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Allerta Botulino a Cosenza, la Procura sequestra il prodotto in tutta Italia

La Procura di Paola dispone il sequestro nazionale di broccoli sott’olio dopo la morte di Luigi Di Sarno a Cosenza e Roberta Pitzalis a Cagliari per intossicazione da botulino.

Due vittime accertate e almeno quattordici ricoveri in condizioni critiche rappresentano il bilancio drammatico di un’emergenza sanitaria senza precedenti che ha colpito l’Italia meridionale nell’arco di poche ore. La Procura della Repubblica di Paola, diretta da Domenico Fiordalisi, ha disposto il sequestro immediato su tutto il territorio nazionale di un prodotto commerciale, verosimilmente barattoli di broccoli sott’olio, ritenuto responsabile della grave intossicazione da botulino che ha investito la provincia di Cosenza, mentre simultaneamente si registrava un secondo decesso a Cagliari per analoga contaminazione.

La vittima calabrese, Luigi Di Sarno, cinquantaduenne originario di Cercola nel napoletano, ha perso la vita durante il tragitto di rientro verso casa dopo aver consumato mercoledì un panino con salsiccia e broccoli presso il food truck “Da Peppino” sul lungomare di Diamante. L’uomo, che aveva avvertito i primi sintomi dell’intossicazione e si era recato in una clinica privata di Belvedere Marittimo, aveva deciso di proseguire il viaggio verso Napoli su consiglio telefonico dei familiari, ma le sue condizioni si sono aggravate rapidamente fino al collasso fatale avvenuto all’altezza di Lagonegro, in provincia di Potenza, mentre percorreva l’autostrada A2 del Mediterraneo.

L’inchiesta coordinata dalla sostituta procuratrice Maria Porcelli procede per i reati di morte come conseguenza di altro delitto e commercializzazione di alimenti nocivi, con l’iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Santonocito, trentaduenne di Belvedere Marittimo e titolare del food truck, sottoposto questa mattina a interrogatorio di garanzia. Il furgoncino è stato immediatamente sequestrato mentre l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha avviato campionamenti approfonditi su tutti gli alimenti presenti nell’attività, inviandoli all’Istituto Superiore di Sanità per le analisi definitive. La Procura ha inoltre disposto l’autopsia sulla salma di Di Sarno, affidandola all’Istituto di Medicina Legale di Catanzaro.

Il tragico episodio ha innescato una reazione a catena che ha portato al ricovero di nove persone presso l’ospedale Annunziata di Cosenza, alcune delle quali versano in condizioni critiche. Tra i pazienti più gravi figurano due diciassettenni romani in vacanza e due donne di quaranta anni, tutti trasferiti nel reparto di terapia intensiva diretto dal professor Andrea Bruni. I sintomi manifestati dai ricoverati – annebbiamento della vista, nausea, vomito e difficoltà respiratorie – risultano compatibili con l’intossicazione da tossina botulinica, confermando i sospetti degli specialisti.

L’emergenza ha attivato protocolli sanitari straordinari che hanno coinvolto il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità. Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della prevenzione, ricerca ed emergenze sanitarie, ha dichiarato che il sistema di intervento ha reagito prontamente garantendo ai pazienti l’accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita. Le prime due fiale del prezioso siero antitossina botulinica sono arrivate dalla Farmacia Militare di Taranto, seguite da ulteriori sette dosi inviate da Roma attraverso una missione straordinaria coordinata dal servizio 118 e dalla Polizia di Stato.

In via del tutto eccezionale, considerata la gravità della situazione, l’ospedale Annunziata di Cosenza è stato autorizzato a mantenere una scorta di antidoto presso il reparto di terapia intensiva, derogando alla prassi nazionale che prevede la conservazione esclusiva del farmaco presso il Centro Antiveleni di Pavia, unico ente autorizzato in Italia alla gestione del botulismo. Questa decisione, comunicata ufficialmente dal Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria, sottolinea l’eccezionalità dell’emergenza in corso e la necessità di garantire interventi immediati.

Parallelamente al caso calabrese, la Sardegna ha registrato un secondo decesso legato al botulino con la morte di Roberta Pitzalis, trentottenne originaria di Guasila e residente a Monserrato. La donna era ricoverata dal 31 luglio scorso dopo aver partecipato alla Fiesta Latina di Monserrato, dove aveva consumato tacos conditi con salsa guacamole preparata con polpa di avocado contaminata. Trasferita dall’ospedale Brotzu al Businco per l’aggravarsi delle condizioni, Pitzalis è deceduta nelle prime ore di oggi, diventando la prima vittima accertata del focolaio sardo che ha coinvolto complessivamente otto persone.

