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Assegno INPS fino a 845 euro al mese, ecco come ottenere il bonus: (se ne hai diritto basta la patente B)

L’Assegno di Inclusione INPS garantisce fino a 845 euro mensili per le famiglie in difficoltà economica, richiedendo ISEE inferiore a 10.140 euro e presenza di minori, disabili o over 60; la patente B è semplice documento di riconoscimento, non requisito essenziale.

In un contesto di crescente difficoltà economica per le famiglie italiane, dove il caro vita continua a incidere pesantemente sui bilanci domestici, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) conferma una misura di sostegno che rappresenta un vero paracadute sociale: l’Assegno di Inclusione (ADI). Questa prestazione economica, introdotta nel 2024 e potenziata nel 2025, garantisce un aiuto mensile che può raggiungere fino a 845 euro per i nuclei familiari che si trovano in condizioni di fragilità economica e rispondono ai criteri di accesso stabiliti dall’ente previdenziale.

L’importo massimo di 845 euro mensili rappresenta il tetto più alto raggiungibile quando si verifica un insieme di condizioni specifiche: l’ADI è composto infatti da una quota base fino a 541,67 euro, alla quale si aggiunge un’integrazione per il pagamento dell’affitto fino a 303,33 euro al mese. Tale combinazione permette quindi alle famiglie che vivono in locazione e dispongono di un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) molto basso di accedere all’intera somma. Un nucleo familiare composto da due genitori disoccupati, due figli minori e un affitto di 400 euro mensili può dunque ricevere la cifra completa, così come coppie anziane con assegni pensionistici minimi o inesistenti.

Per accedere all’Assegno di Inclusione è fondamentale possedere determinati requisiti, la cui verifica rappresenta un passaggio essenziale nella procedura di richiesta. Il primo elemento discriminante riguarda la situazione economica: l’ISEE del nucleo familiare non deve superare i 10.140 euro annui, mentre il reddito familiare complessivo deve restare inferiore a 6.500 euro annui moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza. Oltre a questi parametri strettamente economici, il richiedente deve essere residente in Italia da almeno cinque anni, con i due anni precedenti la domanda caratterizzati da residenza continuativa nel territorio nazionale. Un ulteriore requisito fondamentale consiste nella presenza nel nucleo familiare di almeno uno dei seguenti componenti: un minore, una persona con disabilità riconosciuta, oppure un componente di età superiore a sessanta anni. Per accedere alla quota aggiuntiva destinata al pagamento dell’affitto, il contratto di locazione deve risultare regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

La procedura per fare domanda all’INPS è stata concepita per essere il più accessibile possibile, offrendo molteplici canali di presentazione della richiesta. Il cittadino può inoltrare la domanda telematicamente tramite il portale ufficiale dell’INPS, accedendo mediante le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). In alternativa, è possibile rivolgersi ai CAF (Centri di Assistenza Fiscale) autorizzati oppure ai patronati, strutture che offrono supporto nella compilazione della domanda e nella gestione della documentazione necessaria. Una volta presentata la domanda, i dati del richiedente vengono inseriti nel SIISL, il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, dove l’INPS procede alla verifica dei requisiti e al calcolo dell’importo spettante.

Il riferimento alla patente B, frequentemente circolante in articoli e discussioni sul tema, merita un approfondimento specifico per dissipare il malinteso diffuso. Contrariamente a quanto suggerito da un passaparola veloce e poco accurato, la patente di categoria B non rappresenta un requisito per ottenere l’Assegno di Inclusione, né tantomeno costituisce il fattore determinante per accedere al beneficio. Piuttosto, la patente ricopre un ruolo secondario dal punto di vista puramente amministrativo: essa può essere utilizzata come documento di identificazione in fase di riconoscimento dell’identità durante la procedura di presentazione della domanda, qualora il richiedente non disponesse di carta d’identità in corso di validità o si trovasse in attesa del rinnovo di tale documento. La sua utilità è dunque circoscritta alle sole questioni di riconoscimento personale, e non modifica in alcun modo i requisiti sostanziali per l’accesso alla misura.

L’associazione tra il concetto di “bonus con la patente B” e l’Assegno di Inclusione rappresenta pertanto una semplificazione giornalistica, anche se comprensibile da un punto di vista comunicativo. La patente è il documento più diffuso tra la popolazione italiana e, nella pratica, si è prestata a fungere da simbolo di una procedura semplificata per l’accesso ai sussidi pubblici. Tuttavia, la realtà concreta sottesa a questa formulazione rispecchia una situazione di estrema rilevanza sociale: migliaia di famiglie italiane riescono effettivamente a beneficiare dell’Assegno di Inclusione, ricevendo un supporto concreto e tangibile in grado di coprire parte significativa delle spese mensili indispensabili. Affitti, bollette, alimentari e altre necessità primarie possono così essere fronteggiati con meno angoscia economica.

Una delle ragioni principali per cui molti nuclei familiari aventi diritto non presentano domanda risiede nella scarsa consapevolezza circa le proprie possibilità di accesso. Numerose persone credono erroneamente di non rientrare nei limiti ISEE stabiliti oppure ignorano completamente le modalità procedurali per presentare la richiesta. In realtà, l’Assegno di Inclusione è stato concepito specificamente per chi si trova nella situazione di massima vulnerabilità economica: coloro che dispongono di un reddito pressoché nullo, vivono in abitazioni in locazione e hanno figli minori a carico, oppure sono anziani con pensioni insufficienti. Dal 2025, inoltre, è divenuto possibile presentare domanda utilizzando l’ISEE corrente, uno strumento particolarmente utile per chi ha subito una perdita repentina di reddito nel corso dell’anno e la cui situazione economica è peggiorata significativamente rispetto a quanto risultava dalla dichiarazione ISEE ordinaria.

L’Assegno di Inclusione non deve essere inteso come un “regalo” dello Stato, ma piuttosto come un intervento strutturato di protezione sociale destinato a contenere gli effetti devastanti della povertà e dell’esclusione economica. I beneficiari della misura ricevono il sussidio direttamente sul proprio conto corrente o tramite una carta ricaricabile fornita dall’INPS, con erogazione mensile regolare. La prestazione ha una durata iniziale di dodici mesi e può essere rinnovata previa verifica del perdurare dei requisiti di accesso. Chi intende proseguire con il beneficio oltre il primo anno deve presentare una nuova domanda di rinnovo entro sessanta giorni dalla scadenza della precedente prestazione, assicurando l’aggiornamento della documentazione economica qualora necessario.

L’Assegno di Inclusione rappresenta un’importante risorsa per le famiglie italiane che affrontano difficoltà economiche significative, offrendo un sostegno concreto e prevedibile nel medio termine. La procedura di accesso è stata resa il più possibile semplificata e accessibile, con canali di presentazione della domanda diversificati in grado di raggiungere cittadini di diverse fasce di scolarità e competenza digitale. Sebbene il mito della “patente B come chiave di accesso” non corrisponda alla realtà procedurale, esso racchiude un messaggio di fondo corretto: basta effettivamente disporre di un documento valido e possedere i requisiti economici e personali richiesti per avanzare istanza e accedere a un sostegno che può rappresentare la differenza tra la sussistenza e il baratro dell’indigenza. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!