La chiusura di «Citofonare Rai2», storico appuntamento della tarda mattinata domenicale nato nel 2021 dall’intuizione di Paola Perego e fortificato dal carisma di Simona Ventura, non coincide affatto con l’uscita di scena delle due conduttrici: al contrario ne apre una fase di riorganizzazione che investe i palinsesti Rai, Mediaset e persino la piccola ma ambiziosa San Marino Tv, disegnando percorsi professionali divergenti ma accomunati dal peso specifico che entrambe continuano ad esercitare nel mercato televisivo italiano.
Lo stop al format non è legato alle performance auditel, stabilizzate oltre il cinque per cento di share in una fascia notoriamente complessa, bensì alla decisione strategica di Rai 2 di cedere quella finestra ai Mondiali di sci che occuperanno le mattinate da novembre a marzo, come chiarito dal direttore del Coordinamento Generi Stefano Coletta: una scelta obbligata che ha reso impossibile confermare una quinta stagione senza lunghi mesi di interruzione.
Per Paola Perego il tema è innanzitutto contrattuale: la conduttrice è vincolata alla Rai da un accordo di esclusiva che prevede un contributo minimo di presenza in video, il cosiddetto “garantito”. Tale clausola impone a Viale Mazzini di ricollocarla entro la stagione 2025-2026, pena il pagamento di penali significative o la ridefinizione dell’intesa. Nei corridoi di Saxa Rubra si valuta l’ipotesi d’un rotocalco pomeridiano in stile mix tra intrattenimento e servizio, ma rimane sul tavolo anche il recupero di un format serale mai partito lo scorso anno, con cui si vorrebbe presidiare la prima serata del venerdì a partire da gennaio 2026, quando gli enti sportivi lasceranno spazio programmabile.
Sul versante più vicino alla tradizione di «Citofonare» resiste l’idea di riportare in vita il brand da marzo 2026, subito dopo l’appuntamento olimpico, magari con una formula rinnovata che allarghi la platea ai social e alla fruizione on demand: ipotesi che consentirebbe a Perego di capitalizzare la familiarità maturata con il pubblico domenicale senza tradire le esigenze di palinsesto, offrendo allo stesso tempo alla Rai un prodotto già noto e rodato.
Il quadro di Simona Ventura è per molti versi opposto: la conduttrice non ha alcun vincolo di esclusiva, circostanza che le ha permesso di passare con disinvoltura, nell’ultima stagione, dall’opinionista dell’«Isola dei Famosi» su Canale 5 alla presenza fissa al «Tavolo» di Fabio Fazio su Nove. Secondo fonti interne a Mediaset, il gruppo di Cologno Monzese ha già affidato alla Ventura una puntata zero di un nuovo people show in prima serata orientato al racconto di storie di riscatto femminile; qualora il test superasse i target prefissati, il programma verrebbe collocato nel sabato sera di metà stagione.
Al di là delle sirene commerciali, Ventura ha formalizzato un accordo con San Marino Tv per condurre «La Terrazza della Dolce Vita», strip quotidiana ambientata al Grand Hotel di Rimini che andrà in onda dal 30 luglio al 10 agosto e che la vedrà affiancare il marito Giovanni Terzi nella doppia veste di padrona di casa e intervistatrice dell’Italia che fa tendenza. L’operazione rappresenta, per la micro-emittente del Titano, un tentativo di alzare l’asticella dell’appeal generalista, mentre per Ventura costituisce una vetrina fuori dall’agone dei grandi network che potrà alimentare la sua immagine di professionista trasversale.
La diversa natura dei contratti delle due conduttrici produce effetti opposti anche sul piano negoziale: Perego deve restare nel perimetro Rai e comprendere le priorità di una struttura che, tra spending review e diritti sportivi, fatica a garantire volumi di produzione adeguati, mentre Ventura sfrutta la propria condizione da free-lancer per stringere alleanze di progetto senza vincoli temporali, puntando su operazioni mordi e fuggi che ne alimentano la visibilità a pacchetto.
All’interno di Viale Mazzini il dossier «ricollocamento Perego» si inserisce nella più ampia revisione dell’offerta di intrattenimento femminile, tema che la Rai dovrà affrontare anche per ragioni di brand safety: da un lato l’azienda deve tenere fede agli impegni economici, dall’altro deve evitare di disperdere un volto riconoscibile in un momento in cui la concorrenza da piattaforma e streaming assorbe parte dell’attenzione del pubblico aldilà dell’age target storico della conduttrice. Frattanto, la finestra domenicale liberata da «Citofonare» verrà presidiata da produzioni sportive e, a ridosso del periodo natalizio, da contenitori leggeri in diretta dalle località di montagna che storicamente funzionano nei mesi invernali.
Nell’ultimo incontro con i direttori di rete, secondo indiscrezioni raccolte da ambienti aziendali, sarebbe emersa una convergenza su un progetto magazine per Perego dedicato alle famiglie multigenerazionali: uno spazio che intrecci rubriche di economia domestica, salute e piccoli viaggi sul territorio, sfruttando la lunga esperienza radiofonica di «Touché» e l’audience costruita su «Domenica In» negli anni Novanta. L’ipotesi più accreditata prevede una partenza a fine marzo, subito dopo la chiusura della stagione sciistica, con sperimentazione iniziale di otto puntate live collocate il sabato dalle 17 alle 18.40, fascia in cui Rai 2 non dispone di un marchio forte.
Il futuro prossimo di Ventura, invece, sembra orientarsi verso un ritorno in pompa magna su Mediaset: qualora il pilot in preparazione ricevesse il via libera, la conduttrice torinese otterrebbe un format in cui mettere a frutto l’esperienza maturata nei reality e nella conduzione di prime serate ad alto tasso di ritmo, riportando a Cologno un volto popolare che manca da «Selfie». Nel frattempo Ventura continuerà ad occupare caselle di visibilità sparsa, mantenendo il proprio brand caldo in attesa del definitivo rilancio.
In sintesi, la chiusura di «Citofonare Rai2» certifica l’avvio di un doppio percorso: da un lato Paola Perego resta centrale nei piani di una Rai che deve trovare spazi e risorse per assolvere agli impegni contrattuali, dall’altro Simona Ventura prosegue nella strategia da free-agent capace di oscillare tra broadcaster nazionali e progetti di nicchia, forte di un pedigree che le consente di esplorare nuovi linguaggi senza legami di esclusiva. Le due carriere, che per quattro stagioni hanno condiviso studio e domenica, si separano di nuovo inseguendo obiettivi diversi ma, per entrambe, la prospettiva di restare figure di riferimento del piccolo schermo resta saldamente intatta.