L’azienda russa di neurotecnologie Neiry ha condotto i primi test operativi a Mosca su piccioni trasformati in biodroni attraverso l’impianto di interfacce cerebrali e dispositivi elettronici montati su appositi supporti dorsali, segnando un passaggio significativo nella convergenza tra biotecnologia e sorveglianza. Secondo quanto riportato dalla stessa società in un comunicato diffuso il 25 novembre, il primo stormo di volatili dotati di chip neurali ha completato con successo voli di prova da un laboratorio e ritorno, mentre decine di altri esemplari sono attualmente sottoposti a verifiche delle caratteristiche di volo prima di essere inviati in missioni che potrebbero coprire distanze di migliaia di chilometri.
Il sistema sviluppato da Neiry impiega elettrodi impiantati chirurgicamente in aree specifiche del cervello degli uccelli, collegati a uno stimolatore e a un’unità di controllo alloggiati in un piccolo zaino fissato sul dorso dell’animale, che ospita anche componenti elettronici alimentati da pannelli solari. Il controller riceve compiti di volo precaricati analoghi a quelli utilizzati nei velivoli senza pilota convenzionali, mentre lo stimolatore invia impulsi che influenzano la motivazione del volatile a virare verso sinistra o verso destra, con il posizionamento garantito da GPS e altri sistemi di navigazione.
L’aspetto più controverso dell’esperimento riguarda la metodologia di controllo degli animali. Neiry sostiene che, a differenza degli animali addestrati tradizionalmente, non sia necessario alcun condizionamento comportamentale poiché “qualsiasi animale diventa controllabile da remoto dopo l’operazione”. I chirurghi utilizzano una configurazione stereotassica per posizionare gli elettrodi con precisione, puntando a un tasso di sopravvivenza del cento percento degli uccelli sottoposti all’intervento. Il fondatore dell’azienda, Alexander Panov, ha dichiarato che il sistema attualmente testato sui piccioni può essere adattato per l’utilizzo con altre specie avicole, indicando corvi per il monitoraggio di strutture costiere, gabbiani per aree marine di dimensioni intermedie e albatros per la sorveglianza di vaste estensioni oceaniche.
I biodroni sono dotati di telecamere il cui funzionamento segue gli stessi principi dei sistemi di sorveglianza installati su infrastrutture fisse, veicoli di trasporto e robot per le consegne. Neiry afferma che le immagini vengono elaborate tramite intelligenza artificiale per offuscare i volti e rimuovere i dati personali, in conformità con i requisiti legali del paese in cui opera il volatile. L’azienda intende impiegare questi dispositivi biologici per il monitoraggio prolungato di linee di trasmissione elettrica, nodi di distribuzione del gas e altre infrastrutture critiche, nonché per indagini ambientali, ispezioni industriali, operazioni di ricerca e soccorso e attività aggiuntive di sorveglianza per la sicurezza.
Sul piano economico, Neiry sostiene che il costo di ciascun biodrone sia paragonabile a quello dei droni convenzionali di classe similare, superandoli tuttavia di centinaia di volte in termini di autonomia e portata operativa. Questo vantaggio deriva dalla capacità degli uccelli di volare per periodi prolungati sfruttando le correnti termiche e la loro naturale efficienza energetica, caratteristiche impossibili da replicare con mezzi puramente meccanici allo stato attuale della tecnologia.
La ricerca sul controllo di uccelli mediante neurointerfacce impiantate non rappresenta una novità assoluta nel panorama scientifico internazionale. Esperimenti analoghi sono stati condotti in precedenza in Cina, Corea del Sud, Stati Uniti e India, sebbene con finalità prevalentemente sperimentali. Nel 2007, ricercatori della Shandong University of Science and Technology impiantarono microelettrodi nel cervello di piccioni riuscendo a comandarne il volo verso destra, sinistra, in alto o in basso. Nel 2022, un team cinese utilizzò un dispositivo di controllo cerebrale alimentato a energia solare per guidare un piccione in volo per quasi due ore consecutive. Neiry rivendica tuttavia di aver superato la fase sperimentale per avviarsi verso un’applicazione industriale su larga scala, valutando anche la possibilità di esportare la tecnologia sui mercati internazionali.
