La tempesta tropicale Melissa si sta rapidamente intensificando nei Caraibi centrali e le previsioni meteorologiche indicano un’evoluzione verso un uragano di categoria 5, con potenziali impatti catastrofici per Giamaica, Haiti e Cuba nelle prossime ore. Gli esperti del National Hurricane Center statunitense hanno diramato allerte rosse per milioni di persone nella regione, mentre il sistema ciclonico continua la sua lenta ma inesorabile marcia attraverso acque eccezionalmente calde.
Al momento dell’ultimo aggiornamento del 25 ottobre alle ore 8:00 EDT, Melissa presentava venti sostenuti di circa 70 mph, posizionandosi a sole 160 miglia a sud-est di Kingston, Giamaica, con uno spostamento verso ovest-nordovest a una velocità estremamente ridotta di 1-3 mph. La pressione centrale è scesa a 982 millibar, segnale inequivocabile di un’intensificazione in atto. Gli Hurricane Hunter dell’Air Force Reserve e della NOAA hanno confermato attraverso dati diretti che il sistema sta per raggiungere lo status di uragano.
La caratteristica più preoccupante di Melissa risiede nella sua estrema lentezza. Questo movimento quasi stazionario significa che le aree colpite subiranno giorni di piogge torrenziali, venti distruttivi e mareggiate pericolose. Le previsioni del National Hurricane Center indicano che Melissa raggiungerà lo stato di uragano entro sabato e si trasformerà in un uragano maggiore di categoria 3 o superiore entro domenica. I modelli di intensificazione rapida suggeriscono una probabilità molto elevata di un aumento di 55 nodi nelle prossime 48 ore.
Gli scenari più estremi delineati dai modelli computazionali avanzati, in particolare l’Hurricane Analysis and Forecast System della NOAA, mostrano la possibilità concreta che Melissa raggiunga la categoria 5 con venti che potrebbero superare i 250 chilometri orari entro lunedì. Ben 41 dei 50 membri dell’ensemble Google DeepMind prevedono che Melissa raggiunga intensità di categoria 4 o 5 entro lunedì pomeriggio. Alcune simulazioni del modello HAFS hanno addirittura proiettato pressioni centrali che scendono sotto i 900 millibar, territorio tipicamente associato solo agli uragani più potenti mai registrati, come Wilma e Gilbert.
Il carburante per questa potenziale mostruosità meteorologica proviene dalle acque eccezionalmente calde del Mar dei Caraibi. Le temperature superficiali del mare nella regione superano gli 85 gradi Fahrenheit, con il calore che penetra fino a oltre 100 metri di profondità. Questo contenuto di calore oceanico straordinariamente elevato fornisce un’energia quasi illimitata per l’intensificazione dell’uragano. Secondo gli esperti di AccuWeather, le acque più calde dell’intero bacino atlantico si trovano proprio sul percorso diretto di Melissa, e il sistema non ha ancora sfruttato questa riserva energetica, non essendoci stati altri uragani nei Caraibi durante questa stagione fino ad ora.
La Giamaica si trova nella traiettoria diretta di quello che potrebbe diventare l’uragano più forte mai registrato a colpire l’isola. Il governo giamaicano ha dichiarato l’intero Paese area minacciata ai sensi del Disaster Risk Management Act. Il Primo Ministro Andrew Holness ha esortato i quasi 3 milioni di cittadini a prendere sul serio la minaccia, mentre le autorità hanno attivato oltre 650 rifugi di emergenza in tutta l’isola. Gli aeroporti rimarranno operativi fino a quando non verrà emesso un avviso di uragano, momento in cui chiuderanno entro 24 ore.
Evan Thompson, direttore del Jamaica Meteorological Service, ha avvertito che le regioni orientali dell’isola potrebbero ricevere fino a 30 centimetri di pioggia, con la possibilità di un doppio impatto quando l’occhio dell’uragano attraverserà l’isola, portando venti estremi da direzioni opposte su ciascun lato del centro. Le autorità giamaicane hanno messo tutti gli ospedali pubblici in modalità emergenza dal giovedì sera, sospendendo le procedure ambulatoriali ed elettive per garantire la disponibilità di più posti letto.
Per Haiti, già devastata dalla violenza delle bande, dalla povertà e da un’infrastruttura fragile, Melissa rappresenta una minaccia esistenziale. Le previsioni indicano accumuli pluviometrici tra 38 e 64 centimetri attraverso ampie zone del sud di Hispaniola e della Giamaica fino a martedì, con massimi locali fino a 89 centimetri possibili attraverso la Penisola di Tiburon nel sudovest di Haiti. Il National Hurricane Center ha emesso un avviso di alluvioni lampo catastrofiche e frane per il sud-ovest di Haiti, avvertendo che danni estesi a strade ed edifici sono previsti, con la potenziale isolamento di comunità per un periodo prolungato.
