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Gli restituiscono la moto rubata dopo 36 anni

Un settantenne di Venezia ritrova la sua Benelli 250 rubata nel 1989 grazie ai carabinieri che l’hanno rintracciata dopo 36 anni in un deposito abbandonato, ancora con il rivestimento in pelliccia originale.
Credit © X

Una storia che assume i contorni del miracoloso ha coinvolto un settantenne del Lido di Venezia, quando i carabinieri della stazione locale si sono presentati alla sua porta per restituirgli la motocicletta Benelli 250 che gli era stata rubata nel 1989. L’uomo, oggi sessantanovenne, aveva denunciato il furto del prezioso mezzo trentasei anni or sono, quando aveva appena trentatré anni e quella due ruote rappresentava non soltanto un bene di valore economico considerevole per le sue possibilità dell’epoca, ma soprattutto un simbolo di libertà e gioventù.

La vicenda assume caratteri particolari non solo per la durata temporale che separa il furto dal ritrovamento, ma anche per le circostanze che hanno determinato la scomparsa del veicolo. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’epoca, la motocicletta era stata sottratta per essere utilizzata nella commissione di una rapina avvenuta al di fuori del territorio veneziano. Questo elemento criminoso aveva reso particolarmente amaro il furto per il legittimo proprietario, che oltre a perdere un bene personale si trovava a fare i conti con il fatto che il suo mezzo era stato strumentalizzato per attività illecite.

La Benelli 250 2C rappresentava all’epoca un modello particolarmente apprezzato tra i giovani motociclisti. Prodotta dalla casa pesarese dal 1972 al 1985, questa motocicletta si caratterizzava per il motore bicilindrico a due tempi di 250 cc, capace di prestazioni notevoli per gli standard dell’epoca. Il modello era riconoscibile per alcune peculiarità tecniche, tra cui la caratteristica fumosità allo scarico dovuta alla lubrificazione a miscela al cinque per cento, e per la velocità massima che poteva raggiungere i 116 chilometri orari nella versione da 125 cc, performance ancora più elevate nella cilindrata superiore.

Il proprietario aveva personalizzato la sua Benelli con un rivestimento in pelliccia sulla sella, un dettaglio che avrebbe successivamente facilitato l’identificazione del mezzo dopo decenni di abbandono. Questa caratteristica distintiva, insieme alla targa originale rimasta integra, si è rivelata fondamentale per permettere ai carabinieri di ricostruire la storia del veicolo e risalire al legittimo proprietario. La moto veniva utilizzata dal giovane per spostarsi lungo il lungomare del Lido e per i percorsi quotidiani nella zona di Mestre, rappresentando quella libertà di movimento tipica della motocicletta per i giovani degli anni Ottanta.

Dopo la denuncia del furto presentata nel 1989, le ricerche condotte dalle forze dell’ordine in tutto il territorio del Lido di Venezia non avevano dato esito positivo. La motocicletta sembrava letteralmente svanita nel nulla, lasciando il proprietario senza speranze di recupero. Il giovane dell’epoca, che aveva investito risorse considerevoli per l’acquisto del mezzo, non riuscì successivamente a sostituire la Benelli rubata a causa di difficoltà economiche, circostanza che rese ancora più dolorosa la perdita.

La svolta nella vicenda è arrivata quando i militari hanno rinvenuto il veicolo abbandonato tra alcune sterpaglie in una zona periferica. Secondo altre fonti, la motocicletta si trovava in un capannone dismesso utilizzato come deposito giudiziario, dove erano finiti mezzi sequestrati o abbandonati nel corso degli anni. La denuncia presentata dal proprietario era rimasta attiva negli archivi delle forze dell’ordine per tutti questi decenni, elemento che si è rivelato determinante per la risoluzione del caso.

Il ritrovamento è stato possibile grazie all’intuizione di un carabiniere appassionato di motociclette che ha notato il veicolo e ha avviato le verifiche necessarie. L’investigatore ha utilizzato la targa come elemento di collegamento per risalire alla vera identità della moto e successivamente al legittimo proprietario. Nel frattempo, la Motorizzazione aveva distrutto la documentazione originale del mezzo e cancellato la punzonatura del telaio, ma fortunatamente la targa era rimasta integra, rappresentando l’unico elemento originale rimasto dopo la cancellazione amministrativa.

Nonostante i trentasei anni trascorsi, la motocicletta conserva ancora alcuni elementi originali significativi. Il rivestimento in pelliccia sulla sella, che rappresentava il tocco personale del proprietario, è ancora presente seppur inevitabilmente segnato dal tempo. Sorprendentemente, i freni risultano ancora funzionanti, testimonianza della solidità costruttiva dei mezzi dell’epoca, mentre le parti metalliche mostrano i segni evidenti della ruggine e dell’ossidazione dovuti ai decenni di abbandono. La marmitta e i cerchioni delle ruote presentano segni di corrosione, ma la struttura generale del mezzo appare sostanzialmente integra.

La reazione del proprietario al momento della restituzione ha evidenziato il valore emotivo che questo ritrovamento rappresenta per lui. L’uomo non è riuscito a trattenere la commozione nel rivedere quello che i carabinieri hanno definito “un cimelio della propria gioventù”. Il settantenne ha manifestato profonda gratitudine verso i militari dell’Arma che hanno reso possibile questo recupero inaspettato, che riporta alla luce non soltanto un oggetto materiale ma soprattutto una parte significativa dei suoi ricordi giovanili.

Il caso assume particolare rilevanza anche dal punto di vista procedurale, dimostrando l’importanza della conservazione degli archivi investigativi. La denuncia del 1989 era rimasta attiva nei database delle forze dell’ordine, permettendo dopo decenni di collegare il mezzo rinvenuto al legittimo proprietario. Questa circostanza sottolinea l’efficacia dei sistemi di archiviazione utilizzati dalle forze dell’ordine e la dedizione degli investigatori che, anche a distanza di anni, continuano a lavorare per la risoluzione dei casi aperti.

La Benelli 250 2C oggi può essere considerata un autentico pezzo da collezione, vista la cessazione della produzione nel 1985 e il valore storico che i mezzi d’epoca hanno acquisito nel tempo. Gli appassionati di motociclette storiche potrebbero mostrare interesse per questo esemplare particolare, non soltanto per le sue caratteristiche tecniche originali ma anche per la storia straordinaria che lo accompagna. Il rivestimento in pelliccia della sella, pur essendo un elemento di personalizzazione dell’epoca, oggi rappresenta una testimonianza autentica dello stile e dei gusti estetici degli anni Ottanta.

Questa vicenda dimostra come talvolta il tempo possa riservare sorprese inaspettate, restituendo pezzi di vita che sembravano perduti per sempre. Il ritrovamento della Benelli dopo trentasei anni rappresenta non soltanto la chiusura di una vicenda giudiziaria rimasta aperta per decenni, ma soprattutto la restituzione di un frammento di memoria personale che riconnette il proprietario con la sua gioventù. La dedizione delle forze dell’ordine nel perseguire anche i casi più datati testimonia l’impegno costante nella tutela dei diritti dei cittadini, anche quando la speranza di una risoluzione positiva sembra ormai compromessa dal trascorrere del tempo.

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