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Monica Maggioni si licenzia dalla Rai dopo 33 anni

Monica Maggioni lascia dopo 33 anni l’incarico dirigenziale in Rai per concentrarsi sui suoi programmi con un contratto di collaborazione quinquennale, aprendo il totonomi per la successione.

La carriera dirigenziale di Monica Maggioni all’interno della Rai si è conclusa ufficialmente in questi giorni di agosto, quando la giornalista ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di Direttrice editoriale per l’Offerta Informativa dopo trentatré anni di servizio pubblico. La decisione, comunicata in modo insolito attraverso le pagine del Corriere della Sera senza il tradizionale comunicato aziendale, ha colto di sorpresa anche negli ambienti interni dell’azienda di viale Mazzini, dove la notizia è circolata rapidamente nonostante il periodo estivo.

La scelta di Maggioni rappresenta una svolta professionale che non comporta tuttavia un allontanamento definitivo dalla televisione pubblica. La giornalista ha infatti sottoscritto un accordo quinquennale con la Rai che le permetterà di continuare a condurre i suoi programmi di punta, “In Mezz’ora” su Rai 3 e “NewsRoom” su RaiPlay, ma da collaboratrice esterna anziché come dipendente dell’azienda. Il contratto, che dovrà essere ratificato dal prossimo Consiglio di Amministrazione, segue il modello già adottato da Bruno Vespa, anche se con un compenso significativamente inferiore rispetto al collega.

Secondo quanto comunicato dalla stessa Maggioni, la decisione è stata motivata dalla volontà di concentrarsi esclusivamente sulla scrittura e sulla conduzione dei propri programmi di approfondimento, abbandonando le responsabilità manageriali che caratterizzavano il suo precedente incarico dirigenziale. “Non ha nulla a che fare con il tetto degli stipendi Rai visto che da qualche settimana lo stesso tetto retributivo è stato eliminato da una sentenza della Corte Costituzionale che vale per tutto il settore pubblico, tv di Stato compresa”, ha precisato la giornalista, anticipando possibili interpretazioni legate alle questioni retributive.

La menzione della recente sentenza della Corte Costituzionale non è casuale. Il pronunciamento ha infatti dichiarato illegittimo il limite massimo di 240.000 euro per i compensi dei dirigenti del settore pubblico, tetto che era stato introdotto nel 2014 durante il governo Renzi e che aveva spesso rappresentato un ostacolo nell’attrazione di figure professionali di alto profilo. Maggioni, che percepiva proprio la retribuzione massima consentita dal limite, ha voluto chiarire che la sua scelta non è stata influenzata da considerazioni economiche, visto che l’eliminazione del tetto avrebbe potuto teoricamente aprire la strada a incrementi salariali.

Il percorso professionale di Monica Maggioni in Rai rappresenta uno dei casi di maggior successo nella storia della televisione pubblica italiana. Entrata nell’azienda nel 1992 attraverso concorso pubblico, ha costruito una carriera che l’ha portata a ricoprire alcuni dei ruoli più prestigiosi dell’informazione televisiva. È stata direttrice di RaiNews24 dal 2013 al 2015, quindi la prima donna a dirigere il TG1 dal 2021 al 2023, e presidente della Rai dal 5 agosto 2015 al 27 luglio 2018, periodo durante il quale ha anche ricoperto la carica di vicepresidente dell’Unione Europea di Radiodiffusione.

La sua esperienza giornalistica si è consolidata attraverso numerosi incarichi come inviata speciale, seguendo eventi di portata internazionale e conflitti in diverse aree del mondo. Particolarmente significativa è stata la sua copertura della seconda guerra del Golfo nel 2003, quando è stata l’unica giornalista italiana “embedded” tra le file dei militari americani, esperienza che ha poi raccontato nel libro “Dentro la guerra – Il conflitto iracheno raccontato da una reporter al seguito dei militari americani”. Ha inoltre seguito le elezioni presidenziali americane e diversi eventi di politica internazionale, costruendo una reputazione di giornalista specializzata negli affari esteri.

