Merano, il nuovo sindaco Katharina Zeller si toglie la fascia tricolore: “Ero solo infastidita”

La neo sindaca di Merano Katharina Zeller finisce nella bufera dopo essersi tolta la fascia tricolore durante l’insediamento preferendo il medaglione tirolese. Si difende: “Reazione istintiva contro il comportamento provocatorio del predecessore, non contro il simbolo nazionale”.
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Un gesto apparentemente banale ha innescato un autentico caso politico nazionale in Alto Adige. La neo eletta sindaca di Merano, Katharina Zeller, durante la cerimonia di insediamento in Municipio si è tolta la fascia tricolore poco dopo che il suo predecessore, Dario Dal Medico, gliel’aveva fatta indossare. Un episodio che, immortalato dalle telecamere presenti alla cerimonia e divenuto rapidamente virale sui social network, ha scatenato accuse di vilipendio al simbolo nazionale e aperto un dibattito che travalica i confini altoatesini per investire le delicate dinamiche identitarie di un territorio storicamente caratterizzato da tensioni linguistiche.

La scena controversa mostra un evidente imbarazzo della Zeller quando Dal Medico le porge la fascia tricolore. “Sei sicuro che proprio devo?”, si sente chiedere la neo sindaca prima di togliersi velocemente il simbolo istituzionale pronunciando un eloquente “mettiamola via, dai”. Un comportamento che ha generato immediate reazioni politiche, soprattutto negli ambienti del centrodestra italiano, con accuse che spaziano dalla “mancanza di rispetto istituzionale” fino all’ipotesi di “vilipendio del tricolore”. La Zeller, esponente della Südtiroler Volkspartei ed eletta con il 57,4 per cento dei consensi, ha preferito indossare esclusivamente il medaglione simbolo della rappresentanza cittadina, tradizionalmente utilizzato dai sindaci di lingua tedesca dell’Alto Adige.

La questione ha assunto rapidamente rilevanza nazionale, con dichiarazioni di esponenti politici di primo piano che hanno condannato duramente il gesto. “Tutti i meranesi di lingua italiana che l’hanno votata spero si rendano conto della considerazione che lei ha nei loro confronti”, ha commentato Christian Bianchi, coordinatore provinciale di Forza Italia. Ancora più duro il giudizio di Marco Galateo, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, che ha definito quanto accaduto un “gesto indegno e irrispettoso”. Il senatore di FdI Matteo Gelmetti è arrivato a parlare di “oltraggio allo Stato”, mentre il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri, ha chiamato in causa anche la madre della neo sindaca, la senatrice Julia Unterberger, chiedendole di prendere posizione sull’accaduto.

Di fronte al montare delle polemiche, Katharina Zeller ha tentato di chiarire le sue motivazioni in una conferenza stampa. “Sulla questione della fascia tricolore purtroppo è passato un messaggio che non era assolutamente voluto”, ha dichiarato la prima cittadina di Merano. “La mia reazione è stata esclusivamente in risposta al comportamento di Dal Medico e sicuramente non per la fascia tricolore che lui mi voleva indossare. La mia è stata una reazione istintiva che probabilmente è stata recepita in modo sbagliato. Per questo mi scuso”. La neo sindaca ha quindi spiegato di aver scelto “come è prassi, la collana con il medaglione che rappresenta il nostro territorio, entrambi i gruppi linguistici, i nuovi cittadini e il Comune di Merano”.

L’avvocata trentaduenne ha inoltre descritto l’episodio come una reazione al comportamento dell’ex sindaco: “Dal Medico si è voluto imporre, nonostante gli avessi detto diverse volte prima ‘per favore poggia la fascia tricolore nelle mie mani’. Ha insistito dicendomi ‘no, tu adesso devi fare questo’. Il tono non mi è per niente piaciuto e ho reagito come ho reagito”. Secondo la Zeller, l’ex primo cittadino avrebbe agito con l’intento di provocarla: “Mi ha fatto arrabbiare perché conosce o dovrebbe conoscere bene le nostre sensibilità. Ha voluto fare un dispetto, buttando olio su quel fuoco che tutti noi vorremmo vedere spento”.

