Le condizioni meteorologiche dei prossimi dieci giorni mostreranno un radicale cambio di rotta rispetto alla fase precedente, dominata da correnti artiche. Dopo circa dieci giorni caratterizzati da un’afflusso di aria fredda di origine polare, il Mediterraneo centrale si appresta a vivere un periodo segnato dal ritorno delle correnti atlantiche. Un cambiamento che, pur garantendo un generale peggioramento del tempo con precipitazioni anche diffuse, non determinerà però condizioni ideali per nevicate in pianura, ma favorirà l’accumulo di neve sull’arco alpino e prealpino.
Le perturbazioni in arrivo, di chiara matrice oceanica, avranno una traiettoria sudoccidentale che porterà masse d’aria umide ma termicamente miti rispetto ai giorni scorsi. La quota neve ne risentirà: si manterrà prevalentemente elevata, oscillando tra i 1200 e i 1800 metri, salvo locali abbassamenti temporanei nelle valli alpine, laddove sussisteranno sacche residue di aria fredda nei bassi strati. La situazione sinottica, quindi, richiamerà più un autunno inoltrato che un vero e proprio scenario invernale.
Analizzando le isoterme a 850 hPa (circa 1450-1550 metri di altitudine), i modelli previsionali indicano valori compresi tra 0 e -2 °C su gran parte del Nord Italia. In assenza di un cuscinetto freddo ben strutturato al suolo, questi valori risultano insufficienti per garantire nevicate a bassa quota, soprattutto in pianura, dove le precipitazioni assumeranno quasi ovunque carattere piovoso. Solo in rare condizioni locali, in particolare durante le fasi notturne e nelle valli più chiuse del Piemonte e dell’Alto Adige, si potrà osservare qualche fiocco di neve fino a quote di fondovalle.
La configurazione meteorologica, tuttavia, non sarà priva di variabilità. L’interazione tra la componente orografica e le correnti sudoccidentali potrà attivare episodi di föhn, in particolare sul Piemonte e marginalmente sulla Lombardia occidentale. In questi frangenti, la discesa di aria secca e compressa dal versante alpino potrà generare un temporaneo miglioramento del tempo, con cieli limpidi e un rialzo termico anche sensibile, in netto contrasto con le precipitazioni previste sulle Alpi.
Le notizie migliori riguardano infatti proprio i rilievi alpini, dove le condizioni saranno favorevoli ad accumuli nevosi significativi. L’intero arco alpino, dalla Val d’Aosta al Friuli Venezia Giulia, sarà interessato da una serie di nevicate a carattere moderato o localmente intenso, con accumuli potenzialmente consistenti oltre i 1500-1700 metri. L’intensità delle precipitazioni e la possibilità di nevicate fino a quote inferiori saranno però strettamente legate alla persistenza di aria fredda nei bassi strati: dove questa sarà riuscita a conservarsi, si potrà assistere a imbiancate anche fino a 700-900 metri.
Un elemento chiave sarà rappresentato dalla possibile formazione di condizioni di omotermia nelle vallate più chiuse e protette, dove l’intera colonna d’aria si manterrà prossima allo 0 °C: in questi casi, il fenomeno dell'”isoterma zero uniforme” potrà facilitare la discesa della neve fino al fondovalle, anche in assenza di un freddo marcato in quota. Tali situazioni, pur non frequenti, potrebbero realizzarsi in aree come la Val d’Isarco, la Val Pusteria e alcune vallate piemontesi.
In sintesi, ci attende un periodo spiccatamente perturbato, più umido che freddo, con temperature che si manterranno generalmente sopra la media del periodo a causa dell’origine oceanica delle masse d’aria. Le nevicate saranno protagoniste sulle Alpi, mentre per la neve in pianura bisognerà attendere un ritorno di correnti continentali o retrograde: al momento, uno scenario che resta al di fuori delle attuali proiezioni a medio termine.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
