Garlasco, svolta nell’incidente probatorio: prelievo DNA per le gemelle Cappa e amici di Stasi e Sempio

Oggi a Pavia il giudice dispone l’acquisizione del DNA delle gemelle Cappa e di amici di Stasi e Sempio nell’ambito dell’incidente probatorio sul delitto Garlasco. Test comparativi per verificare la compatibilità con le tracce trovate sotto le unghie di Chiara Poggi.

Importanti sviluppi nell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco che si è svolto oggi, venerdì 16 maggio 2025, presso il Tribunale di Pavia davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli. Nel corso dell’udienza è stato disposto che saranno acquisiti anche i campioni di DNA delle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi, e di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, il quale sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata avvenuto il 13 agosto 2007, ed è attualmente in regime di semilibertà. L’acquisizione riguarderà inoltre i profili genetici di tre amici di Andrea Sempio, l’unico attualmente indagato nella nuova inchiesta per concorso in omicidio.

La decisione della giudice Garlaschelli è giunta al termine della discussione tra le parti, con l’accoglimento della richiesta di estendere il più possibile la ricerca genetica per evitare di dover ritornare, tra qualche anno, sui reperti di un delitto avvenuto ormai quasi 18 anni fa. L’incidente probatorio darà il via a una maxi-perizia incentrata principalmente sulle comparazioni genetiche tra il DNA di Andrea Sempio e il materiale biologico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, oltre che su altri reperti raccolti durante le indagini iniziali ma mai analizzati fino ad ora.

I soggetti coinvolti nell’acquisizione dei profili genetici

L’elenco delle persone che saranno invitate a fornire il proprio DNA è particolarmente nutrito e comprende Marco Panzarasa, l’amico con cui Alberto Stasi trascorse una vacanza in Inghilterra nel luglio 2007, poche settimane prima dell’omicidio, e che secondo alcune evidenze fotografiche avrebbe avuto occasione di toccare il computer di Stasi utilizzato anche dalla vittima. La lista include anche tre amici di Marco Poggi, fratello della vittima, tra cui Mattia Capra e Roberto Freddi, recentemente perquisiti nell’ambito dell’inchiesta su Andrea Sempio, pur non risultando formalmente indagati. Saranno coinvolti inoltre tre carabinieri e due soccorritori intervenuti immediatamente dopo il delitto nella villetta di via Pascoli.

La ricerca sul DNA riguarderà esclusivamente soggetti di sesso maschile, considerato che sulle unghie della vittima sono state individuate due tracce parziali della linea paterna, il cosiddetto cromosoma Y, che verranno comparate con i campioni consegnati dai nuovi protagonisti della vicenda in modo volontario o, in caso di opposizione, tramite prelievo coatto. Per quanto riguarda le cugine Cappa, le gemelle Stefania e Paola, che già avevano messo a disposizione il proprio DNA durante le prime indagini che condussero alla condanna di Stasi, saranno invece sottoposte all’analisi delle impronte, tracce che potrebbero essere recuperate da alcuni reperti mai analizzati dopo il delitto, tra cui un fruttolo, un pacco di biscotti e una bottiglietta di tè.

Il ruolo dei periti e i tempi delle indagini

I periti incaricati di condurre le analisi genetiche e dattiloscopiche sono rispettivamente il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico Domenico Marchigiani, entrambi della Polizia scientifica di Milano. La giudice ha concesso loro un termine di 90 giorni per depositare la consulenza, con l’inizio delle attività di analisi previsto per il prossimo 17 giugno. La prossima udienza è stata fissata per il 24 ottobre 2025, quando saranno discussi i risultati delle perizie. Il procuratore aggiunto Stefano Civardi e le pubbliche ministero Valentina De Stefano e Giuliana Rizza hanno rinunciato ad acquisire il DNA dei familiari di Chiara Poggi, già raccolto durante le precedenti indagini.