L’azienda moscovita non è nuova a sperimentazioni che coinvolgono l’interfaccia tra cervello animale e intelligenza artificiale. Nel 2024 Neiry, in collaborazione con scienziati dell’Università Statale di Mosca, ha presentato i risultati di un esperimento in cui il cervello di un topo è stato collegato a un sistema di intelligenza artificiale che suggeriva risposte corrette attraverso la stimolazione elettrica di specifiche regioni cerebrali. Nel settembre 2024, l’azienda ha annunciato di aver impiantato neurochip in bovini nella regione di Sverdlovsk con l’obiettivo dichiarato di aumentare la produzione di latte, sostenendo di essere stata la prima al mondo a realizzare tale intervento. Nel giugno 2025, la società ha compiuto il primo volo stratosferico di un ratto denominato Pythia dotato di neurointerfaccia collegata all’intelligenza artificiale.
Il progetto solleva interrogativi etici significativi riguardo all’utilizzo di esseri viventi come strumenti di sorveglianza. La trasformazione di animali in dispositivi controllabili remotamente mediante impianti cerebrali tocca questioni fondamentali relative al benessere animale, alla dignità delle creature senzienti e ai limiti dell’intervento tecnologico sulla natura. La legislazione svizzera sul benessere animale, considerata tra le più avanzate al mondo, identifica come violazione della dignità animale l’eccessiva strumentalizzazione e l’interferenza sostanziale con l’aspetto o le capacità di un animale, criteri che sembrano applicabili al caso in esame.
La tecnologia sviluppata da Neiry si inserisce in un contesto più ampio di ricerca sulle interfacce cervello-macchina che ha visto progressi significativi negli ultimi decenni. Il programma Hybrid-Insect-MEMS finanziato dalla Defense Advanced Research Projects Agency statunitense ha l’obiettivo dichiarato di sviluppare interfacce strettamente integrate tra macchine e insetti, inserendo sistemi microelettromeccanici negli insetti durante le prime fasi della metamorfosi. Ricercatori dell’Università della California a Berkeley hanno dimostrato nel 2009 il primo coleottero cyborg controllabile senza fili.
Sul fronte delle applicazioni militari, le neurotecnologie stanno attirando crescente interesse da parte delle forze armate di diversi paesi. Secondo esperti del settore, tre categorie di applicazioni militari delle neurotecnologie possono essere identificate: il potenziamento delle capacità dei combattenti attraverso varie forme di stimolazione elettrica transcranica, il trattamento di disturbi dell’umore e lo sviluppo di sistemi di interfaccia uomo-macchina per il controllo di droni e altre piattaforme militari attraverso il pensiero. Sebbene la Russia tradizionalmente abbia concentrato i propri sforzi nella guerra cognitiva su operazioni psicologiche e informative piuttosto che su strumenti neuro-basati, il progetto di Neiry potrebbe segnare un cambio di direzione.
La possibilità che piccioni apparentemente comuni possano in realtà essere strumenti di sorveglianza controllati da remoto alimenta preoccupazioni sulla privacy e sulla fiducia nei confronti dell’ambiente circostante. L’utilizzo di droni mascherati da uccelli solleva interrogativi sul consenso informato delle popolazioni sorvegliate e sulla trasparenza delle attività di monitoraggio. A differenza dei droni convenzionali, facilmente identificabili, i biodroni aviari potrebbero operare senza destare sospetti, rendendo virtualmente impossibile per i cittadini sapere quando sono sotto osservazione.
Neiry è stata fondata da Alexander Panov e ha raccolto oltre un miliardo di rubli in investimenti negli ultimi cinque anni, sviluppando prodotti che spaziano dai neuroheadset per il consumatore finale alle tecnologie mediche, dal neuromarketing alle applicazioni agricole. Tra i consulenti scientifici dell’azienda figura Mikhail Lebedev, professore all’Università Statale di Mosca e mentore dei co-fondatori e ricercatori di Neuralink, la società di Elon Musk specializzata in impianti cerebrali per esseri umani. La presenza di un collegamento, seppur indiretto, con l’ecosistema di Neuralink conferisce al progetto russo una cornice di credibilità scientifica che va oltre le dichiarazioni aziendali.
Il contesto geopolitico in cui si inserisce questa sperimentazione non può essere ignorato. La Russia è attualmente impegnata in un conflitto armato con l’Ucraina dove l’utilizzo di droni ha raggiunto livelli senza precedenti nella storia della guerra moderna. Mentre le forze ucraine impiegano droni FPV equipaggiati con moduli di guida terminale basati sull’intelligenza artificiale e robot terrestri quadrupedi per operazioni di ricognizione, lo sviluppo russo di biodroni aviari potrebbe rappresentare un tentativo di ottenere capacità di sorveglianza a lungo raggio difficilmente intercettabili e jammerabili con le contromisure elettroniche convenzionali. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