Il bilancio umano è già tragico. Le autorità haitiane hanno confermato almeno tre vittime nel Paese, tra cui due persone uccise in una frana a Port-au-Prince giovedì e un uomo anziano morto dopo la caduta di un grande albero sulla costa meridionale nella città di Marigot. Altre cinque persone sono rimaste ferite a causa di inondazioni nella regione centrale. Nella vicina Repubblica Dominicana, almeno una persona è morta e un’altra risulta dispersa. Quasi 200 abitazioni sono state danneggiate e i sistemi di approvvigionamento idrico sono stati interrotti, colpendo oltre mezzo milione di clienti.
Jamie Rhome, vicedirettore del National Hurricane Center, ha sottolineato la gravità della situazione pluviometrica, affermando che queste piogge intense persisteranno su aree specifiche per diversi giorni. Per molti haitiani già sfollati dalla violenza delle bande a Port-au-Prince, la tempesta rappresenta un doppio disastro. Migliaia di persone si trovano in rifugi improvvisati o addirittura per strada, senza alcun posto dove andare mentre la tempesta si avvicina. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha stanziato 4 milioni di dollari per assistere oltre 10.000 persone vulnerabili ad Haiti prima dell’arrivo della tempesta, mentre il governo haitiano e il WFP hanno inviato oltre 3,5 milioni di messaggi di testo per fornire indicazioni pratiche su come prepararsi e rimanere al sicuro.
Cuba orientale si prepara anch’essa all’impatto. La Difesa Civile cubana ha messo in stato di allerta le province di Guantánamo, Santiago de Cuba, Granma, Holguín, Las Tunas e Camagüey. Le previsioni indicano che Melissa potrebbe raggiungere Cuba orientale entro mercoledì, potenzialmente ancora con intensità di uragano maggiore, portando da 10 a 20 centimetri di pioggia, con accumuli locali fino a 30 centimetri. Il rischio di alluvioni lampo e frane sta aumentando significativamente anche per questa regione.
La traiettoria prevista mostra Melissa che si sposta lentamente verso ovest attraverso la notte di domenica a sud della Giamaica, seguita da una svolta brusca ma ancora molto lenta verso nord lunedì e lunedì notte. La grande maggioranza dei modelli di tracciamento più affidabili mostra Melissa che tocca terra sulla Giamaica in circa 72 ore. Ciò che preoccupa maggiormente gli esperti è che l’isola probabilmente subirà alcuni giorni di forti piogge e venti da tempesta tropicale prima ancora che il nucleo interno, con i venti più forti, raggiunga la costa.
Lungo la costa meridionale della Giamaica, esiste un rischio significativo di mareggiate potenzialmente letali. Le altezze di picco della mareggiata potrebbero raggiungere da 1,5 a 3 metri sopra il livello del suolo normale, vicino e a est del punto in cui il centro di Melissa toccherà terra. Questa mareggiata sarà accompagnata da onde grandi e distruttive. Già da sabato sera, è probabile che si verifichi un’inondazione costiera minore lungo la costa della Giamaica nelle aree con venti costieri, mentre le condizioni da tempesta tropicale iniziano a raggiungere l’area.
Alex DaSilva, esperto principale di uragani di AccuWeather, ha descritto la situazione in termini inequivocabili, affermando che Melissa si sta evolvendo in un disastro al rallentatore, con milioni di persone a rischio di impatti catastrofici. L’organizzazione ha valutato l’impatto secondo la propria scala RealImpact per gli uragani al livello massimo di 5 per i Caraibi occidentali, tenendo conto dei rischi per vite umane, proprietà e impatti economici derivanti da inondazioni, piogge, mareggiate e venti forti.
La lentezza eccezionale di Melissa significa che la Giamaica potrebbe sperimentare condizioni da uragano per 72 ore o più, un periodo di tempo straordinariamente lungo che ricorda l’uragano Dorian del 2019, quando si fermò vicino alle Bahamas settentrionali come tempesta di categoria 5. Questo movimento stazionario prolungherà drasticamente tutti gli impatti, dalle piogge ai venti alla mareggiata, aumentando esponenzialmente il potenziale di danni catastrofici e perdite di vite umane.
Gli esperti meteorologici sottolineano che, sebbene il taglio del vento occidentale continuerà probabilmente a influenzare il sistema nei prossimi giorni, l’altissimo contenuto di calore oceanico e la più forte divergenza ai livelli superiori dell’atmosfera dovrebbero essere in grado di supportare un’intensificazione significativa. Gli indici di intensificazione rapida basati su modelli dinamici, in particolare DTOPS, sono particolarmente aggressivi, mostrando una probabilità molto elevata di un aumento di intensità nelle prossime 48 ore.
Dopo aver raggiunto l’intensità di picco, probabilmente come uragano di categoria 4 o possibilmente categoria 5 entro lunedì, Melissa potrebbe subire un leggero indebolimento dopo 60 ore, possibilmente a causa dell’interazione della circolazione con la terraferma della Giamaica o di una sostituzione dell’occhio del ciclone. Tuttavia, il sistema mantiene una possibilità significativa di toccare terra sulla Giamaica ancora come uragano maggiore. Quando raggiungerà Cuba orientale, Melissa potrebbe mantenere l’intensità di uragano maggiore, sebbene un aumento del taglio del vento dovrebbe portare a un indebolimento al di sotto dell’intensità di uragano maggiore entro il quinto giorno.
