Si è conclusa con un licenziamento ufficiale la vicenda che ha visto protagonista Elena Maraga, la maestra d’asilo 29enne di Varago di Maserada, nella provincia di Treviso, finita al centro delle polemiche per il suo profilo sulla piattaforma OnlyFans. La giovane insegnante, che lavorava presso una scuola materna cattolica, ha ricevuto nei giorni scorsi la raccomandata con cui le è stato comunicato il licenziamento “per giusta causa”, motivato dall'”incrinamento del rapporto di fiducia” con il datore di lavoro.
La vicenda, esplosa a metà marzo quando alcuni genitori hanno scoperto l’attività parallela della Maraga sulla piattaforma di contenuti a pagamento, ha avuto un’evoluzione prevedibile dopo settimane di sospensione dall’incarico. Inizialmente l’educatrice aveva usufruito di tre giorni di permesso, dal 17 al 19 marzo, per poi concordare con la direzione scolastica uno stop temporaneo in attesa di ulteriori sviluppi. Ieri la notizia del licenziamento è stata confermata dalla stessa protagonista durante un’intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica “La Zanzara” di Radio 24.
“Ho ritirato la raccomandata martedì mattina, era arrivata una settimana fa ma non ero a casa”, ha spiegato la Maraga, rivelando i contenuti della comunicazione ufficiale. Nella lettera si specifica che la gestione del profilo OnlyFans “contrasta con l’ispirazione cattolica che orienta l’indirizzamento educativo della scuola”. All’insegnante vengono inoltre contestate le numerose uscite pubbliche che avrebbero amplificato la risonanza mediatica del caso.
La maestra ha anche ricostruito la genesi dello scandalo, svelando dettagli finora sconosciuti: “Tutto è nato da un padre di un mio alunno che si è iscritto al mio canale OnlyFans, ha acquistato determinati contenuti e li ha condivisi in un gruppo di calcetto del paese. La compagna lo ha scoperto e, indignata, ha pubblicato un post su Facebook raccontando tutto”. Secondo la sua versione, si tratterebbe essenzialmente di una questione di gelosia sfociata in una denuncia alla direzione scolastica.
Interrogata sui contenuti del suo profilo, la Maraga ha difeso con fermezza le sue scelte: “Non mi sono mai spinta nella pornografia. Solo per chi paga di più arrivo a togliermi la biancheria: in spiaggia si vedono spettacoli ben più espliciti”. L’insegnante ha inoltre giustificato la sua decisione di aprire un profilo sulla piattaforma citando ragioni economiche: “Prendevo 1200 euro al mese, non potevo permettermi un affitto. In febbraio ho provato a esibirmi su OnlyFans per diventare indipendente”.
La 29enne bodybuilder non intende accettare passivamente il provvedimento: “Impugnerò sicuramente il licenziamento, lo ritengo ingiusto al 100%”, ha dichiarato con determinazione, contestando quella che considera una discriminazione inaccettabile. “Non ho commesso reati e fuori dell’orario di lavoro rivendico il diritto alla libertà personale. Non posso accettare di essere pubblicamente umiliata e condannata alla disoccupazione da un’istituzione che si appella a valori morali, pur scossa internamente da scandali sessuali occultati per decenni”.
Il caso ha avuto un’eco mediatica notevole, amplificata dai social network dove la popolarità della Maraga è letteralmente esplosa: in pochi giorni, i follower del suo profilo Instagram sono passati da 6.500 a oltre 18.000. Durante un’intervista, la donna ha anche rivelato di guadagnare in un solo giorno sulla piattaforma per adulti più di quanto percepirebbe in un mese come educatrice d’infanzia.
Sulla vicenda è intervenuto anche il partito Più Europa, che si è schierato apertamente con l’educatrice, definendo il caso “un esempio da manuale di moralismo ipocrita”. “Elena Maraga non è stata licenziata per aver fatto male il suo lavoro”, ha sottolineato il presidente Matteo Hallisey, “ma per aver infranto un tabù sociale. Questo licenziamento è una forma di discriminazione, travestita da tutela educativa”.
La maestra ha inoltre affermato di ricevere quotidianamente numerosi messaggi di solidarietà da parte di altri insegnanti che vivono situazioni economiche simili alla sua: “In questi giorni ricevo centinaia di messaggi da maestri e prof nelle mie condizioni. Ognuno si arrangia come può: in Italia la dignità perduta appartiene a chi non riesce più a vivere del proprio lavoro, non a chi per riuscirci accetta di mostrare una coscia a uomini che non vogliono affrontare il gelo che li separa dalla compagna”.
Secondo quanto riferito dalla stessa protagonista, nonostante l’indignazione di alcune famiglie, molti genitori avrebbero apprezzato la sua professionalità nell’ambiente scolastico e si sarebbero schierati dalla sua parte: “A fronte di tre-quattro mamme indignate, ce ne sono state decine che, vista la professionalità dimostrata con i bambini, si erano schierate con me”.
L’epilogo di questa vicenda potrebbe ora spostarsi nelle aule dei tribunali, con la maestra determinata a far valere le proprie ragioni contro quello che considera un licenziamento ingiustificato. Nel frattempo, la sua attività sui social prosegue a ritmo intenso, capitalizzando la notorietà ottenuta attraverso questa controversa esposizione mediatica.