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Come si vive a -70 gradi a Yakutsk, la città più fredda del mondo -VIDEO-

Yakutsk, capitale della Repubblica di Sakha con 355.000 abitanti, rappresenta il maggiore insediamento umano costruito interamente su permafrost, dove temperature invernali scendono sino a -70°C.

Yakutsk si erge in Siberia orientale come la metropoli più grande del pianeta costruita interamente su un terreno permafrost, dove le temperature invernali precipitano regolarmente al di sotto dei -50 gradi Celsius e possono raggiungere punte estreme di -70 e persino -71 gradi. Con una popolazione di circa 355.000 abitanti, questa capitale della Repubblica di Sakha rappresenta un unicum nel panorama urbano mondiale: una città dove la lotta quotidiana contro il gelo estremo definisce ogni aspetto dell’esistenza umana, dalle strutture architettoniche alle abitudini alimentari, dalle modalità di trasporto sino alle più banali attività ricreative.

L’infrastruttura urbana e le fondamenta costruttive rappresentano il primo straordinario adattamento all’ambiente ostile. I costruttori di Yakutsk hanno dovuto affrontare una sfida tecnica senza precedenti: edificare una città intera sopra il permafrost, uno strato di terreno ghiacciato profondo centinaia di metri che rimane congelato permanentemente. La soluzione innovativa sviluppata durante l’era sovietica prevede l’utilizzo di fondamenta su pali in calcestruzzo armato, strutture che si estendono da 8 a 16 metri di profondità, congelate direttamente nel permafrost e supportate da travi di calcestruzzo poste a 1,2-1,8 metri sopra il livello del suolo. Questa configurazione consente la ventilazione dello spazio tra la struttura e il terreno, fondamentale per preservare la temperatura del permafrost e impedire lo scioglimento del ghiaccio sottostante. I ricercatori del Siberia Federal University hanno perfezionato tecnologie ancora più sofisticate, come i pali trivellati che permettono di forare il permafrost mediante trivelle speciali prima dell’inserimento della gabbia di armatura e del riempimento in calcestruzzo. Nonostante questi progressi ingegneristici, circa 1.000 edifici della città hanno subito danni e cedimenti strutturali dovuti allo scongelamento del permafrost, con percentuali di danneggiamento che attestano il persistente conflitto tra lo sviluppo urbano e la fragilità dell’ambiente arcticopermafrost.

La vita quotidiana e l’abbigliamento richiedono una disciplina rigorosa e una preparazione meticolosa. I residenti non hanno alcuna scelta nella questione dell’abbigliamento: indossare almeno quattro o cinque strati di indumenti è una questione di sopravvivenza, non di preferenza. Pellicce, giacche isolanti, calzature speciali per il freddo estremo, berretti, sciarpe e maschere protettive diventano parte integrante della divisa invernale. L’esposizione al freddo estremo per più di venti-trenta minuti senza protezione adeguata può provocare congelamento e morte, un rischio calcolato che i residenti hanno imparato a valutare costantemente. Le donne fotografano i loro ciglia congelate come documenti di un’esperienza straordinaria, mentre gli eyeliner si trasformano in cristalli di ghiaccio solido. Durante i mesi invernali, che si estendono per circa sette mesi all’anno, il sole sorge intorno alle 10-11 del mattino e tramonta prima delle 15-16, riducendo drasticamente le ore di luce diurna e creando una semi-oscurità persistente che amplifica la sensazione di isolamento psichico.

I veicoli e i sistemi di trasporto rappresentano un capitolo a parte della rielaborazione tecnica dell’infrastrutturo civile. Le automobili non possono essere semplicemente parcheggiate all’esterno come in altri climi; richiedono un complesso sistema di protezione che comprende coperture termiche, insulsione con materiali speciali e, soprattutto, garage riscaldati. L’olio motore si congela a queste temperature, impedendo al motore di girare; per questo motivo molti residenti mantengono il motore acceso in permanenza durante i mesi invernali, da ottobre ad aprile, oppure installano sistemi di avvio automatico con sensori di temperatura che accendono il motore quando la temperatura interna scende sotto i -10 gradi. Per scongelare un veicolo completamente ghiacciato, i residenti impiegano speciali pistole termiche che bruciano carburante per generare calore dall’interno, un processo che richiede circa un’ora di riscaldamento meticoloso. I pneumatici si deformano a causa del freddo estremo, le batterie si scaricano più velocemente e il rischio di rotture meccaniche aumenta esponenzialmente. Storicamente, almeno due uomini sono morti congelati all’interno della loro automobile quando il motore si è bloccato nel bel mezzo della steppa gelida, testimonianza tangibile della natura letale di questi ambienti.

