L’autunno sembra finalmente pronto a cedere il passo a una fase decisamente più invernale. Dopo un lungo periodo dominato dalla stabilità atmosferica e da temperature anomale per il periodo, alimentate da un anticiclone nordafricano particolarmente tenace, l’Italia si prepara a un drastico cambio di scenario: a partire da martedì 18 novembre, una massa d’aria fredda di origine polare-marittima irromperà sul nostro Paese, provocando un crollo termico anche di 10°C in alcune aree, soprattutto al Nord.
Il primo segnale di questa svolta sarà percepibile già nel fine settimana, quando una perturbazione atlantica aprirà una breccia nell’alta pressione, causando un lieve calo termico sul settentrione. Tuttavia, sarà solo l’inizio: il fronte freddo più incisivo si materializzerà tra martedì 18 e mercoledì 19 novembre, con la discesa di un nucleo d’aria polare in movimento dal Mare del Nord verso l’Europa centrale e successivamente l’Italia.
Le prime regioni a risentire di questa irruzione saranno quelle settentrionali, in particolare la Val Padana, dove le temperature massime passeranno rapidamente dagli attuali 15–16°C a valori a una cifra, con punte minime intorno ai 7–8°C. La sensazione di freddo sarà ulteriormente amplificata dalla ventilazione sostenuta dai quadranti nord-orientali, con episodi di wind chill marcato: il vento, accelerando la perdita di calore corporeo, farà percepire temperature anche di 2–3°C inferiori rispetto a quelle registrate dai termometri.
Il calo termico non risparmierà nemmeno il Centro e il Sud, dove l’aria fredda si farà sentire tra la sera di martedì e mercoledì. Tuttavia, in queste aree la diminuzione sarà meno drastica, con un abbassamento termico contenuto tra i 4 e i 6°C. Le correnti settentrionali, pur raggiungendo l’intera Penisola, vedranno la componente più gelida rimanere al di là dell’arco alpino, limitando così l’impatto sulle regioni meridionali.
Dal punto di vista sinottico, la dinamica è coerente con una tipica irruzione polare pre-invernale: la discesa d’aria fredda, canalizzata lungo il bordo orientale dell’anticiclone in ritirata, sarà favorita da un’ampia saccatura nordatlantica in discesa fino al Mediterraneo centrale. L’instabilità associata potrà anche dar luogo a episodi di instabilità locale, con rovesci sparsi soprattutto lungo l’Adriatico e possibili nevicate a bassa quota sui rilievi alpini orientali.
Stando alle ultime proiezioni dei principali modelli di riferimento il picco di questa prima ondata di freddo invernale si verificherà tra il 20-22 novembre dove il calo delle temperature al nord si farà decisamente più marcato mentre al sud potrebbe verificarsi un leggero aumento. Le prospettive per i giorni seguenti restano al momento incerte: i principali modelli di riferimento, come ECMWF e GFS, divergono sulle successive evoluzioni. Alcune simulazioni ipotizzano un nuovo rinforzo dell’anticiclone subtropicale, mentre altre lasciano aperta la porta a ulteriori afflussi freddi da nord-est. In assenza di una chiara convergenza modellistica, sarà necessario attendere le prossime corse per definire meglio l’evoluzione a medio termine.
Quel che è certo è che il volto mite e quasi primaverile dell’autunno è ormai destinato a cambiare radicalmente. L’inverno bussa alle porte, e lo farà con una prima ondata fredda decisa e ben strutturata.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