L’inchiesta della Procura di Cagliari, che ha iscritto nel registro degli indagati l’organizzatore della manifestazione, ha portato al sequestro e al ritiro dal commercio di due lotti di polpa di avocado a marchio Metro Chef, prodotti in Perù e identificati con i codici LI4218 e LI4213, per possibile presenza di tossina botulinica. Metro Italia ha ritirato precauzionalmente le confezioni da un chilogrammo mentre l’Istituto Superiore di Sanità procede con le analisi sui campioni sequestrati dai Carabinieri del Nas.

Attualmente rimangono ricoverate al Policlinico Casula di Monserrato una quattordicenne e una sessantaduenne in condizioni stazionarie, mentre un bambino di undici anni si trova presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove sarà sottoposto a un intervento chirurgico per stabilizzare la respirazione dopo un lungo periodo di ventilazione assistita. Il piccolo paziente, considerato il caso più grave dell’intero focolaio sardo, rappresenta la dimostrazione della particolare virulenza della contaminazione registrata durante la manifestazione estiva.

Il sindaco di Monserrato, Tomaso Locci, ha annunciato la sospensione di tutti i festeggiamenti civili e religiosi previsti per la festa di San Lorenzo, mantenendo soltanto la processione religiosa in segno di rispetto per la famiglia di Pitzalis. Analoga commozione è stata espressa dal sindaco di Guasila, Paola Casula, che ha sottolineato l’assurdità di una morte avvenuta durante una semplice festa di paese, evidenziando come eventi apparentemente innocui possano trasformarsi in tragedie quando i protocolli di sicurezza alimentare vengono compromessi.

La vicenda ha riacceso i riflettori sui rischi legati al consumo di alimenti conservati e sulla necessità di controlli rigorosi nelle attività di street food. Gli esperti ricordano che gli alimenti a rischio di tossina botulinica sono principalmente le conserve casalinghe preparate sottovuoto, in olio o acqua, mentre raramente si tratta di prodotti industriali. La presenza del Clostridium botulinum si manifesta tipicamente attraverso il rigonfiamento anomalo dei contenitori, odori sgradevoli o processi di irrancidimento, segnali che dovrebbero sempre allertare i consumatori.

Il botulino rappresenta una delle tossine naturali più potenti conosciute, capace di provocare paralisi neuromuscolare e, nei casi più gravi, insufficienza respiratoria fatale. I sintomi dell’intossicazione si manifestano generalmente tra le sei ore e i quindici giorni successivi al consumo dell’alimento contaminato, con un periodo medio di comparsa compreso tra le dodici e le trentasei ore. La tempestività dell’intervento terapeutico risulta determinante per la sopravvivenza dei pazienti, rendendo cruciale il riconoscimento precoce dei segni clinici e l’accesso immediato alle cure specialistiche.

L’Italia dispone di una rete di stoccaggio distribuita su tutto il territorio nazionale per garantire interventi rapidi in caso di emergenze sanitarie, coinvolgendo Prefetture, Forze dell’ordine, servizi 118 con elisoccorso e Croce Rossa in una collaborazione costante per assicurare la tempestività dei trattamenti. Il sistema di allerta alimentare del Ministero della Salute coordina le indagini condotte dai servizi per l’igiene degli alimenti delle ASL locali, supportando le autorità giudiziarie nella ricostruzione delle filiere contaminate e nell’individuazione delle responsabilità.

Questo drammatico episodio sottolinea l’importanza fondamentale del rispetto delle norme igieniche nella preparazione e conservazione degli alimenti, particolarmente nelle attività di ristorazione mobile e negli eventi pubblici dove la catena del freddo e i protocolli di sicurezza possono essere più facilmente compromessi. Le autorità sanitarie raccomandano la massima attenzione nella scelta dei prodotti alimentari, privilegiando fornitori certificati e evitando il consumo di conserve che presentino segni di alterazione o che non garantiscano la tracciabilità della filiera produttiva.

L’Azienda ospedaliera di Cosenza ha programmato per oggi pomeriggio una conferenza stampa per aggiornare la cittadinanza sulle condizioni cliniche dei pazienti ricoverati e illustrare le misure sanitarie adottate per fronteggiare l’emergenza. Nel frattempo, proseguono senza sosta le indagini dei Carabinieri del Nas, coordinati dal comando provinciale dell’Arma guidato dal comandante Andrea Mommo, per ricostruire la catena di approvvigionamento e identificare tutti i possibili canali di distribuzione del prodotto contaminato.

L’emergenza botulino rappresenta un monito severo sulla necessità di mantenere elevati standard di sicurezza alimentare e di garantire controlli costanti su tutta la filiera distributiva, dalla produzione al consumo finale. La tragedia di questi giorni dimostra come un singolo errore nella catena della sicurezza possa trasformarsi in una catastrofe sanitaria, coinvolgendo multiple regioni e richiedendo l’attivazione di protocolli di emergenza nazionale per contenere i danni e salvare vite umane.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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