Morte di Papa Francesco, le profezie sul successore di Bergoglio

Dopo la morte di Papa Francesco, le antiche profezie di San Malachia indicano che il successore potrebbe essere “Pietro il Romano”, l’ultimo Papa prima della fine della Chiesa. Tra i papabili che potrebbero corrispondere alla profezia figurano il cardinale Parolin, Zuppi e Pizzaballa.

La scomparsa di Papa Francesco, avvenuta lunedì 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica antiche profezie sul futuro della Chiesa cattolica. Mentre il Vaticano si prepara ai funerali previsti per il 26 aprile e al successivo Conclave che dovrebbe tenersi nei primi giorni di maggio, numerosi testi profetici vengono riesaminati alla luce degli eventi recenti, in particolare quelli che farebbero riferimento al successore di Bergoglio.

La profezia che sta suscitando maggiore interesse è quella attribuita a San Malachia, arcivescovo irlandese vissuto nel XII secolo, che avrebbe predetto l’identità e le caratteristiche di tutti i papi fino alla fine dei tempi. Secondo questo controverso testo, noto come “Profezia dei Papi”, Papa Francesco sarebbe stato il 111esimo pontefice della lista, e il suo successore – identificato con il nome di “Petrus Romanus” (Pietro il Romano) – sarebbe l’ultimo papa della storia della Chiesa.

Il testo attribuito a San Malachia, che sarebbe stato redatto durante un viaggio a Roma nel 1139, contiene 112 brevi motti in latino che descriverebbero i papi da Celestino II, eletto nel 1143, fino al giorno del Giudizio Universale. L’ultimo motto, relativo a “Petrus Romanus”, è particolarmente inquietante: “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta e il giudice tremendo giudicherà il suo popolo. Fine”.

Diversamente dagli altri 111 motti, che sono brevi e spesso criptici, l’ultimo non è una semplice frase ma un intero paragrafo apocalittico che descrive un papa destinato a guidare la Chiesa attraverso grandi tribolazioni prima della distruzione di Roma e del Giudizio finale. È l’unico nome esplicito della lista e l’unico descritto in termini così drammatici.

La questione centrale che divide gli esperti di profezie è se Francesco fosse effettivamente il 111esimo papa della lista o il 112esimo. Alcuni storici associano il penultimo motto, “Gloria Olivae”, a Benedetto XVI, rendendo Francesco l’ultimo della serie. Altri ritengono invece che Francesco fosse il 111esimo, e che il prossimo pontefice sarà effettivamente “Petrus Romanus”.

Non mancano anche le interpretazioni delle profezie di Nostradamus, che in una quartina avrebbe scritto: “Per la morte di un Pontefice molto vecchio / Sarà eletto un romano di buona età / Di lui si dirà che indebolisce la sua sede / Ma a lungo siederà e in attività mordace”. Questa previsione, interpretata alla luce degli eventi attuali, suggerirebbe l’elezione di un papa italiano relativamente giovane dopo la morte di un pontefice anziano.

Anche Baba Vanga, la cosiddetta “Nostradamus dei Balcani”, avrebbe profetizzato eventi significativi per il 2025, tra cui un possibile conflitto in Europa con conseguenze mondiali. Alcuni osservatori hanno notato come storicamente la morte di alcuni papi sia coincisa con lo scoppio di guerre mondiali, come nel caso di Pio X nel 1914 e Pio XI nel 1939.

La “Profezia dei Papi” è stata pubblicata per la prima volta nel 1595 dal monaco benedettino Arnold Wion, circa 450 anni dopo che sarebbe stata pronunciata. Molti teologi e storici considerano questo testo un falso storico, probabilmente creato nel XVI secolo per influenzare l’elezione papale del 1590. La Chiesa cattolica non riconosce ufficialmente l’autenticità di queste profezie.

È significativo notare che i primi 74 motti della lista sono molto accurati mentre i successivi risultano decisamente più vaghi, elemento che rafforza l’ipotesi che si tratti di un documento costruito a posteriori, almeno per quanto riguarda i primi papi descritti.

Secondo alcune interpretazioni delle profezie, il 2027 potrebbe essere l’anno della “fine del mondo”. Questo calcolo deriverebbe da un brano attribuito a papa Sisto V, descritto come “Asse in mezzo a un cartello”, suggerendo che egli si trovasse “a metà” della discendenza papale. Poiché il mandato di Sisto V iniziò 442 anni dopo il primo papa della lista, il Giudizio Universale giungerebbe 442 anni dopo, ovvero nel 2027.

Analizziamo ora i possibili candidati che, secondo gli interpreti delle profezie, potrebbero corrispondere alla figura di “Petrus Romanus”. Il cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato Vaticano, è considerato uno dei papabili che più si avvicinerebbe alla descrizione, sia per il nome che richiama “Petrus” sia per il ruolo centrale che ricopre in Vaticano, nonostante non sia originario di Roma. Parolin ha una lunga esperienza diplomatica ed è conoscitore di tutti i dossier vaticani, dalle relazioni con la Cina alle mediazioni nei conflitti internazionali.

Alternativa che risponde alla profezia di Nostradamus sarebbe il cardinale Matteo Zuppi, romano di Trastevere e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, esponente dell’ala più progressista del Collegio Cardinalizio e sostenitore di una Chiesa sinodale, più inclusiva e aperta al nuovo.

Un altro nome che circola è quello del cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha “Pietro” nel nome ed è relativamente giovane, sebbene di origini bergamasche. Un elemento che alcuni considerano significativo è che Pizzaballa è nato proprio il 21 aprile, giorno della morte di Papa Francesco e data di fondazione della città di Roma.

Va evidenziato che nessun papa ha mai scelto il nome Pietro dopo San Pietro, il che rende improbabile che il successore di Francesco opti per questo nome. Alcuni interpreti ritengono che “Pietro il Romano” potrebbe essere una figura simbolica destinata a guidare la Chiesa in un periodo di crisi senza precedenti, piuttosto che un riferimento letterale al nome del futuro pontefice.

Mentre il Vaticano si prepara al Conclave che determinerà il successore di Francesco, queste profezie continueranno a suscitare interesse e speculazioni. È importante ricordare che, al di là delle interpretazioni esoteriche, la scelta del nuovo pontefice sarà determinata dai cardinali elettori secondo procedure canoniche consolidate, in un processo che rispecchia le dinamiche interne alla Chiesa contemporanea piuttosto che antiche predizioni.