Il sistema educativo e la cancellazione delle lezioni seguono una scala termometrica precisa che riflette il giudizio collettivo sulla sopravvivenza umana. Le scuole primarie sospendono le lezioni in presenza quando le temperature scendono al di sotto di -45 gradi Celsius, mentre gli asili nido continuano a operare anche a -55 gradi. Questa differenziazione riconosce implicitamente che i bambini piccoli possono tollerare brevissimi periodi all’aperto accompagnati dalle insegnanti, mentre i bambini più grandi devono affrontare spostamenti più lunghi. Nonostante queste soglie di sicurezza, gli insegnanti e i funzionari amministrativi riferiscono che gli studenti, nella maggior parte dei casi, si recano a scuola anche a temperature appena al di sotto del limite di cancellazione. La pedagogia del freddo forma parte del curriculum implicito: i bambini di Yakutsk crescono con la consapevolezza che l’educazione continua nonostante le condizioni atmosferiche estreme e che la resilienza è una capacità da sviluppare fin dalla più tenera infanzia.

L’alimentazione e la conservazione del cibo rappresentano un adattamento culinario unico alle realtà geografiche siberian. Il paesaggio non offre opportunità di coltivazione agricola tradizionale; di conseguenza, la dieta yakuta si basa storicamente su pesce e carne, i cosiddetti “black food” secondo la locuzione tradizionale. I pesci provengono dai laghi ghiacciati dove vengono catturati ancora vivi e congelati all’istante dal freddo ambiente; nei mercati congelati della città, i pesci interi rimangono nel loro stato cristallino originario, così rigidi da potersi maneggiare come blocchi di marmo. Un piatto tradizionale di enorme significato culturale è la stroganina, pesce di trota crudo tagliato a fettine sottili mentre è ancora completamente congelato; la carne risulta incredibilmente tenera al palato e possiede un valore nutritivo elevatissimo grazie all’alto contenuto di grasso. La carne equina e bovina viene anch’essa consumata cruda o semighiacciata. I lattacini, incluso il latte intero, vengono conservati all’esterno delle abitazioni in blocchi solidi, talvolta legati con corde alle finestre per proteggerli da animali e furti. Le temperature esterne eliminano completamente la necessità di refrigeratori domestici: balconi e spazi esterni si trasformano spontaneamente in celle di conservazione del cibo. Il fabbisogno calorico è drammaticamente superiore rispetto ad altri climi, poiché il corpo umano brucia calorie a ritmo accelerato per mantenere la temperatura corporea in condizioni di freddo estremo; questa realtà biologica conferisce importanza centrale ai cibi ricchi di grassi e proteine nella struttura della dieta yakuta.

L’acquisizione dell’acqua potabile e i sistemi idrici presentano difficoltà logistiche insormontabili per le tecnologie standard. Non esistono impianti di depurazione dell’acqua convenzionali poiché i tubi si congelano istantaneamente durante i mesi invernali. I residenti raccolgono blocchi di ghiaccio puro direttamente dai laghi congelati e dalle fonti naturali, li trasportano in casa mediante trattori e li depositano in barili dove vengono sciolti lentamente mediante il calore domestico o utilizzando coltelli affilati per accelerare il processo di fusione. Famiglie con decine di membri impiegano ore ogni giorno in questa pratica elementare di approvvigionamento idrico. L’agricoltura di sussistenza che una volta caratterizzava le comunità rurali rurali si è basata completamente su questa pratica millenaria, riproducendo in ambito urbano moderno le tecniche di sopravvivenza ancestrali.

