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Bancomat, da oggi aumentano le commissioni: quanto si spende ora e cosa cambia in concreto

Dal 1° luglio 2025 Bancomat introduce commissioni variabili basate sul valore degli acquisti, abbandonando il sistema fisso dopo l’ingresso di FSI come primo azionista con investimenti da 100 milioni.

Il sistema dei pagamenti elettronici italiano attraversa una trasformazione epocale con l’entrata in vigore del nuovo listino commissionale del circuito Bancomat, operativo dal 1° luglio 2025. Dopo oltre due anni di stallo, la società guidata dall’amministratore delegato Alessandro Zollo ha introdotto un modello tariffario rivoluzionario basato sul valore degli acquisti, abbandonando definitivamente il sistema fisso precedentemente adottato.

Le nuove commissioni interbancarie seguono una logica proporzionale che distingue tre fasce di importo principali: acquisti fino a 4,99 euro, da 5 a 24,49 euro e oltre 24,50 euro. Per le carte consumer utilizzate per piccoli acquisti fino a 4,99 euro, la commissione si attesta allo 0,1% per operazioni standard, bill payment e ricarica prepagata. La fascia intermedia da 5 a 24,49 euro prevede invece commissioni dello 0,2%, mentre per acquisti superiori a 24,50 euro le percentuali rimangono stabili allo 0,2% per operazioni standard e scendono allo 0,05% per bill payment e ricariche prepagate.

Il divario tariffario risulta particolarmente marcato per le carte commerciali e aziendali, che scontano commissioni significativamente più elevate: 0,7% per acquisti fino a 4,99 euro e 1,3% per le fasce superiori nelle operazioni standard. Questa differenziazione riflette la strategia di Bancomat di incentivare l’utilizzo delle carte consumer per i piccoli pagamenti quotidiani, mantenendo al contempo un modello economico sostenibile per le transazioni business.

L’aggiornamento tariffario si inserisce nel contesto dell’ingresso del Fondo Strategico Italiano (FSI) nel capitale sociale di Bancomat, diventato primo azionista con il 44% delle quote, superando storici partner come Intesa Sanpaolo e UniCredit. Questo investimento di 100 milioni di euro ha trasformato Bancomat da semplice società di servizi bancari in un operatore industriale a pieno titolo, con ambizioni di espansione europea e forte accelerazione sull’innovazione tecnologica.

Le commissioni interbancarie rappresentano i flussi monetari scambiati tra banche e istituti finanziari quando vengono effettuati prelievi o pagamenti “in circolarità”, ovvero quando ATM e POS appartengono a istituti diversi da quello emittente la carta. Il meccanismo garantisce l’interoperabilità del sistema, consentendo ai titolari di carte di operare presso qualsiasi sportello o terminale convenzionato, redistribuendo equamente i costi tra tutti gli aderenti al circuito.

L’impatto delle nuove tariffe si concentra principalmente sui cosiddetti “acquirer”, ossia banche e intermediari di pagamento che collegano gli esercenti al circuito fornendo i terminali POS. Con oltre 390 milioni di transazioni annuali e 66 milioni di prelievi gestiti dal circuito, anche incrementi percentuali apparentemente modesti possono tradursi in variazioni significative dei ricavi e dei margini operativi per questi operatori.

Il settore finanziario osserva con attenzione se gli acquirer assorbiranno internamente gli aumenti delle commissioni interbancarie o li trasleranno sugli esercenti, con potenziali ricadute sui prezzi finali al consumo. Tuttavia, Bancomat mantiene un vantaggio competitivo strutturale rispetto ai circuiti internazionali, con commissioni complessive per gli esercenti che si attestano tra lo 0,2% e lo 0,3%, significativamente inferiori al range 0,7%-1,2% tipico di Visa e Mastercard.

La revisione tariffaria accompagna il rafforzamento della partnership strategica con Nexi per lo sviluppo di una nuova infrastruttura tecnologica centralizzata. L’accordo pluriennale prevede la creazione di un Centro Applicativo Bancomat unificato che consentirà ai terminali fisici e online degli acquirer di interfacciarsi direttamente con i sistemi autorizzativi degli issuer, garantendo controllo diretto sulla catena del valore e accelerazione dei processi innovativi.

Parallelamente, Bancomat ha ampliato significativamente l’ecosistema dei pagamenti digitali attraverso accordi strategici con player globali. L’integrazione di Bancomat Pay su Amazon rappresenta un traguardo cruciale per l’espansione del servizio di pagamento digitale domestico, permettendo agli utenti di finalizzare acquisti sull’e-commerce attraverso semplici notifiche smartphone senza inserimento di codici carta.

I numeri testimoniano la solidità operativa del circuito: Bancomat gestisce 29,1 milioni di carte attive e ha chiuso il 2023 con ricavi per 52,5 milioni di euro, registrando una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. L’80% delle transazioni di pagamento avviene ormai in modalità contactless, evidenziando l’accelerazione della digitalizzazione nei comportamenti di consumo.

La strategia di diversificazione tariffaria riflette inoltre l’adeguamento alle normative europee sui bonifici istantanei, entrate in vigore il 9 gennaio 2025, che hanno equiparato i costi dei trasferimenti immediati a quelli ordinari. Questo allineamento normativo fa parte di un disegno più ampio di armonizzazione dei servizi finanziari digitali a livello continentale.

L’evoluzione del listino commissionale si inquadra nella più generale battaglia per l’autonomia strategica europea nel settore dei pagamenti. Visa e Mastercard controllano attualmente circa il 70% delle transazioni nell’area euro, generando preoccupazioni tra autorità e governi sulla dipendenza da infrastrutture non europee. Tredici Paesi dell’eurozona risultano completamente dipendenti da schemi internazionali per i pagamenti nei punti vendita, alimentando il dibattito sulla necessità di circuiti domestici alternativi.

Il caso della Russia, dove Visa e Mastercard hanno cessato immediatamente le operazioni a seguito delle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina, ha evidenziato la vulnerabilità geopolitica legata alla concentrazione del mercato su operatori extraeuropei. Solo la presenza del circuito nazionale Mir ha evitato il collasso del sistema dei pagamenti elettronici russo, ispirando altri Paesi a sviluppare alternative domestiche.

Per gli esercenti, le modifiche tariffarie potrebbero comportare una ridefinizione delle strategie di accettazione dei pagamenti elettronici, con particolare attenzione alle diverse tipologie di transazione. Le operazioni di bill payment e ricarica prepagata per importi superiori a 24,50 euro beneficiano di commissioni ridotte allo 0,05%, rendendo questi canali particolarmente attrattivi per pagamenti di utenze e servizi.

Il mantenimento della commissione fissa di 0,47 euro per i prelievi agli sportelli automatici conferma la volontà di preservare l’accessibilità del contante, bilanciando la spinta verso la digitalizzazione con le esigenze di inclusione finanziaria. Questa scelta contrasta con tendenze internazionali che prevedono incrementi significativi dei costi di prelievo per scoraggiare l’uso del contante.

L’implementazione del nuovo listino rappresenta quindi un momento di svolta per l’intero ecosistema dei pagamenti italiano, con ripercussioni che si estenderanno ben oltre la sfera puramente finanziaria. La capacità di Bancomat di mantenere competitività rispetto ai circuiti globali, garantendo al contempo sostenibilità economica e innovazione tecnologica, determinerà il successo di questa ambiziosa trasformazione nel panorama europeo dei pagamenti digitali.

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