Andrea Sempio e le nuove indagini

Andrea Sempio, 37 anni, amico del fratello della vittima, è l’unico attualmente indagato nel nuovo filone d’inchiesta aperto dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi. Il suo nome era già emerso negli atti processuali precedenti per la presenza di tracce genetiche sotto le unghie di Chiara, ma la sua posizione non era mai stata formalmente indagata fino ad ora. Secondo la tesi difensiva, il DNA di Sempio sarebbe finito sotto le unghie della vittima perché il giovane usava frequentemente la tastiera del computer di casa Poggi per giocare ai videogiochi. Nelle settimane scorse, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno effettuato perquisizioni presso l’abitazione di Sempio a Voghera e quella dei suoi genitori a Garlasco, estendendo le ricerche anche alle case di Mattia Capra e Roberto Freddi.

Per quanto riguarda l’alibi di Andrea Sempio, agli inquirenti che lo interrogarono all’epoca dei fatti, il ragazzo, allora diciannovenne, dichiarò di aver trascorso la mattina del delitto a Vigevano in cerca di un libro, per poi fare ritorno a casa per pranzo. A sostegno di questa versione presentò come testimoni la madre, la nonna e uno scontrino di un parcheggio di Vigevano. Tuttavia, i tabulati telefonici mostrerebbero che il suo cellulare quella mattina non agganciò mai altre celle se non quella di via Santa Lucia a Garlasco, suggerendo che il giovane fosse rimasto in paese durante l’intera mattinata dell’omicidio.

Dichiarazioni del legale di Stasi e prospettive future

“Alberto vive questo momento con grande speranza e con un po’ di paura, perché tutte le persone che hanno sofferto e credono di soffrire in maniera ingiusta hanno paura di svegliarsi e dire: ‘no, non sta succedendo niente'”. Con queste parole l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ha descritto lo stato d’animo del suo assistente prima dell’udienza per l’incidente probatorio. “Lui ha quello stato d’animo che tutti noi possiamo immaginare per chi si professa innocente pur continuando a rispettare le sentenze”, ha aggiunto il difensore, sottolineando come questa sia “una tappa importante ma ce ne saranno altre, anche d’indagine”.

Ancora più significativa la dichiarazione con cui l’avvocato ha evidenziato le aspettative riposte nella nuova inchiesta: “Noi vogliamo osservare questa inchiesta ancora per molto tempo. L’ipotesi di una revisione in caso di novità per noi è al momento in secondo piano. Ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia”. Parole che rivelano come la difesa di Stasi consideri gli sviluppi in corso potenzialmente decisivi per rimettere in discussione l’intero impianto accusatorio che ha portato alla condanna definitiva del loro assistito.

Il cromosoma Y e le sfide dell’indagine genetica

Uno degli elementi cruciali dell’indagine resta la traccia prelevata ad Andrea Sempio lo scorso 13 marzo, che potrebbe restituire un riscontro con il materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima. Tuttavia, gli esperti sottolineano come il cromosoma Y individuato sui frammenti non sia completamente identificativo: indica solamente la linea paterna e non è databile con precisione. Questo elemento potrebbe risultare insufficiente da solo per formulare accuse solide contro il giovane che frequentava la villetta di via Pascoli. Inoltre, come evidenziato in ogni sentenza del processo, Chiara Poggi venne sorpresa dall’assassino e non tentò di difendersi, circostanza che mal si concilierebbe con la presenza di materiale genetico sotto le sue unghie, tipicamente risultato di un’azione di difesa della vittima.

Parallelo a questo filone investigativo è quello legato alle 60 impronte repertate nell’abitazione subito dopo il delitto, a cui gli inquirenti hanno attribuito un’identità tranne che per tre tracce presenti sui cartoni delle due pizze consumate dalla vittima e dal fidanzato la sera precedente l’omicidio. L’incidente probatorio si estenderà inoltre ai tamponi custoditi presso l’Istituto di Medicina Legale di Pavia e ai reperti conservati nei laboratori del RIS di Parma.

Nelle scorse settimane, le indagini hanno portato anche al ritrovamento di alcuni oggetti potenzialmente rilevanti in un canale a Tromello, tra cui un martello che potrebbe essere collegato al delitto. Le testimonianze raccolte hanno inoltre riaperto il capitolo riguardante le gemelle Cappa, in particolare Stefania, che secondo un testimone sarebbe stata vista gettare oggetti pesanti in un torrente il giorno stesso dell’omicidio. Elementi che potrebbero contribuire a quella che l’ex generale Luciano Garofano, oggi consulente dei legali di Andrea Sempio, ha definito come un tentativo di “riportare questa indagine a uno scenario definito”.