Le attività ricreative e le pratiche culturali all’aperto continuano ininterrottamente nonostante le condizioni meteorologiche estreme. I bambini costruiscono scivoli di ghiaccio e pattinano su laghi ghiacciati alla fine dell’inverno quando le temperature salgono leggermente sopra i -20 gradi, condizioni che localmente vengono considerate “calde”. Gli adulti praticano lo sci e lo snowboard presso il parco invernale Tekhtyur, situato a circa quarantacinque minuti di automobile da Yakutsk. Il pattinaggio su ghiaccio rappresenta un’attività quotidiana praticata in una pista riscaldata al coperto disponibile tutto l’anno al costo di 200 rubli (circa 3 dollari statunitensi). Le competizioni di pesca sul ghiaccio attraggono locali e turisti; il numero incredibile di partecipanti testimonia come la lotta per l’approvvigionamento alimentare sia inscindibilmente legata alle pratiche ludiche e culturali. Il Lena Pillars Nature Park, patrimonio dell’UNESCO situato lungo le sponde del fiume Lena con formazioni rocciose monumentali di straordinaria bellezza geologica, rimane accessibile durante i mesi invernali mediante strade di ghiaccio percorse da guide locali esperte. Festival invernali celebrano la cultura yakuta con una partecipazione di massa che trasforma il paesaggio urbano in uno spazio di condivisione e aggregazione sociale.

L’economia e il tessuto sociale urbano rimangono vibranti nonostante la severità dell’ambiente. Yakutsk rappresenta il principale centro economico della Repubblica di Sakha, con attività industriali incentrate sull’estrazione di diamanti, carbone, oro e altri minerali strategici. Il settore finanziario, il commercio, la ricerca scientifica e l’istruzione superiore costituiscono il tessuto occupazionale contemporaneo. La comunità yakuta mantiene forti legami etnici e culturali, conservando tradizioni orali, pratiche di caccia e pesca tradizionali, e una cosmovisione che integra la severità ambientale come elemento definitorio dell’identità collettiva. I residenti descrivono la loro resilienza come risultato di una coesione sociale profonda, dove il mutuo sostegno tra famiglie e comunità rappresenta un sistema di reti di sopravvivenza indispensabile per affrontare i mesi più gelidi.

La sfida contemporanea del cambiamento climatico introduce un paradosso inquietante per i residenti di Yakutsk. Lo scioglimento del permafrost a causa del riscaldamento globale, mentre in teoria potrebbe sembrare benefico in un contesto di freddo estremo, rappresenta in realtà una minaccia esistenziale all’infrastruttura urbana. I pali di fondazione, progettati specificamente per mantenere l’integrità strutturale nel permafrost permanentemente congelato, si trovano sempre più esposti al rischio di cedimento quando il ghiaccio sottostante inizia a fondere. Ricerche scientifiche pubblicate nel 2020 indicano che circa un terzo dell’infrastruttura urbana artica è a rischio di danneggiamento dovuto alla perdita del permafrost nei prossimi anni. Per i residenti di Yakutsk, questo rappresenta non un sollievo dalle condizioni climatiche estreme, ma piuttosto una nuova classe di pericoli che minaccia la stabilità della loro dimora.

La vita a -70 gradi Celsius a Yakutsk incarna una testimonianza della capacità umana di adattarsi a condizioni che, teoricamente, dovrebbero risultare incompatibili con l’insediamento civile permanente. L’architettura costruttiva, i protocolli educativi, le pratiche alimentari, i sistemi di trasporto e le dinamiche sociali si sono tutti riconfigurarti in coerenza con gli imperativi della sopravvivenza in un ambiente radicalmente ostile. I 355.000 abitanti di questa metropoli siberiana non costituiscono una popolazione di esuli forzati, ma piuttosto individui che hanno elaborato un’intera civiltà adattata ai confini estremi della abitabilità terrestre. L’esistenza quotidiana rappresenta una vittoria quotidiana sulla severità ambientale, un atto perpetuo di sfida umana esercitato non attraverso la conquista della natura, ma attraverso l’umile e meticolosa negoziazione con essa. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!