Un potente ciclone simil-tropicale è in rotta di collisione con l’Italia, secondo le più recenti elaborazioni dei modelli previsionali. Gli ultimi aggiornamenti confermano una pericolosa fase di maltempo che potrebbe colpire diverse regioni italiane a partire dal 15 maggio, con piogge di carattere alluvionale e venti di tempesta che potrebbero superare i 100 km/h. Il fenomeno, tecnicamente classificato come TLC (Tropical Like Cyclone), rappresenta una delle manifestazioni meteorologiche più estreme che possono verificarsi nel bacino del Mediterraneo e desta particolare preoccupazione per l’intensità prevista e la vasta area potenzialmente coinvolta.

Questi sistemi atmosferici si differenziano notevolmente dalle classiche perturbazioni che attraversano periodicamente il continente europeo. La peculiarità fondamentale che contraddistingue un ciclone simil-tropicale è la presenza di un “cuore caldo” (warm core) al centro della depressione, particolarmente evidente nei bassi strati dell’atmosfera, dove si registrano temperature superiori di 2-3°C o più rispetto all’ambiente circostante. Questa caratteristica è il risultato dell’interazione tra masse d’aria molto calde presenti nei bassi strati dell’atmosfera alle latitudini subtropicali e le temperature già elevate delle acque del Mediterraneo, che quest’anno presentano anomalie termiche positive significative.
Il ciclone attualmente monitorato dai meteorologi si alimenterà principalmente con masse d’aria di origine subtropicale che si trovano tra la catena montuosa dell’Atlante e il deserto del Sahara, oltre che dalle acque insolitamente calde del Mediterraneo. Si tratta di un meccanismo che ricorda quello dei cicloni tropicali oceanici, sebbene su scala ridotta, dove l’energia viene estratta dal calore latente di condensazione del vapore acqueo presente nell’atmosfera, creando un sistema auto-alimentante finché permangono le condizioni favorevoli.

Secondo le più recenti elaborazioni modellistiche, la data critica da segnare sul calendario è giovedì 15 maggio, quando questa formidabile struttura atmosferica potrebbe spostarsi verso il territorio italiano. I modelli ad alta risoluzione evidenziano la possibilità che il sistema possa svilupparsi nel basso Tirreno e risalire verso il Sud Italia, acquisendo caratteristiche tropicali come un nucleo caldo ben definito, una struttura simmetrica con bande di nubi disposte a spirale, e una spiccata attività convettiva con temporali intensi. L’evoluzione prevista indica un periodo di forte instabilità che potrebbe protrarsi fino al 17 maggio, con fenomeni particolarmente intensi.
Le zone maggiormente a rischio risultano essere le regioni meridionali, in particolare Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. In queste aree si prevedono accumuli pluviometrici eccezionali, compresi tra 100 e 200 millimetri in appena 48 ore, quantitativi che rappresentano in molti casi più della metà delle precipitazioni medie annuali. I modelli ad alta risoluzione indicano accumuli particolarmente significativi in diverse città: Catania potrebbe ricevere fino a 209 mm, Siracusa 128 mm, Potenza 119 mm, e numerose altre località del Sud potrebbero superare i 50-60 mm di pioggia.
Il moto ondoso è previsto in notevole aumento con onde che potrebbero raggiungere i 3-4 metri di altezza, specialmente nei settori ionici, con conseguente rischio di mareggiate lungo le coste esposte. Un altro elemento di preoccupazione è rappresentato dall’intensità dei venti, che potrebbero superare i 100-120 km/h assumendo caratteristiche di tempesta, causando potenziali danni a infrastrutture, colture e abitazioni. Le raffiche più violente potrebbero verificarsi in prossimità delle coste e nelle zone montuose, dove l’orografia può amplificare l’intensità del vento.

I cicloni mediterranei, noti anche come “medicane” (crasi di Mediterranean Hurricane), sono fenomeni relativamente rari ma potenzialmente devastanti. Sebbene non esista ancora una definizione scientifica universalmente riconosciuta di ciò che chiamiamo medicane, esistono alcuni criteri distintivi che li caratterizzano. Si tratta di sistemi di bassa pressione identificabili come cicloni tropicali di piccola portata che si verificano esclusivamente sul Mar Mediterraneo, condividendo con gli uragani caratteristiche come forti piogge, venti intensi e mareggiate, ma con durata e intensità limitate a causa della ridotta estensione del bacino mediterraneo.
Storicamente, tra novembre 2011 e febbraio 2023, almeno nove medicane hanno interessato il Mar Mediterraneo e le zone costiere circostanti, causando danni significativi. Eventi recenti nel 2023 e 2024 hanno dimostrato come questi fenomeni possano provocare situazioni di emergenza con allagamenti, esondazioni e alluvioni lampo, soprattutto in aree già fragili dal punto di vista idrogeologico. La conformazione del territorio italiano, particolarmente vulnerabile a fenomeni di dissesto idrogeologico, rende l’impatto potenziale di un TLC ancora più preoccupante.
Il Dipartimento della Protezione Civile sta monitorando attentamente l’evoluzione della situazione e ha già emesso avvisi di condizioni meteorologiche avverse per i prossimi giorni. Sebbene l’allerta attuale si concentri principalmente sulle regioni settentrionali e centrali, l’evoluzione prevista del ciclone potrebbe portare all’estensione delle allerte anche alle regioni meridionali nei prossimi aggiornamenti. Il sistema di protezione civile è in stato di pre-allerta, con un monitoraggio continuo che permetterà di attivare tempestivamente i protocolli di emergenza in caso di conferma definitiva dello scenario.
Gli esperti meteorologi sottolineano come questi fenomeni estremi stiano diventando più frequenti nel contesto del cambiamento climatico in atto. L’aumento della temperatura superficiale del Mar Mediterraneo, attualmente superiore di circa 1,5°C rispetto alle medie climatiche, fornisce maggiore energia potenziale per lo sviluppo di sistemi ciclonici intensi. La combinazione tra mari più caldi e configurazioni atmosferiche favorevoli crea le condizioni ideali per la genesi di cicloni simil-tropicali anche in periodi dell’anno tradizionalmente meno predisposti a tali fenomeni.
È fondamentale precisare che, nonostante l’alta affidabilità dei modelli previsionali attuali, l’evoluzione esatta di questi sistemi complessi rimane soggetta a un certo grado di incertezza. La traiettoria precisa, l’intensità e la tempistica del ciclone potrebbero subire variazioni nei prossimi aggiornamenti modellistici. Per questo motivo, è essenziale seguire con attenzione gli aggiornamenti ufficiali forniti dalla Protezione Civile e dai servizi meteorologici nazionali, che forniranno informazioni sempre più dettagliate con l’avvicinarsi dell’evento.