Il Natale 2025 mostra un volto poco rassicurante: circa 800 mila italiani hanno già richiesto un prestito per acquistare i regali, mentre quasi 6 milioni hanno iniziato con largo anticipo la corsa agli acquisti. Una parte significativa di chi ha già speso per il Natale ha utilizzato formule di pagamento dilazionato, dai classici prestiti ai servizi “compra ora, paga dopo”, ormai diffusissimi anche per importi minimi. Tutto questo si verifica in un contesto in cui milioni di famiglie vivono difficoltà economiche reali, e in cui il ricorso al credito non è legato a bisogni primari ma a spese di consumo, effimere e spesso superflue.
Ciò che colpisce maggiormente non è il dato in sé, ma la mutazione culturale che esso rappresenta: la normalizzazione dell’indebitamento per feste, regali e vacanze. Fino a qualche decennio fa sarebbe stato inconcepibile chiedere un finanziamento per mettere due pacchetti sotto l’albero. I nostri genitori e i nostri nonni vivevano il Natale con sobrietà, comprando solo ciò che ci si poteva permettere e, quando non era possibile, rinunciando senza vergogna e senza ansia da prestazione. Oggi invece la pressione dell’apparenza, del confronto sociale e di un consumismo incessante spinge molti a contrarre debiti pur di non sentirsi “indietro”, pur di mostrare una prosperità spesso inesistente.
Questo fenomeno è un campanello d’allarme che racconta una società fragile, dove il valore del dono è stato sostituito dal valore dello scontrino. Una società in cui si preferisce indebitarsi per oggetti che dureranno poco, sacrificando tranquillità e stabilità economica future. È la logica dell’“avere subito”, anche a costo di pagare molto più a lungo. Si tratta di un circolo vizioso che non solo grava sulle famiglie, ma svuota di significato la ricorrenza stessa.
Il Natale dovrebbe essere un momento di autenticità, non una competizione di spesa. Ritornare alla sostanza significa riportare al centro la famiglia, la misura, la responsabilità. Significa riconoscere che la dignità non si compra a rate e che la serenità non dipende dall’ammontare dei regali sotto l’albero ma dalla consapevolezza di vivere entro i propri mezzi. O si recupera questo equilibrio, oppure il “Natale sul credito” rischia di diventare la norma in un Paese che confonde sempre più il benessere con la sua imitazione. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
