La conduttrice televisiva Monica Setta ha deciso di rivolgersi al Codacons dopo aver ricevuto numerosi messaggi offensivi e minacce a seguito dell’imitazione andata in onda al GialappaShow. La giornalista, volto noto della televisione italiana e conduttrice del programma di successo “Storie di donne al bivio”, ha espresso pubblicamente il suo disappunto per l’interpretazione dell’attrice Giulia Vecchio, ritenendola eccessivamente denigratoria e causa di una violenta ondata di odio social nei suoi confronti.
La vicenda è emersa dopo che la Setta ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui criticava duramente l’imitazione, definendola “estrema” e affermando di essere stata rappresentata come “l’incredibile Hulk”. La conduttrice ha poi utilizzato il suo profilo Twitter per rivolgersi direttamente ai Gialappi e al Codacons: “Lo dico ancora una volta (l’ultima) guardate quanto odio avete scatenato con una rappresentazione così. Ps tutti segnalati i profili da cui partono ingiurie minacce e body shaming. Non c’è nulla da ridere, ve lo assicuro”.
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L’imitazione di Monica Setta da parte di Giulia Vecchio al GialappaShow, trasmissione in onda su Tv8 il lunedì sera, ha suscitato reazioni contrastanti tra il pubblico. La parodia del programma “Storie di donne al bivio”, ribattezzato ironicamente “Robba de donne”, è stata accolta con entusiasmo da molti spettatori, diventando rapidamente virale sui social. Tuttavia, la diretta interessata non ha apprezzato il modo in cui è stata rappresentata, ritenendo che l’imitazione abbia superato i limiti della satira.
“Sono convinta che la satira faccia bene e che sia nata per dare fastidio e lasciare spiazzati”, ha dichiarato la Setta a Vanity Fair, “ma mi è dispiaciuto essere rappresentata in maniera così estrema. Milly Carlucci è stata proposta in maniera molto morbida e deliziosa mentre io, che in realtà sono molto minuta e ho il 38 di piede, appaio in maniera volgare. Mi hanno messo il naso adunco – che non ho – mi hanno invecchiata e imbruttita. Sembro un mostro”.
Secondo la conduttrice, l’imitazione non si è limitata a esagerare alcuni suoi tratti caratteristici, ma ha travisato completamente la sua figura professionale: “Che bisogno c’è di diffamare la mia attività mettendo i piedi in faccia agli intervistati, quasi a dire che le mie interviste vengono fatte con i piedi? Questa non è più satira, ma diffamazione”.
La conduttrice ha rivelato che, a seguito della messa in onda dell’imitazione, ha ricevuto numerosi messaggi offensivi sui social media: “Ho ricevuto minacce orribili sui social, gente che mi diceva che faccio schifo, che sembro una trans, che devo morire”. Una situazione che l’ha portata a temere per la propria sicurezza e quella dei suoi familiari: “Ho una mamma di 92 anni e una figlia che vivono con me: leggere messaggi di questo tipo non è piacevole”.
La gravità delle minacce ha spinto Monica Setta a presentare un esposto formale: “Ho fatto un esposto agli uffici della squadra mobile della Questura di Roma contro ignoti, a seguito dei numerosi messaggi di morte ricevuti”. La giornalista ha inoltre dichiarato di aver segnalato tutti i profili social da cui provenivano “ingiurie, minacce e body shaming”.
Nonostante la situazione, la Setta ha tenuto a precisare di non aver mai chiesto di bloccare l’imitazione: “Considero un onore e un omaggio essere presa in giro dalla Gialappa’s, tant’è che non ho mai chiesto di bloccare l’imitazione: penso, però, si sia puntato troppo sul tasto della fisicità fine a sé stessa”.
La scelta di Monica Setta di rivolgersi al Codacons non appare casuale. La giornalista, infatti, ha un rapporto consolidato con l’associazione dei consumatori, che nel luglio 2023 le ha conferito il premio “Amico del consumatore” per “il suo eccezionale impegno nel giornalismo televisivo italiano”.
Nella motivazione del premio, il Codacons aveva sottolineato come la Setta si fosse distinta “per aver affrontato tematiche di importanza sociale, dai diritti civili all’ambiente, dalla giustizia sociale alla cultura” e per la sua “dedizione al servizio dei consumatori evidente nei suoi numerosi reportage e interviste”. Un riconoscimento che testimonia la credibilità professionale della conduttrice nel panorama mediatico italiano.
Il suo appello al Codacons in questa circostanza riflette la preoccupazione per gli effetti che l’imitazione può avere sulla sua immagine pubblica e sulla percezione del suo lavoro da parte del pubblico, oltre che per le concrete minacce ricevute.
La vicenda ha suscitato reazioni anche nel mondo dello spettacolo. Gerry Scotti, conduttore di Striscia la Notizia, ha commentato la situazione durante la puntata del 2 maggio, invitando la collega a prendere la questione con maggiore leggerezza: “Monica, non è un po’ esagerato? E fatti due risate, chi è imitato è popolare, il problema è quando nessuno ti imita più”.
La stessa Setta ha rivelato di aver contattato personalmente Giulia Vecchio, l’attrice che la imita nel programma, e di essersi inizialmente complimentata con lei, prima di vedere effettivamente la performance. Un dettaglio che evidenzia come la conduttrice non sia pregiudizialmente contraria alla satira, ma ritenga che in questo caso specifico si siano superati i limiti.
Il caso ha sollevato interrogativi sul confine tra satira e offesa, e su quanto le imitazioni televisive possano influenzare l’opinione pubblica e scatenare reazioni aggressive sui social media. Una questione che tocca temi rilevanti come la tutela dell’immagine professionale, il diritto di satira e la responsabilità dei programmi televisivi nel prevenire fenomeni di cyberbullismo.
Nonostante le polemiche legate all’imitazione, Monica Setta guarda avanti con ottimismo per quanto riguarda il suo programma. “Storie di donne al bivio” tornerà infatti in prima serata nei mesi di giugno e luglio, dopo aver ottenuto ottimi risultati di ascolto nella precedente collocazione.
La conduttrice ha sottolineato come il programma abbia funzionato in ogni collocazione, portandosi “tre punti e mezzo sopra la media di rete”, un risultato che conferma l’apprezzamento del pubblico per il format e per il lavoro della Setta, al di là delle rappresentazioni satiriche.
Mentre la questione dell’imitazione e delle minacce seguirà il suo corso legale, la professionalità della giornalista continua a essere riconosciuta dal pubblico e dall’azienda, che le ha affidato una collocazione prestigiosa come la prima serata per le prossime puntate del suo programma.