Rocco Siffredi contro Le Iene, “Attaccato con testimonianze non verificabili”

Rocco Siffredi risponde alle accuse di abusi sui set porno trasmesse da Le Iene, denunciando un sistema basato su testimonianze anonime e non verificabili. L’attore parla di complotto contro di lui mentre emergono possibili incongruenze nei racconti delle accusatrici.

Rocco Siffredi non ci sta e rompe il silenzio dopo quasi un mese di “diffamazioni continue”, come le definisce lui stesso, in seguito ai servizi trasmessi da Le Iene che lo accusano di presunte violenze e abusi nei confronti di alcune attrici sui set dei suoi film a luci rosse. In una lunga lettera indirizzata al sito Dagospia, il pornodivo italiano si difende con fermezza, denunciando quello che considera un vero e proprio sistema di attacco mediatico basato su “testimonianze non verificabili”.

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La vicenda ha avuto inizio a metà aprile 2025, quando il programma di Italia 1 ha mandato in onda il primo di una serie di servizi curati dall’inviata Roberta Rei, in cui venivano raccolte testimonianze di alcune attrici che accusavano Siffredi di comportamenti violenti e abusivi durante le riprese dei suoi film. Particolarmente dirompente è stata la testimonianza di Marika Milani, che ha descritto scene scioccanti di presunti abusi avvenuti sia durante le riprese sia in contesti privati, come un episodio che sarebbe avvenuto nel bagno dell’accademia fondata da Siffredi a Budapest, dove l’attrice ha dichiarato di aver visto sul volto dell’attore “la faccia del Diavolo”.

Nella sua lettera a Dagospia, Siffredi non nasconde la difficoltà del momento che sta attraversando: “Non ti devo spiegare il periodo di grande difficoltà che sto attraversando insieme alla mia famiglia per le note preoccupazioni riguardanti mio figlio, alle quali si aggiunge inaspettata questa violenta campagna denigratoria che coinvolge la mia persona e anzi direi la mia intera carriera professionale”, scrive rivolgendosi al direttore del sito Roberto D’Agostino. L’attore sottolinea come ogni giorno riceva “decine e decine di messaggi e telefonate di persone, soprattutto donne” che lo conoscono personalmente o che hanno lavorato con lui, le quali si dicono “incredule per il ritratto mostruoso” che sta emergendo dai servizi televisivi e che non riconoscono.

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Il pornodivo contesta soprattutto il metodo utilizzato dalla trasmissione di Italia 1, definendolo “tanto efficace quanto insidioso”, e accusa il programma di nascondersi “dietro un valore condiviso, il rispetto per le donne” per poi attaccarlo attraverso “testimonianze non verificabili, dove persone approfittano dell’anonimato per parlare a ruota libera”. Una critica che sembra mettere in discussione l’intero impianto accusatorio costruito nelle varie puntate dedicate al caso.

Nel frattempo, nella puntata del 6 maggio, Le Iene hanno mandato in onda un’intervista a Malena, ex attrice hard scoperta proprio da Siffredi, che ha commentato le accuse mosse contro il suo mentore. “Sono rimasta choccata nel vedere quelle immagini, non è il set che conosco e che ho vissuto”, ha dichiarato Filomena Mastromarino, vero nome dell’ex pornostar, aggiungendo: “Non è giusto, non deve andare così. Se è un no è no, anche sul set. Io ho girato su set che, quando alzavo una mano, tutto si fermava”. Malena ha anche precisato di non avere “alcuna questione personale in sospeso” con Siffredi, ma ha comunque espresso la sua delusione per la situazione, commentando: “Tu hai voluto rappresentare il porno? Ora ti tieni la verità. Hai voluto essere il numero uno? Il re? Ti tieni anche le critiche e le cose che non vanno bene”.

Ma la vicenda assume contorni ancora più complessi se si considerano alcune incongruenze emerse nelle testimonianze delle accusatrici. Secondo quanto riportato da Mow Mag, una fonte vicina a Siffredi avrebbe rivelato l’esistenza di un video del 2022 che potrebbe smentire la versione di una delle attrici. Nel filmato, girato durante un evento pubblico mesi dopo i presunti abusi, si vedrebbe Siffredi presentare l’attrice insieme alla madre, la quale avrebbe successivamente partecipato a una scena su proposta della stessa figlia. “Se una si sentiva forzata a girare un porno con il re mondialmente noto dell’anal hardcore, come ha raccontato, non è un po’ strano che la stessa persona abbia pensato di tornare, pochi mesi dopo, per lavorare di nuovo, portando con sé anche la madre a girare una scena?”, si domanda la fonte, gettando ombre sulla credibilità delle accuse.

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Siffredi non ha esitato a parlare apertamente di “complotto” nei suoi confronti, dichiarando durante uno dei servizi de Le Iene: “Questa è una ragazza che non auguro a nessuno di incontrare. Vende la madre pur di avere i soldi”. L’attore ha anche accusato il milionario Stephane Pacaud di volerlo screditare, affermando che “ci sono ragazze che sono state pagate per dire cose contro di me” e che “qualcuno sta giocando anche con Le Iene per farmi passare malissimo con il pubblico”. Una vicenda che, secondo le sue parole, “va avanti da cinque anni”.

Nell’accesa polemica è intervenuta anche Valentina Nappi, altra nota attrice del settore, che aveva commentato i primi servizi della trasmissione Mediaset con parole che avevano suscitato a loro volta polemiche: “Queste ragazze cosa pensavano di andare a fare? Non puoi lamentare di andare su un set dove si fanno determinate pratiche e poi lamentarsi che hanno provato a farti fare determinate pratiche”. Parole che Malena ha criticato definendole “una risposta da maschio” e sottolineando come “sul set va fatto con professionalità” e che nel servizio non aveva visto “nulla di professionale”.

La vicenda riporta inevitabilmente alla memoria un altro caso che aveva visto Siffredi protagonista di una controversia mediatica, quando nel marzo 2024 era stato accusato di molestie sessuali dalla giornalista dell’AdnKronos Alisa Toaff in seguito a un’intervista. In quell’occasione, il pornodivo aveva inviato alla cronista una serie di messaggi vocali dal contenuto offensivo, per i quali si era poi scusato. Anche se i due avevano chiarito la situazione proprio grazie a un servizio de Le Iene, che aveva organizzato un incontro tra loro, l’episodio ha contribuito ad alimentare il dibattito sulla figura di Siffredi e sul suo rapporto con le donne.

Nella sua lettera a Dagospia, Siffredi conclude assicurando di non voler “stare silente” e di star dedicando, in queste “settimane complicate”, tutto il tempo necessario “per raccogliere elementi di prova contro queste falsità”. Una dichiarazione che lascia presagire ulteriori sviluppi di una vicenda che sta sollevando interrogativi non solo sulla figura di Siffredi, ma più in generale sul mondo dell’industria pornografica italiana e sul suo funzionamento, in un momento in cui, come ha ricordato Malena nel suo intervento a Le Iene, manca nel nostro paese una regolamentazione del settore che possa garantire maggiore trasparenza e tutele per tutti gli addetti ai lavori.