, questa operazione potrebbe aver richiesto più lavoro della costruzione dell’intero monumento.
Alternative come le rampe a spirale, sia esterne sia interne, cercano di superare queste difficoltà architettoniche, ma introducono nuovi dubbi, in particolare legati ai tempi di costruzione. Il dato storico più condiviso è che la piramide sia stata realizzata in circa 20 anni. Su questa base, e partendo da un numero generalmente accettato di circa 2.415.000 blocchi, si può facilmente calcolare che, per rispettare tale scadenza, sarebbe stato necessario posizionare un blocco ogni 4 minuti e 21 secondi, lavorando senza sosta, 24 ore su 24. Se si considera una giornata lavorativa più realistica di 12 ore, si scende a un intervallo di circa 2 minuti per ogni pietra.
Tuttavia, anche semplificando lo scenario e immaginando che i blocchi fossero già presenti alla base della piramide, i tempi risultano comunque estremamente ristretti. Se ipotizziamo l’uso di una rampa lunga 200 metri con una pendenza di 6 gradi, un uomo, trasportando un carico, percorrerebbe la distanza in circa 5 minuti e 30 secondi, impiegando quindi più tempo del limite teorico calcolato per la posa di ogni blocco. E questo considerando condizioni ideali: senza ostacoli, curve strette, caldo opprimente o affaticamento fisico. Un’impresa che, a voler essere prudenti, sfiora l’impossibile.
A rendere ancora più fragile l’equilibrio di questa teoria, si aggiunge l’esempio contemporaneo del trasferimento dei templi di Abu Simbel, avvenuto negli anni ’60 durante la costruzione della diga di Aswan. In quel caso, 1.035 blocchi, ognuno del peso compreso tra 20 e 30 tonnellate, furono spostati nell’arco di tre anni. Questo si traduce in una media di 25 ore di lavoro per ogni singolo blocco. Se prendiamo questo dato come riferimento, e lo applichiamo anche solo al 2% dei blocchi della piramide che pesano tra le 25 e le 70 tonnellate, scopriamo che occorrerebbero 133 anni per posizionarli, lavorando 12 ore al giorno.
Certo, si potrebbe obiettare che la precisione richiesta per ricostruire Abu Simbel fosse maggiore rispetto a quella impiegata nella costruzione delle piramidi, o che l’Egitto faraonico potesse disporre di una forza lavoro di gran lunga superiore. Tuttavia, anche queste controdeduzioni sollevano interrogativi: quante persone sarebbero state necessarie? E quali risorse avrebbe richiesto un simile impiego di manodopera? È plausibile pensare che l’intero apparato statale potesse sostenere un’impresa così massiccia senza compromettere l’economia e la stabilità del regno?
Nonostante secoli di studi e congetture, il “mistero della piramide” resta intatto. Le teorie si moltiplicano, le analisi si affinano, ma nessuna spiegazione riesce a offrire un modello coerente che risolva contemporaneamente i problemi strutturali, logistici e temporali della costruzione. Questo fa della Grande Piramide non solo una delle meraviglie dell’antichità, ma anche un rebus storico-tecnologico ancora lontano dalla soluzione definitiva. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