In soccorso della Zeller è intervenuto anche il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, che dal Festival delle Regioni di Venezia ha invitato a non caricare l’episodio di significati ideologici: “La sindaca ha reagito in modo un po’ scomposto, ma direi di evitare di caricare l’episodio con contenuti di carattere ideologico o etico”. Secondo Kompatscher, la reazione della Zeller sarebbe stata provocata dall’atteggiamento del suo predecessore nei suoi confronti: “Chi la conosce sa che è una persona coltissima, cosmopolita, italiana. Voleva diventare sindaca di tutti e tutte. Era infastidita dall’atteggiamento dell”old wild man’ nei confronti della sindaca più giovane. Ha un cattivo rapporto con il suo predecessore e si è sentita trattata da ‘ragazzina giovane'”.

Il dibattito non si è limitato agli ambienti politici. Anche l’alpinista altoatesino Reinhold Messner ha espresso la sua opinione critica a Rai Radio1: “Una cosa che non mi è piaciuta, siamo cittadini italiani, forse ha fatto questo gesto per dire qualcosa ma a me non ha detto proprio niente”. Un commento significativo, considerando che lo stesso Messner, oggi ottantenne, in passato aveva affermato di non portare bandiere in vetta perché “la mia bandiera è il mio fazzoletto”.

La vicenda si inserisce in un contesto particolarmente delicato, quello delle autonomie speciali e delle identità linguistiche in Alto Adige. La Zeller, cresciuta in una famiglia profondamente radicata nella politica sudtirolese (suo padre Karl è stato senatore mentre la madre Julia Unterberger rappresenta attualmente la SVP a Palazzo Madama), si trova ora a dover gestire le conseguenze di un gesto che, al di là delle intenzioni dichiarate, ha riacceso tensioni mai completamente sopite tra le comunità linguistiche.

Paradossalmente, poco prima della cerimonia di insediamento, la stessa Zeller aveva dichiarato: “Auspico che la divisione etnica non sia più un tema a Merano perché superare questi steccati fa solo bene alla città”. Parole che contrastano con quanto avvenuto successivamente e che ora rendono ancora più complesso il compito della prima cittadina di ricucire rapporti che l’episodio della fascia tricolore ha inevitabilmente incrinato.

Va comunque ricordato che, secondo le norme dell’autonomia altoatesina, il medaglione “è destinato a sottolineare la presenza ufficiale del primo cittadino nelle cerimonie e negli eventi istituzionali di carattere locale, rafforzando il legame tra l’amministrazione comunale e la comunità”, e dunque potrebbe legittimamente sostituire la fascia tricolore. La scelta tra fascia tricolore e medaglione, o l’uso di entrambi, è discrezionale per il sindaco, come previsto dalla normativa regionale sugli Enti Locali.

In risposta alle accuse più gravi, Katharina Zeller ha voluto precisare in una nota: “Indosserò la fascia con il massimo rispetto in tutte le circostanze previste dal protocollo istituzionale, come sempre fatto anche dai miei predecessori di lingua tedesca. La mia reazione nel rimuovere la fascia tricolore subito dopo che mi era stata posta sulle spalle non deve in alcun modo essere interpretata come un gesto di disprezzo verso i simboli della Repubblica o verso il tricolore stesso”.

Resta da vedere se queste dichiarazioni basteranno a placare la polemica o se il caso avrà ulteriori sviluppi, magari in seguito all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Gelmetti al ministro dell’Interno. Quel che è certo è che la Zeller inizia il suo mandato in un clima di tensione che certo non faciliterà il suo dichiarato intento di superare le divisioni etniche e linguistiche nella città di Merano.