Questa tempesta rappresenta un evento meteorologico storico per diverse ragioni. Melissa è la tredicesima tempesta nominata della stagione degli uragani atlantici del 2025 e la prima tempesta nominata a formarsi nei Caraibi quest’anno. Il suo potenziale di raggiungere la categoria 5 così tardi nella stagione, sebbene non senza precedenti, è estremamente raro. Dal 1921, solo dieci tempeste hanno registrato venti sostenuti di almeno 130 mph durante l’ultima settimana di ottobre o in novembre. Gli esempi più recenti sono stati gli uragani Eta e Iota del 2020, che colpirono gravemente il Nicaragua.
Diversi fattori contribuiscono alla forza potenziale di una tempesta come Melissa in questo periodo dell’anno. Le acque nei Caraibi e nel Golfo del Messico sono attualmente diversi gradi più calde della media per fine ottobre, creando condizioni che assomigliano a quelle di inizio ottobre. Le temperature del mare vicino alla Giamaica e al sud di Cuba sono nella parte alta degli 80 gradi Fahrenheit, ben al di sopra della soglia critica di 80 gradi necessaria per la formazione tropicale. L’acqua calda si estende profondamente nei Caraibi, con temperature di 80 gradi che continuano a profondità di oltre 100 metri, fornendo alcuni dei più sostanziali accumuli di acqua calda nell’intero bacino atlantico.
Il contenuto di calore oceanico nella principale area di riproduzione degli uragani atlantici si trova attualmente a livelli solitamente non osservati fino a settembre, quando la superficie del mare è al suo massimo calore verso la fine dell’estate. Questo fenomeno è particolarmente significativo perché non ci sono stati uragani nei Caraibi questa stagione fino ad ora, il che significa che quasi tutto il calore accumulato questa stagione è ora disponibile per Melissa da sfruttare, consentendo potenzialmente al sistema di svilupparsi in un uragano potente.
Le Bahamas sud-orientali e le Isole Turks e Caicos potrebbero anch’esse affrontare condizioni da tempesta tropicale o uragano all’inizio della prossima settimana, mentre Melissa accelera verso nord-est dopo aver lasciato Cuba. Fortunatamente, le previsioni attuali non indicano una minaccia diretta per la terraferma degli Stati Uniti, sebbene correnti di risacca e mare mosso potrebbero diffondersi lungo la costa orientale degli Stati Uniti la prossima settimana.
La comunità internazionale sta mobilitando risorse per supportare le aree minacciate. Il Programma Alimentare Mondiale sta concentrando i suoi sforzi attraverso i Caraibi sull’azione anticipata, aiutando le persone prima che il disastro colpisca per proteggere preventivamente le comunità con insicurezza alimentare. In Haiti, il WFP sta fornendo distribuzioni anticipate di denaro elettronico per soddisfare le esigenze umanitarie urgenti e aiutare le persone a proteggere i loro mezzi di sussistenza prima della tempesta. Le distribuzioni raggiungeranno circa 45.000 persone per un totale di 900.000 dollari.
Nella Repubblica Dominicana, tutte le scuole pubbliche sono state chiuse venerdì, insieme agli uffici governativi in 12 province sotto allerta. Juan Manuel Méndez García, direttore delle operazioni di emergenza nella Repubblica Dominicana, ha sottolineato che questo è un evento che richiede monitoraggio costante, enfatizzando che le evacuazioni nelle zone di allerta sono obbligatorie. Il sistema ha già abbattuto alberi e semafori, innescato alcune piccole frane e lasciato più di due dozzine di comunità isolate dalle acque alluvionali.
Gli impatti su larga scala previsti da Melissa sottolineano la vulnerabilità delle nazioni caraibiche ai cicloni tropicali intensi, particolarmente quelli a movimento lento che possono sostare su un’area per giorni. La combinazione di piogge estreme, venti distruttivi, mareggiate potenzialmente letali e frane rappresenta una minaccia multiforme che può sopraffare anche i sistemi di gestione delle emergenze più preparati. Per nazioni come Haiti, già alle prese con crisi umanitarie e governance fragile, un uragano di questa portata potrebbe provocare una catastrofe umanitaria di proporzioni storiche.
I meteorologi continueranno a monitorare attentamente l’evoluzione di Melissa nelle prossime ore e giorni critici. Ogni aggiornamento sarà cruciale per le autorità locali e le popolazioni minacciate mentre si preparano all’arrivo di quello che potrebbe diventare uno degli uragani più potenti e distruttivi a colpire i Caraibi negli ultimi anni. La finestra per completare i preparativi si sta rapidamente chiudendo, e le autorità in tutta la regione stanno esortando i residenti a seguire tutte le indicazioni di evacuazione e a prendere sul serio questa minaccia meteorologica straordinaria.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