L’ultimo incarico dirigenziale di Maggioni, quello di Direttrice editoriale per l’Offerta Informativa assunto nel giugno 2023, prevedeva un ruolo di coordinamento strategico su tutti i contenuti informativi dell’azienda. La direzione, istituita durante la gestione di Campo Dall’Orto, svolgeva funzioni di ottimizzazione dei contenuti informativi e gestiva anche aspetti operativi significativi come le autorizzazioni per le interviste e le assegnazioni giornalistiche, oltre al coordinamento della rete dei corrispondenti esteri della Rai.

Le dimissioni di Maggioni aprono inevitabilmente la questione della sua successione, con diverse ipotesi già al vaglio dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi. Tra i nomi più accreditati figura Francesco Giorgino, attualmente direttore del Centro Studi Rai e conduttore di “XXI Secolo” in seconda serata, che gode di particolare considerazione negli ambienti leghisti dell’azienda. Altri candidati includono Simona Sala, ex direttrice di Radio 2 attualmente senza incarico fisso, Antonio Preziosi, direttore del Tg2, Angela Mariella, responsabile delle relazioni istituzionali, e Luca Mazzà, direttore per il contratto di servizio e progetti strategici.

L’eventuale nomina di Preziosi comporterebbe l’apertura di un ulteriore fronte successorio per la direzione del Tg2, mentre la scelta di Giorgino potrebbe essere vista come un segnale di maggiore allineamento con le posizioni dell’attuale governo. Nel totonomi compare anche il nome di Iman Sabbàh, ex corrispondente della Rai da Parigi, che rappresenterebbe una soluzione di continuità rispetto al profilo internazionale del ruolo.

La decisione di Maggioni si inserisce in un momento particolarmente delicato per la Rai, che deve affrontare significative ristrutturazioni economiche. L’azienda ha infatti programmato tagli per 200 milioni di euro in due anni per uscire dalla situazione di deficit in cui versa, mentre la Lega ha fatto del taglio del canone uno dei suoi cavalli di battaglia politici. In questo contesto, l’eventuale discussione di aumenti retributivi per i dirigenti, resa teoricamente possibile dalla sentenza della Corte Costituzionale, potrebbe generare controversie in termini di immagine pubblica.

Il modello contrattuale scelto da Maggioni, quello della collaborazione esterna, rappresenta una formula sempre più utilizzata nell’ambito televisivo per figure di alto profilo che vogliono mantenere un legame con l’azienda senza le responsabilità dirigenziali. Bruno Vespa rappresenta l’esempio più consolidato di questa tipologia contrattuale, conducendo “Porta a Porta” e “Cinque Minuti” da collaboratore esterno dopo aver lasciato lo status di dipendente Rai in prossimità della pensione.

La scelta di comunicare le dimissioni attraverso i media anziché tramite i canali ufficiali dell’azienda ha sollevato qualche perplessità negli ambienti interni, dove si è sottolineata l’inusualità di una procedura che non ha seguito i protocolli tradizionali per annunci di questa rilevanza. La decisione di rendere pubblica la motivazione relativa al tetto degli stipendi, specificando che non aveva influenzato la scelta, è stata interpretata da alcuni osservatori come una “excusatio non petita” che potrebbe nascondere motivazioni più complesse.

Il percorso futuro di Monica Maggioni si concentrerà dunque sulla produzione e conduzione di contenuti giornalistici di approfondimento, settore in cui ha sempre dimostrato particolare competenza e passione. “In Mezz’ora”, programma che conduce dal 2023 dopo aver raccolto l’eredità di Lucia Annunziata, e “NewsRoom”, format lanciato nel 2024 su RaiPlay, rappresenteranno i pilastri della sua nuova attività professionale all’interno dell’ecosistema Rai, ma con una formula contrattuale che le garantirà maggiore autonomia operativa rispetto agli impegni dirigenziali precedenti.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!