Pedaggio autostradale flessibile in base al tipo di auto, è una Fake News

Smentita la falsa notizia sui pedaggi autostradali flessibili: il Decreto-Legge 73/2025 non contiene alcuna disposizione su tariffe variabili per i veicoli.

La diffusione di false informazioni riguardanti l’introduzione di pedaggi autostradali flessibili a partire dal primo luglio 2025 ha generato confusione e preoccupazione tra gli automobilisti italiani nelle ultime settimane. La presunta notizia, che attribuiva al Decreto-Legge 21 maggio 2025 n. 73 l’implementazione di un sistema tariffario variabile in base alle caratteristiche ambientali dei veicoli, si è rivelata completamente infondata e priva di qualsiasi riscontro normativo.

Il Decreto-Legge 21 maggio 2025, n. 73, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 116 del 21 maggio 2025 e immediatamente entrato in vigore, non contiene alcuna disposizione relativa all’introduzione di pedaggi autostradali differenziati . Il provvedimento, intitolato “Misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l’ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l’attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all’Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti”, si concentra su aspetti completamente diversi dal sistema tariffario autostradale.

La falsa informazione, che ha circolato attraverso diversi siti web e piattaforme social, sosteneva che dal primo luglio 2025 sarebbero stati introdotti pedaggi variabili che avrebbero penalizzato economicamente i proprietari di veicoli con maggiore impatto ambientale, favorendo invece quelli dotati di alimentazione elettrica o ibrida. Secondo questa narrazione ingannevole, il costo del pedaggio sarebbe stato modulato in base al coefficiente inquinante del veicolo e all’orario di transito, creando un sistema di tariffazione dinamica mai previsto dalla normativa italiana .

L’analisi dettagliata del contenuto del Decreto-Legge n. 73/2025 rivela che il provvedimento si articola in sette capi distinti, nessuno dei quali fa riferimento a modifiche del sistema tariffario autostradale per i singoli utenti . Il Capo I si occupa di disposizioni urgenti in materia di infrastrutture e lavori pubblici, includendo misure per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, disposizioni sui contratti pubblici e norme sulla verifica sismica degli uffici pubblici. Il Capo II disciplina questioni relative all’autotrasporto, alla motorizzazione civile e alla circolazione dei veicoli, mentre il Capo III affronta il settore portuale e marittimo.

Il Capo IV del decreto, che tratta di infrastrutture, trasporti e Piano nazionale di ripresa e resilienza, include effettivamente disposizioni sulle concessioni autostradali, ma queste riguardano esclusivamente aspetti procedurali e amministrativi relativi all’affidamento delle concessioni stesse, non la struttura tariffaria applicata agli utenti finali . In particolare, l’articolo 11 del decreto introduce modifiche alla disciplina delle concessioni autostradali per allinearsi alle richieste europee e rendere il sistema più efficiente e trasparente, ma senza alcuna implicazione diretta sui costi sostenuti dagli automobilisti.

La diffusione di questa disinformazione ha seguito un pattern caratteristico delle fake news moderne, utilizzando tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca e la replica dello stesso contenuto ingannevole su multiple piattaforme editoriali appartenenti allo stesso network . Questa strategia, nota come “SEO stuffing”, mira a conferire credibilità a informazioni false attraverso la loro apparente ubiquità online e la presenza di contenuti apparentemente dettagliati e tecnici che simulano l’accuratezza giornalistica.

Il fenomeno delle false notizie relative al settore dei trasporti e della viabilità non rappresenta un caso isolato nel panorama italiano della disinformazione. Precedenti episodi hanno riguardato presunte tasse sul libretto di circolazione, con la diffusione di informazioni completamente inventate che indicavano pagamenti obbligatori di varie entità economiche . Anche in quel caso, le autorità competenti, inclusi l’ACI e il Ministero dei Trasporti, erano state costrette a intervenire pubblicamente per smentire categoricamente l’esistenza di qualsiasi obbligo normativo in tal senso.

Le conseguenze della diffusione di simili falsità si estendono oltre la mera confusione informativa, generando preoccupazioni economiche concrete tra i cittadini e alimentando sfiducia nelle istituzioni. Nel caso specifico dei presunti pedaggi flessibili, molti automobilisti hanno manifestato timori riguardo all’impatto economico che tali misure avrebbero potuto avere sui bilanci familiari, specialmente considerando che una significativa porzione del parco veicolare italiano è costituita da automobili con alimentazione tradizionale.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha confermato che il Decreto-Legge n. 73/2025 è già stato presentato alla Camera dei Deputati per l’iter di conversione in legge, mantenendo immutato il suo contenuto originario che non prevede alcuna modifica al sistema tariffario autostradale . Le misure contenute nel provvedimento si concentrano su aspetti strutturali e procedurali del sistema infrastrutturale nazionale, con particolare attenzione alla realizzazione di opere strategiche e al miglioramento dell’efficienza amministrativa nel settore dei trasporti.

La vicenda evidenzia l’importanza di verificare sempre l’autenticità delle informazioni attraverso fonti ufficiali, particolarmente quando si tratta di presunti provvedimenti normativi che potrebbero avere impatti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini. La consultazione della Gazzetta Ufficiale e dei comunicati ufficiali degli enti competenti rimane il metodo più affidabile per ottenere informazioni accurate su modifiche legislative e regolamentari, evitando di cadere vittima di campagne di disinformazione che sfruttano l’ansia sociale e la complessità del sistema normativo per diffondere contenuti ingannevoli.